di Samuele Diodato
Tra i tennisti in grande ascesa, ai primi posti, almeno in questo inizio di 2016, spicca sicuramente il nome di Damir Dzumhur. Il bosniaco classe 1992, nato a Sarajevo, nei primi tre Masters 1000 dell’anno ha mostrato grandissimi progressi, culminati sicuramente nella vittoria contro Tomas Berdych e l’impresa sfiorata contro Raonic a Montecarlo. Per quanto riguarda i colpi, il bosniaco non può contare su moltissima potenza, visti i 175 cm di altezza, ma riesce comunque ad usare bene il servizio, spesso preciso, variando anche la scelta del colpo. Non presenta un grosso divario tra i due fondamentali, la maggior parte delle volte però è il rovescio bimane che gli permette di aprirsi il campo. Importante per Dzumhur è anche la fase difensiva, dove, sempre nei limiti del possibile, riesce a far giocare un colpo in più all’avversario. Con i colpi tagliati è anche in grado di cambiare molte volte il ritmo, cosa che sicuramente lo agevola nelle situazioni di difficoltà. Il bosniaco ha anche nel suo repertorio il dropshot, con cui spesso è riuscito a mettere in difficoltà Berdych. L’unico aspetto che richiede di ulteriori progressi è il gioco a rete: poche volte, quando si trova ad attaccare, sceglie di verticalizzare il gioco, nonostante possa contare su una discreta sensibilità.
I progressi più inaspettati sono dal punto di vista caratteriale e anche tattico. Il 23enne sa mantenere la calma ed allo stesso tempo soffrire correndo da una parte all’altra del campo, e negli ultimi tempi sta certamente tirando fuori il suo animo da lottatore. Nell’ultima edizione degli Australian Open ha completato la rimonta, sotto due set a uno, contro Kyle Edmund. A Miami è arrivato fino agli ottavi: proprio a Key Biscayne ha usufruito del ritiro di Rafa Nadal nel secondo turno. In quella partita si sono intravisti i primi progressi a livello mentale, nonostante Nadal non fosse in buone condizioni; ma una nota di merito va al bosniaco, che dopo aver perso il primo set in malo modo, non ha mollato la partita, fino ad arrivare al ritiro dell’avversario. Da quel momento si è prima qualificato per il main draw di Montecarlo, poi ha sconfitto Robin Haase e Tomas Berdych col punteggio di 6-4 6-7 6-3, fino a perdere da Milos Raonic, giocatore con cui aveva vinto solo tre game a Miami, per 6-3 4-6 7-6. Pecca ovviamente di esperienza ad alti livelli, nonostante abbia vinto 4 titoli Challenger in carriera, non è ancora abituato a giocare i punti che hanno grande peso specifico. Sta lavorando molto tatticamente, è riuscito a muovere Berdych orizzontalmente fino ad ottenere una grandissima vittoria. Ma ad esempio nel tiebreak decisivo contro Raonic ha optato per scelte un po’ fuori luogo fino a perdere il match. Attualmente è al numero 82 della classifica, il suo best ranking è stato il numero 77, ma Damir Dzumhur ora ha dalla sua una grande voglia e la stagione sul rosso, storicamente ha sempre riservato buoni risultati per quelli come lui.