di Giovanni Cola
Vi ricordate il titolo della Gazzetta dello Sport dopo la vittoria dei Mondiali 2006, “E’ tutto vero”? Bene, con le dovute proporzioni, dobbiamo rispolverarlo per la “breaking news” di questo Ferragosto. Una novità che ha colto tutti di sorpresa, addetti ai lavori e non. Marion Bartoli lascia il tennis. Avete capito bene. A 6 settimane soltanto dal suo trionfo di Wimbledon. Un successo da antologia, una storia che rende ancora più affascinante questo sport.
Poi, improvvisamente, il black out. Prima il ritiro a Toronto nel match contro la Rybarikova per un problema addominale, a seguire la sconfitta di ieri a Cincinnati contro Simona Halep. Una brutta battuta d’arresto, senza dubbio. Ma nulla poteva presagire quello che poi la campionessa dei Championships avrebbe detto più tardi, non senza difficoltà, in conferenza stampa.
“Ho patito troppi infortuni quest’anno, il mio fisico non regge più, dopo un’ora di gioco mi sento esausta, in debito d’ossigeno e con dolori ovunque”.
“Non riesco più ad andare avanti. E’ difficile ammetterlo ma questo è stato l’ultimo incontro della mia carriera. Sono certa di poter aprire un nuovo capitolo della mia vita che possa andare oltre il tennis”.
La notizia ha fatto immediatamente il giro del mondo. Le reazioni sono state contrastanti. A prevalere è stato comunque un grande stupore. Un autentico fulmine a ciel sereno. Qualche maligno ha addirittura adombrato l’ipotesi di un altro “silent ban”, sull’onda di quanto già avvenuto con Cilic. Ma francamente la natura dello stop della Bartoli pare essere totalmente diversa e avere cause ben più profonde.
E’ plausibile che la francese abbia avuto un crollo di motivazioni e di stimoli dopo una vittoria così prestigiosa, non ci sarebbe nulla di male in questo senso. Anche se, a dirla tutta, i veri campioni emergono proprio in circostanze complicate.
Qualcuno, nella sua vittoria ai Championships, ci ha visto il coronamento di una carriera che, a quel punto, non avrebbe avuto davvero più nulla da chiedere all’alba dei 29 anni. Sicuramente Marion non è mai stata la paladina di un gioco spettacolare ed entusiasmante per il pubblico. I suoi colpi bimani si sono rivelati efficaci in più occasioni ma tutt’altro che stilisticamente perfetti nella loro esecuzione. Al punto che qualche “purista” ha eufemisticamente storto il naso per il suo successo di Wimbledon.
Un fisico non proprio scolpito e un 2012 da dimenticare con problemi evidenti anche nella compattezza del suo team, sembravano inoltre averle definitivamente precluso le grandi ribalte. Tutto ciò prima della riconciliazione con il padre padrone Walter e la nuova collaborazione tecnica con Amelie Mauresmo che, insieme ad una buona dose di fortuna, le hanno regalato la gioia più grande.
Nessuno discute il logoramento che può causare il frenetico circuito Wta di oggi, quello che francamente lascia un po’ perplessi è in ogni caso il “timing” con cui la Bartoli ha annunciato di appendere la racchetta al chiodo. Non poteva almeno aspettare fine stagione? Le sue condizioni sono realmente peggiorate a tal punto nell’ultimo mese e mezzo?
Qualche indiscrezione, forse un po’ troppo prematura, parla già di un suo rientro tra qualche mese dopo un lungo periodo di riposo. Onestamente, ci sentiamo di esprimere qualche dubbio in proposito. Ve la immaginate Marion, già con qualche chiletto di troppo, che torna in campo dopo una prolungata inattività?
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