di Lorenzo Andreoli (foto PR for Piccari)
Questa mattina, ad Anzio, è una giornata fredda e piovosa. Il Piccari Tennis Team, però, è sempre al lavoro. Nonostante ci sia una dura stagione alle porte, tutta da preparare, riusciamo comunque a scambiare alcune parole con un disponibilissimo Alessandro Piccari, direttore tecnico del circolo insieme al fratello Francesco, il tutto mentre è in corso una intensa sessione di allenamento fra Karin Knapp e Gioia Barbieri.
Siamo all’alba di una nuova stagione: quali sono i giovani azzurri più promettenti e cosa possiamo aspettarci da loro nel 2016?
Allora, abbiamo molti giovani che stanno lavorando bene. Sono cresciuti un po’ tutti sotto l’ombra di Quinzi, come ad esempio Napolitano e Caruso. L’età media per esplodere nel circuito si sta allungando a quanto pare, quindi se continueranno ad allenarsi come stanno facendo possono fare cose davvero interessanti anche nell’arco di pochi anni. Lo stesso Donati, che al momento è comunque un passo avanti agli altri, ha già dato prova delle sue enormi potenzialità. Dopo l’incontro con Berdych al Foro Italico della passata stagione, ha avuto qualche problema fisico ma si sta riprendendo bene. Mi piace molto Eremin, anche se pecca ancora un pochino sul profilo della personalità, dovrebbe iniziare a crederci un po’ di più. Un discorso a parte, poi, lo merita Berrettini; Matteo è un classe 1996 che ha fatto un percorso di crescita diverso rispetto agli altri ragazzi, arrivando più tardi al professionismo, ma ha dei mezzi tecnici e soprattutto attitudinali da giocatore vero.
Le nostre ragazze, invece?
Onestamente, ti dico che a livello maschile sembra esserci un movimento più solido rispetto a quello femminile, ma è una mia idea. Stava crescendo molto la Burnett, anche se lo stop per alcuni guai fisici certamente non le ha fatto bene. Poi ci sono le “nostre” Gioia Barbieri e Cristiana Ferrando. Sono qui orami da un anno e credo che abbiamo svolto un ottimo lavoro. Se c’è una cosa che ripeto sempre loro è quella di non mettersi fretta e di non avere paura dei cambiamenti. Quanto a Gioia, la possibilità di allenarsi ogni giorno con una grande professionista come Karin Knapp è sempre un valore aggiunto. La Ferrando è giovanissima. Anche lei è diventata professionista tardi rispetto alla media ma ha ottenuto già degli ottimi risultati, quindi speriamo di continuare su questa strada.
È noto come uno degli aspetti fondamentali della vita di un tennista professionista sia la programmazione. Voi cosa avete pianificato per la nuova stagione?
La stagione della Barbieri e della Ferrando inizierà la prima settimana di febbraio, con dei 50K e dei 25K, anche se molto dipenderà dall’entry list del torneo WTA di Monterrey. Se al momento della scadenza della lista ci rendiamo conto che le ragazze possono giocare a Monterrey ci spostiamo in Messico, dove disputeranno anche due tornei da 25K; altrimenti restiamo in Europa. Per chi ha la classifica come le nostre ragazze il calendario è molto complicato, dato che ci sono pochissimi tornei con montepremi da 25K o 50K e si rischia inevitabilmente di andare a scontrarsi, già ad inizio stagione, con giocatrici di ottimo livello. Con l’incedere della stagione i tornei aumentano e si mette più benzina nelle gambe, quindi diventa tutto più semplice, per noi e soprattutto per loro.
Karin, invece, come sta? Per lei cosa avete in mente?
Karin sta cercando di capire come va il recupero del ginocchio, ma sento che siamo molto vicini. Ora riesce a giocare, si muove bene e ha ripreso fiducia. Purtroppo subito prima di Natale ha avuto una leggera ricaduta, che sebbene sia una cosa normale per un infortunio come quello che ha avuto è ovvio che la nostra preparazione ne ha risentito. Per agli Australian Open stiamo ancora decidendo sul da farsi. Se va in Australia, giocherà solo a Melbourne. La sua “stagione” ufficiale dovrebbe comunque iniziare con il torneo WTA di Rio de Janeiro, a metà febbraio, perché anche giocando a Melbourne saremmo comunque in piena preparazione. Dopo Rio ci sposteremo ad Acapulco, una settimana di stop, poi Indian Wells e Miami.
Oltre all’aspetto tattico, state lavorando su qualche colpo in particolare?
Abbiamo modificato un po’ il servizio, cercando una apertura più ampia al fine di prendere il maggior slancio possibile. Tecnicamente Karin è molto completa, ma questo non significa in alcun modo accontentarsi o pensare di aver raggiunto la perfezione. È un nostro compito, però, anche quello di capire quando è il momento di mantenere una certa stabilità. La maggior parte del lavoro sarà più che altro sul piano fisico e sul piano tattico, un aspetto che nel circuito maggiore fa spesso la differenza.
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