di Sara Montanelli
Alessandro Bega, classe 1991, è dai tempi under uno degli azzurri più promettenti del panorama italiano. Nei Campionati Italiani under 16 ha conquistato il secondo posto arrendendosi solo in finale contro Andrea Stucchi. Il best ranking l’ha ottenuto nell’under 18 quando si è posizionato alla 54esima posizione mondiale. Alessandro si allena sui campi dell’Aspria Harbour Club con la sua coach storica Laura Golarsa, ex 39 WTA. Dal 2012 vanta cinque titoli ITF vinti in singolare e sei in doppio e attualmente occupa la 322ma posizione della classifica ATP.
In questi giorni sta disputando tornei in Asia: in Vietnam e in India, torneo in cui ha ottenuto una bellissima vittoria.
Hai appena disputato un ottimo torneo a Bangalore, in India, eliminando Devvarman, ex 62 Atp, in due set. Come ti senti?
Fisicamente sto bene anche se sono a fine stagione. Nel match di ieri contro Nguyen ho avuto mille occasioni. Nel primo set eravamo 5 pari, serviva lui e ho avuto la palla break per andare 6-5 e ritrovarmi a servire. Nel secondo set sono partito abbastanza bene, ero sopra 4-2 e ho avuto la palla del 5-2. Non ho giocato bene come contro Devvarman, secondo me anche il suo gioco non mi ha permesso di giocare bene. Nel complesso qua non è facile perché sono l’unico italiano. In Vietnam si stava molto meglio.
Com’è stata l’esperienza in Vietnam?
Eravamo tre azzurri, c’erano anche Fabbiano e Cipolla. Il torneo era organizzato molto bene, gli unici problemi erano il caldo e l’umidità. Ho giocato con Thompson che poi ha fatto finale. Il primo set l’ho giocato bene, ho perso 7-6. Nel secondo ero distrutto per il caldo. Anche gli altri giocatori soffrivano; qualcuno è svenuto, qualcun altro si è ritirato per i crampi.
Facciamo un resoconto del tuo 2015. Hai iniziato l’anno stando fermo per un’operazione, nonostante questo sei riuscito a vincere due tornei in singolare e due in doppio. Come reputi questo 2015?
L’anno non l’ho iniziato benissimo, è anche normale dopo un’operazione. Dalla primavera ho iniziato a giocare bene, a fare qualche risultato. Ho vinto un Futures prima dell’estate, un altro durante l’estate e ho fatto anche qualche finale. Penso sia stato un anno che è andato a migliorare. Se devo ripercorrere tutta la stagione qualche occasione persa l’ho avuta. Sono soddisfatto ma avrei potuto fare qualcosa di meglio.
Hai fatto un grande salto in classifica rispetto all’anno scorso, da 554 a 322. Cos’è cambiato in te?
L’anno scorso avevo quasi pensato di smettere. Adesso è cambiato l’aspetto mentale. Ho fatto un grande salto in avanti da questo punto di vista. Sono più sicuro dei miei mezzi. Da un anno a questa parte sto facendo un percorso con uno psicologo perché la testa era ed è ancora oggi una delle mie lacune più grandi. Era la parte più importante in cui potevo migliorare.
Ti alleni da sempre con Laura Golarsa. Non capita spesso che un ragazzo scelga come coach una donna. Com’è il vostro rapporto?
Lavoro con lei da quando avevo otto anni. Abbiamo un ottimo rapporto. C’è fiducia al 100% da entrambe le parti. Ora nel team si sono aggiunte due persone: il preparatore atletico Sergio Bugada e Francesco Michelotti.
Di tutti i successi ottenuti, dai tempi under fino a oggi, qual è il ricordo più bello?
A livello under ricordo l’esperienza di giocare a Wimbledon. Entrare in quei campi non è cosa da tutti i giorni. A livello Pro sicuramente il primo Futures vinto in carriera, quello in Kuwait.
Quali sono i tuoi programmi per le prossime settimane?
Settimana prossima giocherò un altro Challenger sempre in India. Adesso sto valutando se giocare i Challenger in Italia; Ortisei, Brescia e Andria o se giocare qualche Futures. Ad oggi è ancora tutto da decidere.
Lavori duramente ogni giorno per raggiungere un obiettivo. Quale?
Il primo obiettivo che mi do è iniziare a giocare le qualificazioni negli Slam. Il sogno invece è entrare nei primi 100.
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