Anche nello sport, come nell’arte e nella scienza, ci sono stati alcuni uomini geniali, vere figure eccezionali. Persone in grado di rivoluzionare una disciplina o di inventarla, coniugando prestazioni atletiche di valore assoluto a capacità superiori di riflessione e comprensione dei meccanismi più nascosti e interessanti della disciplina a cui si sono dedicati.
L’idea di realizzare “Il codice del tennis”, il libro appena pubblicato da Luca Bottazzi e Carlo Rossi per Guerini Next, nasce dal desiderio di raccontare una vicenda poco conosciuta, ma incredibilmente affascinante, di uno di questi uomini. Il protagonista di questa storia è William Tatem Tilden, sublime e istrionico campione del tennis degli anni Venti del secolo scorso. Quando “Big Bill Tilden” viene al mondo, il lawn tennis è poco più che adolescente e diventerà adulto proprio grazie al suo enorme contributo. La sua mentalità innovatrice ha cambiato il volto del tennis trasformandolo in una strabiliante prova mentale e fisica. Tilden è anche stato l’attrazione principale del nascente tennis professionistico insieme a Suzanne Lenglen, prima stella del tennis a diventare professionista (1926). Prima di loro, infatti, i tennisti restavano dilettanti per tutta la carriera e quando smettevano di competere si dedicavano ad altre occupazioni.
La forza e la tenacia di Big Bill Tilden gli permisero una lunga e gloriosa attività da dilettante, seguita da altri dieci anni nel tennis professionistico. Il suo esempio convinse così i campioni successivi ad abbandonare il dilettantismo fin da giovani. Tilden non è semplicemente il primo a segnare un’epoca come giocatore, ma è anche il primo ambasciatore planetario del tennis. Un personaggio leggendario che ha saputo influenzare, attraverso la sua opera, il corso della storia del gioco. Un uomo di cultura, uno studioso, un campione unico che ha prodotto numerose pubblicazioni sulla disciplina. Per tutte queste ragioni, e grazie ad alcuni fattori storico ambientali, il pensiero di Tilden costituisce ancora oggi un manifesto o, come abbiamo deciso di definirlo, il primo autentico codice della disciplina.
“Per realizzare quest’opera abbiamo letto i suoi libri, selezionato i volumi più completi e scelto le parti più innovative, che abbiamo poi riassunto e tradotto.Gran parte della nostra opera si fonda sul primo libro scritto dal campione americano: The Art of Lawn Tennis, pubblicato nella sua prima edizione nel 1920. Un testo che costituisce
una pietra miliare nell’intera letteratura del gioco. Il secondo libro che abbiamo preso in considerazione è Match Play and the Spin of the Ball, pubblicato nel 1925, meno esteso rispetto al primo ma in alcune parti molto più dettagliato. Il terzo libro è How to Play Better Tennis, l’ultimo libro pubblicato da Tilden nel 1950, il risultato di una intera vita dedicata al tennis. In questo volume la scrittura è guidata dall’esperienza maturata come insegnante e allenatore” affermano gli autori del libro. “Infine, – proseguono – abbiamo ritenuto di particolare interesse rilevare quanto del passato è giunto fino ad oggi. Il passo più difficile è stato infatti quello di interpretare e tradurre la summa del pensiero di Tilden contestualizzandola ed evidenziando sia gli elementi che possono ritenersi superati, sia quelli che possono rivelarsi innovativi ancora oggi, all’incredibile distanza di quasi cento anni dalla loro prima pubblicazione. Gli insegnamenti teorici del tennis proposti dall’autore sono stati valutati nella loro concretezza attuale, e in questo modo il volume si propone anche come un manuale di istruzioni sorprendente e rivoluzionario”.
Si tratta di un libro che si rivolge ad un pubblico eterogeneo, non solo agli appassionati di tennis. Tra una pagina e l’altra si incontrano argomenti che spaziano dalla psicologia alla pedagogia, dall’educazione allo stile di vita, dall’insegnamento all’apprendimento. Una guida utile a tutti i cultori del gioco, giocatori, insegnanti appassionati, ma anche a chi si interessi alla storia dello sport. Lo spirito e il senso del pensiero del campione americano nei confronti del tennis, dei suoi meccanismi e del suo insegnamento, sono presenti ancor oggi e lo saranno ancor di più nel futuro. Per questo quel genio indimenticabile, innovativo e straordinario che è stato il tennista William Tatem Tilden, potrebbe essere ricordato come il Leonardo da Vinci del mondo del tennis.