Bracciali e Starace radiati dalla FIT

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di Paolo Angella

Il Tribunale della Federazione italiana Tennis ha emesso ieri la durissima condanna della radiazione nei confronti di Daniele Bracciali e Potito Storace “per aver alterato l’esito di alcuni incontri al fine di realizzare guadagni illeciti tramite scommesse”.  Come condanna accessoria sono state comminate anche una multa di 40mila euro per Bracciali e di 20mila euro per Starace.

La vicenda, dal punto di vista del reato penale, è seguita dal PM Roberto di Martino della Procura di Cremona che accusa i due giocatori di associazione per delinquere per aver truccato alcuni match per poi incassare le vincite con le scommesse.

L’accusa si basa su una serie di intercettazioni e di chat che avrebbero coinvolto i due giocatori, intercettazioni su cui gli investigatori hanno messo le mani a seguito delle vicende legate al calcioscommesse. Loro si sono sempre difesi, respingendo fermamente ogni accusa e, dopo la prima sospensione cautelare, hanno ripreso a giocare nel circuito internazionale ATP. Lo scorso 7 luglio i due giocatori avevano ricevuto dalla Procura l’avviso di conclusione delle indagini e ora, molto probabilmente, saranno rinviati a giudizio.

Ieri è arrivata la dura sentenza del Tribunale sportivo federale che impedisce loro tutte le attività agonistiche, comprese le esibizioni, le attività di circolo, non possono nemmeno più allenare o fare il maestro di tennis.

La FIT nel proprio comunicato lascia spazio alla possibilità di riconsiderare la radiazione “trattandosi dell’esito di un processo di primo grado – ha dichiarato il presidente della FIT Binaghi – non possiamo che augurarci che Bracciali e Starace riescano in quelli successivi a dimostrare di non aver commesso i gravissimi fatti per i quali sono stati condannati dal Tribunale Federale. Daniele e Potito hanno rappresentato per molti anni l’Italia nel mondo, difendendo anche con passione la maglia azzurra in Coppa Davis, e questo non va dimenticato. Se però anche i successivi gradi di giudizio confermassero quanto sin qui accertato dalla giustizia sportiva, o addirittura emergessero nuove responsabilità a carico di altri tesserati, il danno di immagine arrecato al tennis italiano sarebbe così grave che la FIT, dopo essere intervenuta quale parte lesa in sede disciplinare in questo procedimento – conclude Binaghi – non esiterebbe a chiederne conto ai colpevoli anche in sede di giustizia ordinaria”.

Si attende ora la conferma da parte dell’ATP della decisione del tribunale sportivo italiano, anche se la federazione internazionale potrebbe aspettare l’eventuale ricorso fatto dai due tennisti alla sentenza della giustizia sportiva italiana.

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