di Samuele Diodato
L’edizione del 2015 rappresentava per i numeri uno, sia al maschile che al femminile, il primo tassello di una stagione ai limiti dell’umano. Djokovic vinceva senza particolari problemi, almeno fino alla semifinale, Serena Williams, era al primo step del Grande Slam, sogno infranto dalla nostra Roberta Vinci nella semifinale dello Us Open, a due soli match dall’impresa.
In campo maschile le sorprese, anche a tinte tricolore, non sono mancate. La nota più stonata è stata la precoce eliminazione di Fabio Fognini. Il 23 gennaio, però, rimarrà nella storia azzurra: Andreas Seppi, sul centrale, ha battuto Federer in quattro set. Match memorabile chiuso con quel magico passante, che ha lasciato tutti basiti e ha scaldato in una mattina d’inverno i cuori di milioni di italiani. Purtroppo la corsa di Andreas è stata frenata dall’altra sorpresa del torneo. Il nuovo beniamino di casa Nick Kyrgios è arrivato fino ai quarti, battendo il nostro Seppi al quinto set, e arrendendosi, senza alcun rimpianto, alla superiorità di Andy Murray. In fondo si sa, da oramai un decennio, in fondo alla seconda settimana degli Slam troviamo sempre i migliori. Con Nadal asfaltato da un Berdych perfetto, il compito di Novak Djokovic diventava, dopo la debacle di Federer, sempre più facile. Wawrinka in semifinale ha portato il serbo al quinto come l’anno precendente, ma questa volta il fisico lo ha tradito fino a crollare 6-0 nel set decisivo. Murray in finale ha giocato in maniera più che buona soprattutto nei primi due parziali, ma non è bastato. Il britannico si è fatto malamente distrarre dai problemi fisici accusati dal numero uno, che una volta attenuati i dolori, ha portato senza fatica in bacheca il suo ottavo titolo Slam, avvicinandosi ancora ai più vincenti nella storia di questo sport.
Nel tabellone femminile, per i colori italiani non ci sono molti sorrisi. La Pennetta, nel suo ultimo anno, ha avuto una partenza deludente, anzi, del tutto nulla: eliminata al primo turno nel derby contro Camila Giorgi. Proprio Camila e Sara Errani, sono state le azzurre ad arrivare più lontano, ma purtroppo solamente al terzo turno. Le vere sorprese arrivano clamorosamente dopo i quarti: tra le prime quattro, oltre a Serena e alla Sharapova, si ritrovano infatti Madison Keys e Ekaterina Makarova, soprattutto quest’ultima cliente estremamente ostica negli Slam. All’atto finale, in un modo o nell’altro, arrivano però le prime due teste di serie. Ancora una volta senza storia: la Williams si sbarazza con un 6-3 7-6 del grande cuore di Maria Sharapova, cancellando la sua reazione d’orgoglio nel secondo set.
Per la storia del tennis italiano, però la data indelebile dell’Australian Open 2015 è senza dubbio il 31 gennaio, quando dopo un cammino straordinario e contro tutti i pronostici, Simone Bolelli e Fabio Fognini si sono aggiudicati il loro primo titolo Slam in doppio. Così, dopo l’ultimo trionfo nel 1959, allora sulla terra di Parigi, i due italiani riportano un titolo Slam che mancava da troppo tempo. Successo fondamentale per i due azzurri, che grazie alla vittoria iniziano la stagione perfetta che si chiuderà con la partecipazione al Master di Londra.
Nei tornei juniores abbiamo invece un andamento contrapposto. Nei ragazzi domina il numero uno del seeding Roman Safiulin, perdendo un solo set durante tutto il corso del torneo e battendo il coreano numero 7 Hong Seong-chan in due set lottati: 7-5 7-6. Nelle ragazze invece falliscono clamorosamente le prime teste di serie, e in un torneo senza grossi punti di riferimento a spuntarla è la slovacca Tereza Mihalikova, battendo in finale la britannica numero 14 del tabellne Katie Swan con un doppio 6-4. L’edizione 2015 dell’Australian Open ha rappresentato una bella pagina per il tennis italiano, almeno a livello ATP, e si spera che in questo 2016 le sorprese possano arrivare nuovamente, per dare sempre più luce negli appuntamenti che contano al tennis azzurro.