di Alessandro Mastroluca
Un giocatore giovane affronta un avversario più esperto, un ex top 30 che conosce bene e con cui spesso si è allenato. Va avanti di un break nel primo set, lo gioca alla pari ma lo perde al tiebreak, e nel secondo va sotto di un break. In una situazione simile, le possibilità che l’underdog finisca per rimontare e vincere non sono, a rigor di logica, elevate. E’ per questo che, ancor prima che per la qualità del gioco espresso, la vittoria di Matteo Donati su Andrej Golubev è tanto più significativa. “E’ stata una grande vittoria, conosco molto bene Golubev, ci alleniamo insieme molte volte, vincere contro di lui che è un giocatore top 100 mi darà grande convinzione nel mio tennis. Sono riuscito a stare tranquillo dopo aver perso il primo set dove ero in vantaggio. Questo è un bellissimo torneo, atmosfera perfetta per giocare a tennis,tanta gente che ti viene a vedere. Non ho mai giocato con Arnaboldi, spero di giocare come ho fatto oggi” ha detto
L’alessandrino, che a Napoli potrebbe trovarsi a giocare una semifinale decisamente affascinante con Gianluigi Quinzi, ha chiuso 67 64 62 il “derby” con il kazako di Bra, che fino al 2013 si è allenato con Massimo Puci, il coach che ha interrotto la collaborazione con l’ex vincitore di Amburgo per dedicarsi al giovane azzurro, proiettato al numero 313 del mondo. “Matteo è un bravissimo ragazzo, serio e determinato” ha detto Mosé Navarra a Roberto Commentucci in un’intervista pubblicata sul sito della Federtennis. “Dietro questo exploit c’è il lavoro, tanto lavoro: i 3 mesi di durissima preparazione invernale che ha svolto tra Bra e Tirrenia, per potenziare il suo fisico, preservandolo dagli infortuni, e per progredire negli spostamenti, il suo principale tallone d’Achille”.
Anche contro Golubev, Donati ha mostrato di avere davvero tutto per sfondare. Col diritto, ha spesso condotto lo scambio, e costringere un giocatore come Golubev, che come l’azzurro ha un tennis proattivo, votato alla chiusura in 3-4 colpi, non è così semplice. Il kazako è senza dubbio partito contratto, l’azzurro ne ha approfittato, è salito 3-0 e mancato due palle del 4-0 che forse avrebbero chiuso il primo parziale. Golubev si è ripreso, Donati però non è mai sceso di livello, nonostante il tiebreak perso. E’ arrivato a due punti dal set, ha raddrizzato un secondo parziale che si era messo in salita, dando così la misura di una tenuta mentale da giocatore vero. E nel terzo ha ripreso in mano la partita con l’autorità dei più esperti.
Il match di oggi è un’epifania del tennis di Donati, che dà il meglio quando può dettare i tempi del gioco, con quel dritto naturale che gli permette di muovere l’avversario e costringerlo lontano dalla riga di fondo. Ma contiene anche tutte le indicazioni sugli aspetti da migliorare, soprattutto nei momenti in cui subisce il peso di palla in entrata, frangenti in cui spesso gli mancano movimenti e soluzioni per contrattaccare, per drenare energia cinetica e trasformare l’inerzia dell0 scambio da difensiva in offensiva. “Sono cresciuto guardando Nadal” ha concluso, “mi piace molto Murray. Devo migliorare ancora molto, spero di vincere un giorno il Roland Garros”.
Nei quarti, Donati affronterà Arnaboldi, che ha battuto 75 57 64 in due ore e mezza Filippo Volandri, che a lungo ha mostrato il suo tennis migliore. “E’ la prima volta che batto Volandri” ha detto, “non è mai facile avere la meglio di Filippo sulla terra rossa, non ti regala mai niente. E’ stata una battaglia. Sono riuscito a prendere l’iniziativa nei momenti importanti, spero di andare ancora avanti. Con Donati sarà una partita molto difficile, sta giocando molto bene. Voglio entrare nei top 100 a fine stagione”. “Non mi aspettavo – spiega Volandri – che Arnaboldi giocasse così bene. Sono contento di come ho giocato, ero in vantaggio di un break nel terzo set, peccato. Non sono ancora certo cosa farò ora, se avrò una wild card per le qualificazioni andrò a Montecarlo, poi Vercelli. E’ difficile fare un pronostico per questo torneo, ci sono tante sorprese. Mi fa molto piacere della vittoria di Donati, gli faccio i complimenti”.
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