di Sergio Pastena
Si riprende da dove ci eravamo lasciati, ovvero dalla considerazione che la decisione di Francesca Schiavone di puntare sul torneo di Istanbul anzichè su quello più prestigioso di Stanford poteva avere un senso a patto di andare avanti e giocare parecchie partite. Purtroppo non è stato così, la leonessa ancora una volta non è riuscita a trovare il suo miglior gioco e, dopo aver eliminato facilmente nel primo turno la Keothavong, ha ceduto nettamente all’altra britannica Baltacha, poi sconfitta dalla Petkovic. Come al solito, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, va detto che qualunque sconfitta non potrà offuscare la gioia che Francesca ci ha regalato al Roland Garros, tuttavia sarebbe bello vederla tornare a giocare con costanza, visto che dallo slam parigino in poi ancora non è riuscita a disputare un torneo su buoni livelli. Eliminata la Schiavone, restava una pattuglia di tenniste di classifica media, tra le quali alla fine è riuscita ad emergere Anastasia Pavlyuchenkova, vittoriosa nel derby russo in finale contro Elena Vesnina. Il suo tabellone, va detto, non era di quelli che non fanno dormire la notte: non ha incontrato una sola testa di serie, complice il fatto che Kvitova e Shvedova, seconda e terza del seeding, sono cadute al primo turno.
Ma andiamo a Stanford, dove era di scena il torneo più prestigioso della settimana, ovvero il “Bank of The West Classic”, che vedeva ai nastri di partenza 8 delle prime 18 tenniste del mondo. Alla fine a spuntarla è stata proprio la testa di serie numero 8, Viktoria Azarenka, che ha disputato un torneo quasi perfetto: se togliamo la partita contro la Bartoli, nelle altre quattro la russa ha lasciato per strada un totale di 16 games, quattro a partita, una miseria. Neanche l’australiana Stosur, prima favorita del torneo, è riuscita ad opporle resistenza. Dall’altra parte del tabellone doveva emergere la Dementieva, ma non aveva fatto i conti con una rediviva Sharapova, che dopo averla eliminata è volata fino alla finale. Masha dà l’impressione di essere in ripresa, anche se contro una Azarenka del genere c’era decisamente poco da fare anche per lei. Due note a margine, contenute nella stessa partita: ancora una volta la Date Krumm, alla soglia dei 40 anni, disputa un torneo da ricordare arrivando al secondo turno e impegnando severamente la Dementieva; ancora una volta, d’altro canto, la sua vittima è una Safina che ormai non è neanche la copia sbiadita della tennista che, pur senza fare sfaceli, arrivò a prendersi la prima posizione del ranking mondiale.
Ma veniamo ai tornei di questa settimana: a San Diego c’è un altro torneo di grande prestigio, il “Mercury Insurance Open”, che vedrà impegnate tre top ten, ovvero Jankovic, Stosur e Zvonareva. Ci sarà anche Flavia Pennetta, testa di serie numero 5, che in questo mese di agosto si gioca tanto: ci sono da difendere i punti della straordinaria stagione sul cemento dell’anno scorso, e la brindisina non può assolutamente permettersi di sbagliare. Il sorteggio le ha riservato Kateryna Bondarenko e la Kirilenko prima dell’eventuale sfida contro la Stosur. In tabellone anche Sara Errani che, tutto sommato, non può certo lamentarsi con la sorte: beccare prima la Govortsova e poi la Wickmayer, testa di serie numero 8, in un torneo del genere non è certamente negativo.
Si gioca anche a Copenhagen dove gli occhi sono tutti puntati (e ci mancherebbe altro) sulla padrona di casa Caroline Wozniacki, da cui ci si aspetta una cavalcata trionfale in un torneo dove le insidie sono decisamente minori rispetto a quelle di San Diego. Per la danese, comunque, sulla strada verso il successo ci potrebbero essere la semifinalista di Wimbledon Pironkova e Na Li, tenniste da prendere con le molle. Dopo questa settimana, partirà un mese che potrebbe letteralmente sconvolgere le classifiche: prima Cincinnati e Montreal, tornei da due milioni di dollari di montepremi e poi, dopo la parentesi di New Haven, gli Us Open. Sperando alla fine di poter ancora esultare per qualche exploit delle nostre tenniste.
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