(Simone Vagnozzi – Foto Nizegorodcew)
di Gianluca Dova alias Freddo
Sono al torneo di Bucarest ed ho assistito in buona parte a tutte le partite degli azzurri e vista la cospicua presenza dei nostri giocatori giusto dedicare spazio ad i loro match e ai loro pareri.
Capitolo Davis: E’ stato l’argomento della settimana se ne è parlato molto negli spogliatoio. Queste le considerazioni più interessanti. Il più arrabbiato è probabilmente Fabrizio Fanucci: “Non si può dire certamente come ho sentito che si è fatto il possibile visto che la trasferta è stata preparata andando a giocare il challenger di Genova la settimana prima sulla terra e non c’era neanche Barazzutti a guardarli. Se Bolelli e Fognini avessero avuto qualche giorno di preparazione sul ghiaccio su cui si giocava in Svezia sicuramente avrebbero giocato meglio. In passato si sono fatti molti errori ma per lo meno le trasferte erano preparate nelle giusta maniera, invece a vedere come ci si organizza adesso, non so se c’è tutta questa voglia di tornare in serie A.”
Fabio Fognini mi ha invece detto: ”Gli svedesi hanno messo su un campo costruito su una pista di pattinaggio, sotto c’era il ghiaccio. Contro Soderling non ho capito nulla, non si riusciva a rispondere. Nel doppio Starace ha giocato meglio di Bolelli che forse ha sbagliato qualche punto importante di troppo ma siamo stati molto vicino a vincere. Ad un certo punto Lindstedt ha fatto un numero incredibile a rete che ha fatto girare la partita, veramente un peccato perché perdere con Vinciguerra dopo sarebbe stato quasi impossibile. Ci ho giocato a punteggio acquisito e mi è sembrato molto molto abbordabile.” Delusione alla fine tanta per tutti e c’è stata anche una certa incomprensione rispetto alle scelte della FIT che ha dato un premio cospicuo per chi ha partecipato alla trasferta in Olanda e non alla squadra nel suo complesso. Avrebbe avuto più logica dopo tanti anni in cui si è dato solo un gettone di presenza praticamente simbolico, dare premi a tutti o molto più pragmaticamente premiare in maniera cospicua solo il passaggio in serie A. Ci sarebbero da fare considerazioni ulteriori e del domani non vi è certezza, difficile capire se Seppi l’anno prossimo vorrà partecipare di nuovo alla davis, di certo la mia personale impressione e che alcuni atteggiamenti organizzativi portano a spaccature nel gruppo magari non evidenti a prima vista ma forse più profonde di quello che si pensa.
Capitolo qualificazioni: C’erano due italiani presenti in quali Marco Crugnola e Simone Vagnozzi seguiti entrambi dal coach Uros Vico con amore direi.
Simone Vagnozzi ha fatto il suo: ha vinto due partite certamente abbordabili abbastanza comodamente contro Slabisky e Mamooun. Ha mostrato la crescità tecnica già fatta vedere durante l’anno, diversi vincenti, tante palle corte, un servizio più che discreto considerando la sua altezza, soldità e corsa. Un giocatore in continua crescità insomma malgrado l’età non più verdissima, sicuramente un esempio da seguire anche per l’intelligenza con cui affronta le partite. Un “piccolo diavolo” che fa impazzire i suoi avversari. Al terzo turno è stato anche molto fortunato perché ha approfittato (mai gli era capitato in carriera) del ritiro di Michon e si è qualificato per il main draw senza giocare.
Meno bella la prestazione di Marco Crugnola, sempre un bel talento ma un atteggiamento in campo con che non vuole migliorare, al secondo turno di quali ha giocato con un giocatore tosto il giovane spagnolo mancino Ramos Vinolas. Ha buttato un primo set per poca convinzione, è andato subito sotto nel secondo ma è riuscito incredibilmente a recuperare giocando a sprazzi in maniera tatticamente perfetta, sul 4 pari però il patatatrac, tre doppi falli e molta poca solidità, il game dopo non lo ha giocato neanche. Dispiace dirlo perché a Marco voglio bene ma fa gli stessi errori di tre anni fa con una crescita non si vede. Penso che invece di lamentarsi per i sorteggi o non so cosa altro, dovrebbe rendersi conto che non si possono vincere le partite ad un certo livello facendo errori banali (troppi errori senza una logica dietro) o affrontando in alcuni momenti gli avversari con poca determinazione. Di talento ne ha, e dispiace vederlo 250 al mondo, quando se correggesse poche cose potrebbe stare tranquillamente molto più su. Tutto questo con molto rispetto per il suo avversario che mi è sembrato un giocatore dal buon futuro.
Volandri-Kubot. E’ stata le prima e unica partita giocata lunedì del tabellone principale. E non c’è molto da dire, un Volandri in buona condizione solido e con il solito bellissimo rovescio. Il polacco in crisi di fiducia e di risultati, ha pagato la troppa differenza da fondocampo ed il campo pesante che non ha aiutato il suo servizio. Il risultato è un 6-3 6-0 chiaro e netto.
Fognini-Kamke. E’ una partita condizionata dal cambio di superficie repentino a cui è stato costretto Fognini. Arrivato solo il martedì sera dalla Svezia ha poco tempo per abituarsi ad i campi e alle palle. In allenamento mi confessa che la palla gli sembrava non arrivare mai. Non facile passare dal ghiaccio alla lenta terra rumena. Fabio inizia subito male, da fondo gioca comunque meglio del tedesco, ma serve molto male (mi confesserà alla fine che gli faceva male il braccio e non riusciva proprio a servire) e Kamke va subito avanti di un set. Il set Fabio lo perde anche per l’incapacità a rispondere, abituato al veloce attende troppo la palla e sbaglia risposte comode. Il tedesco va invece a nozze sul servizio non irresistibile di Fabio mettendo in mostra una ottima risposta ed un rovescio a due mani molto fastidioso.
Nel secondo set sembra andare meglio si va avanti due volte di un break dominando da fondo e finalmente rispondendo in maniera costante purtroppo il servizio non va proprio e si perde una partita che in condizione di maggiore freschezza come lui stesso ammetterà si sarebbe probabilmente vinto. Una sconfitta che insomma per le condizioni in cui è avvenuta non deve preoccupare più di tanto. Accanto a me a seguire il match c’era il nuovo coach in prova di Fabio, Pablo Martin. Un argentino tranquillo con una buona esperienza nel circuito e che viene da un periodo in Qatar in cui affiancava Alami nella sua accademia. Pablo sembra essersi già inserito nello staff Fognini e vorrebbe seguire costantemente il giocatore facendo base fissa per gli allenamenti in Italia che mi ha confessato di piacergli molto. Vedremo presto come andranno i prossimi tornei e si faranno le scelte anche sul nuovo allenatore e sul destino di Pablo. A proposito del nuovo allenatore in prova, Fabio ha tenuto a sottolineare che il rapporto con Oscar Serrano è terminato a causa di motivi personali. Il giovane ligure ha però voluto ringraziare pubblicamente Oscar (uscirà un comunicato tra qualche ora) che ha preso Fabio a 19 anni oltre la posizione 200 Atp, portandolo nel gotha del tennis. Serrano, che oltre ad essere un bravissimo coach, è anche una persona straordinaria, ha la stima di tutto lo staff di Fabio, compreso il padre Fulvio Fognini, che ci ha dichiarato: “La cosa mi ha particolarmente toccato, poiché tutta la mia famiglia è legata a Oscar. Serrano ha fatto benissimo con Fabio e, anche se ora le strade si sono divise, spero che Fabio chiuda la sua carriera al suo fianco.”
Fabio se otterrà una wc per le quali andrà in Cina per il Master Series in caso contrario riceverà una wc per il challenger di Napoli. In questo caso giocherà anche Palermo a seguire.
Vagnozzi-Copil. Partita dura per motivi ambientali e per la tensione di sapere di giocarsi una grande occasione per Simone, affrontare il numero 250 del mondo nel tabellone di un Atp, non capita tutti i giorni. Vagno dall’inizio sembra subito in difficoltà ed è un po’ bloccato, non riesce a spingere, spreca una quantità industriale di palle break, va presto sotto nel punteggio e sembra in balia del 19enne rumeno. Copil però non è certamente irresistibile, gran servizio, buona voleè di rovescio, fisico da rugbista ereditato dal padre campione rumeno della nazionale in questo sport, non brilla per regolarità da fondo. Molti gli errori se spostato specialmente di dritto del rumeno che per fortuna è anche lui molto nervoso. Basta quindi a Vagno liberarsi parzialmente dei suoi fantasmi e giocare in maniera solida anche se spesso un po’ corta e senza brillare portare a casa la partita. Bravo a vincere la partita Simone, match che in altre condizioni psicologiche avrebbe vinto con un duplice 62 se giocata in un challenger ma si sa vincere le partite quando conta è tutta altra roba.
Molto simpatico l’incitamento continuo di Uros Vico che l’ha sostenuto su ogni punto ma che era anche lui molto nervoso. Scene divertentissime quelle in cui guardando Vagno gli dice “Va bene, continua così, tirà tranquillo” e poi appena si gira prende a calci le transenne e comincia a dire “Ma che punto ha giocato? Non tira mai…. “. Complimenti anche a Uros merita questi risultati per come si consuma e tiene a suoi giocatori.
Seppi-Ungur. Ho visto questa partita solo in parte perché ad una certa ora avevo appuntamento con per un incontro con Sushi e Tempura come da tradizione (spesso andiamo al ristorante giapponese come nella famosa sera del en autre..) con Famiglia e staff al seguito. Ho visto però un set e mezzo vicino a Fanucci che è il coach di Ungur ed onestamente entrambi eravamo perplessi sul modo di affrontare la partita del rumeno che tendeva a giocare troppo dritto per dritto, con Seppino che ci andava a nozze e che stava servendo molto bene. Fenuch cercava di incitare Ungur a cambiare gioco, a giocare un po’ più sporco a mettere più prime a a giocare sugli angoli, senza giocare troppo pulito. Non so se alla fine Ungur l’ha fatto, immagino di si visto che ha vinto una partita che l’altoatesino stava dominando. Posso dire che quando ho saputo del risultato finale mentre stavo addentando il mio tempura con i gamberi sono rimasto molto sorpreso. Lo stesso Fanucci ad inizio match mi ha detto, vediamo se “Adrian gioca il match della della vita….”, ad occhio dire di si.
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