Come da tradizione il sabato di Coppa Davis è dedicato ai match di doppio delle sfide nazionali. Alla Baikal Arena di Irkutsk scendono in campo nella prima mattinata italiana le nazionali di Russia ed Italia sul punteggio acquisito di 1 a 1, frutto delle vittorie del venerdì di Teymuraz Gabashvili (su Simone Bolelli) e di Fabio Fognini (contro Andrey Rublev). Dunque, come spesso accade, la partita di doppio rappresenta uno spartiacque dal ruolo assai importante all’interno della sfida sui tre giorni, valida per mantenere un prezioso posto nel World Group anche per la prossima edizione della competizione.
Corrado Barazzutti, coach italiano, cambia come plausibile le nomination iniziali, schierando i due brillanti italiani Fabio Fognini e Simone Bolelli, partners affiatati e ben rodati. Campioni agli Australian Open, semifinalisti al Roland Garros e protagonisti per tutta l’annata 2015, i due italiani hanno sviluppato un’ottima intesa che pare oggi completare con piacere le fila della nazionale italiana in questa manifestazione. Capitan Shamil Tarpischev si affida invece per la sua Russia alla coppia vittoriosa a sorpresa contro la Spagna, formata da Konstantin Kravchuk ed Evgeny Donskoy: appena alla seconda apparizione assieme, i due sono già il duo dei miracoli, dopo aver dato il via alla magica rimonta contro gli iberici Lopez-Marrero.
Sul campo, come sempre, dati e parole lasciano il tempo che trovano. Kravchuk tenta di ribaltare il pregiudizio che lo vuole come giocatore meno dotato tra i quattro in campo a suon di ace e tocchi al volo, Donskoy serve con sicurezza e dà fiducia alla squadra. La coppia italiana, tuttavia, mostra i migliori automatismi in campo, un’ottima freschezza e grande fiducia: il primo break tarda ad arrivare, così come sono rare le occasioni di strappare il servizio nel match. Se si eccettua un break point concesso da Kravchuk nel primo game al servizio russo, l’intero primo set segue tranquillo l’ordine dei servizi sino al 6-5 Italia. Donskoy va al servizio e il pubblico già si prepara al terzo match in due giorni che si apre con un tie-break.
La coppia italiana però ha ben altri piani per la mente. Dal 40-30 russo Bolelli e Fognini infilano una risposta vincente dietro l’altra e approfittando di qualche incertezza avversaria chiudono il primo set 7-5 in 45 minuti con un graziosissimo lungolinea vincente che esplode dal rovescio di Fabio. Il secondo set svela un copione differente: la coppia italiana pare adagiarsi sull’alloro del precedente parziale e presto concede due sanguinose palle break alla controparte sovietica. Kravchuk e Donskoy non sprecano, capitalizzando la prima delle due occasioni e guadagnando, allo scoccare dell’ora di gioco, il loro primo break di giornata. Il momentaneo black out italiano dura purtroppo più del previsto e anche nel successivo turno di battuta di Simone Bolelli le occasioni di break fioccano: i russi, meno spreconi e più cinici, salgono così 4-1 nel secondo set. Diventa dunque una formalità pareggiare i conti in pochi minuti sul 7-5, 2-6.
Il terzo set pare la fotocopia del primo, con il duo di casa incapace di contrastare i turni di servizio italiani e al contempo la coppia formata da Bolelli e Fognini piuttosto competitiva anche in risposta. Le ottime percentuali al servizio di tutti e quattro i giocatori in campo tuttavia lasciano ben lontana ogni ombra di palla break. La musica comincia a cambiare sul 3-3, quando il servizio del duo italiano si spegne per un attimo, lasciando il timore di un vantaggio russo. La paura passa presto ed è nel game successivo che il set prende vita: il servizio di Donskoy lascia a desiderare e i break points concessi si rivelano fatali. Il break dell’Italia arriva con una magia in demi-volèe di Bolelli e sempre Simone si reca a servire sul 5-3 per riportare l’Italia un set avanti. I russi non si danno per vinti ed approfittando di un terribile doppio fallo di Bolelli recuperano il break, riportandosi rapidamente sul 5-5. Il tie-break è il giusto epilogo di un set dai mille volti: l’Italia parte bene e si porta sul 3-0, la Russia non demorde e chiude il gap sul 3-3. I servizi decisivi si fanno più ricchi di tensione ed è un errore in risposta di Donskoy a regalare il secondo set agli ospiti per 7-6(5). Italia avanti 2-1.
Il quarto set è speculare al secondo parziale. La coppia russa trova un preziosissimo break in apertura per issarsi in velocità sul 3-0, complice un inizio piuttosto sonnolento del duo italico. Bolelli e soprattutto Fognini ritrovano presto la competitività ed è un attimo tornare in carreggiata: due palle break offerte da un distratto Donskoy bastano per tornare sul 4-4. I brividi non sono nemmeno lontanamente finiti, perché è l’Italia a trovarsi sotto 5-4 e 30-40, con l’obbligo di annullare un set point ai russi. L’impresa riesce grazie a una coraggiosa volée di Simone Bolelli che si stampa sulla riga. Si ricorre nuovamente al tie-break e nonostante un Kravchuk semplicemente perfetto, è l’Italia a vincere il tie-break per 7 punti a 2.
Il World Group sembra davvero ad un passo per la compagine azzurra in trasferta in Siberia ma mai abbassare la guardia contro Gabashvili e compagni. Già il match di doppio, nel quale il duo italiano partiva ampiamente favorito, ha saputo assaggiare le affilate armi di due giocatori motivati e qualitativamente abili come Donskoy e Kravchuk. Se l’anello debole russo è quasi parso essere Evgeny Donskoy, la coppia italiana ha vissuto sulle ali di una prestazione basata su costanza ed empatia, intesa e fiducia. Giudizio rimandato a domenica, sul 2-1 Italia.
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