di Sara Montanelli
Anna Turati, classe 1997 e gemella di Bianca, è tra le giovani più promettenti del panorama italiano. Attualmente occupa la posizione numero 205 della classifica mondiale Junior, ma sta provando a scalare anche la classifica del circuito Pro sotto direzione di Coach Piatti.
La competizione con Bianca c’è, naturalmente, ma in quest’intervista Anna ci tiene a sottolineare che Bianca è più di una sorella; e infatti spesso risponde con la prima persona plurale quando la domanda è unicamente rivolta a lei. Ma del resto il loro è un rapporto speciale.
L’invidia, nei confronti di una sorella che sulla carta è più forte, Anna non sa neanche cosa sia. Bianca è un punto di riferimento, forse l’unico.
Riviviamo il tuo 2015. Com’è andato?
Sotto tutti i punti di vista sono maturata molto e sono soddisfatta di questa crescita. Quest’anno sono mancati i risultati, mi manca ancora concretezza in campo. Gioco bene, lotto, ma mi manca la determinazione e la convinzione di poter competere con giocatrici di livello. Sono consapevole di avere buone qualità, la grinta in primis, ma in partita l’emozione e la poca continuità non mi sono d’aiuto.
Com’è il rapporto con Bianca?
Io e Bianca siamo molto legate, ci vogliamo tanto bene. Quando facciamo gli stessi tornei vogliamo giocare il doppio insieme perché ci divertiamo. Ci capiamo e ci conosciamo troppo bene. Andiamo a scuola insieme, ci alleniamo insieme e ci aiutiamo a vicenda quando abbiamo bisogno di aiuto. Quando siamo lontane ci sentiamo spesso e seguiamo i risultati tramite i livescore. Non so cosa farei senza lei al mio fianco. Certo, capita di litigare, ma siamo talmente unite che questo non ci potrà mai separare.
Nonostante gli allenamenti insieme avete qualcosa di diverso. Tu giochi il rovescio a due mani mentre lei a una. Da cosa è stata data questa scelta?
Inizialmente giocavamo entrambe il rovescio a una mano, però il suo era più naturale mentre il mio un po’ più meccanico e non riuscivo a dare velocità alla palla. Così ho deciso di cambiare. Caratterialmente siamo molto diverse, io sono un po’ più sensibile, soprattutto in campo. Lei la vedo sempre come una specie di “macchinetta sparapalle” che non sbaglia mai, lotta sempre senza cali di intensità. Ha la solidità mentale che vorrei tanto avere, ho tanto da imparare da Bianca. Però siamo uno stimolo reciproco, anche grazie alla competitività che c’è, siamo riuscite a migliorare le nostre prestazioni.
Entrambe avete iniziato con lo sci. Com’è il tuo rapporto con questo sport?
Lo sci sarà sempre nel nostro cuore. Fino a quattro anni io e Bianca facevano agonismo sia di sci che di tennis. Durante la settimana, dopo la scuola, giocavamo a tennis, mentre nel week end andavamo a Madesimo per allenarci o fare gare di sci. La scelta è stata abbastanza difficile perché eravamo brave in entrambi gli sport e soprattutto ci divertivamo tantissimo sia a sciare che a giocare a tennis. È stata una scelta dura ma non abbiamo rimpianti, anche se lo sci ci manca. L’adrenalina che si provava alla partenza, la velocità che si raggiungeva, le emozioni delle vittorie, la neve, il gruppo del circolo sciatori di Madesimo e tutti i maestri, tutto ciò ci manca tanto. Il nostro preparatore ci concede solo un giorno per sciare, noi andiamo il giorno di Natale, per sfruttare al meglio la giornata dato che c’è poca gente sulle piste.
Se dovessi pensare all’emozione più grande che hai provato durante un torneo, quale sarebbe?
Una partita molto importante per me è stata una vittoria contro la Mendez, un’australiana, a Bol in Croazia. Ho giocato molto bene, peccato per aver perso nei quarti contro la Primorac, una croata. È stato un match che avrei potuto vincere con più convinzione.
E da spettatrice, se dovessi pensare a un momento emozionante dove Bianca è stata la protagonista?
Vederla vincere a Salsomaggiore per due anni consecutivi è stato bellissimo. Ha giocato due splendide finali ed entrambe le volte mi sono commossa. Sarò sempre orgogliosa di lei. Mi ha regalato emozioni grandissime e la ringrazio per questo.
Quali sono i tuoi prossimi programmi?
Ora farò l’ultimo $10.000 a Ortisei, poi continuerò con la preparazione invernale fino a gennaio. Non so che tornei giocherò nel 2016, ma sicuramente alternerò $10.000 a $25.000.
Per concludere, quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
Nel 2016 punto ad avvicinarmi il più possibile alla posizione 600. Chiudere l’anno così sarebbe un ottimo traguardo, anche se sarà difficile perché avrò la maturità.
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