di Claudio Maglieri
Dicembre, per gli appassionati ed i cantastorie del tennis, è da sempre il mese di bilanci, riflessioni e previsioni. Nemmeno noi ci sottraiamo a questa routine consolidata, ma invece di parlare dei soliti noti vogliamo accendere i riflettori su quei giocatori che, in questo 2015, si sono messi in luce per i risultati importanti, guadagnandosi l’oscar di “sorpresa dell’anno” (forse Leonardo Di Caprio farebbe bene a prendere in mano una racchetta).
Per evitare troppa dispersione, abbiamo scelto cinque nomi: se non siete d’accordo ed avete nomination migliori, fatevi avanti!
KEVIN ANDERSON
Ranking atp a gennaio: 16
Ranking attuale: 12
Si può definire “sorpresa” un giocatore che nell’arco di una stagione ha guadagnato appena quattro posizioni? Certo che si può, soprattutto nel caso del sudafricano. Da anni Kevin è stabilmente nel gruppetto dei migliori ma gli è sempre mancato l’acuto, il risultato che cambiasse la percezione che avversari e pubblico hanno di lui: il successo contro Wawrinka al Queen’s (con lo svizzero appagato dopo il trionfo parigino) non poteva essere considerato un punto di svolta, poi è arrivato il doloroso ko a Wimbledon con Djokovic sprecando un vantaggio di due set. “Il solito Anderson”, il pensiero di molti: quella sconfitta, tuttavia, era il segnale che qualcosa stava cambiando e infatti, agli ottavi degli Us Open, Kevin ha giocato il match della vita con Murray, eliminandolo con una prestazione ‘ccezzionale (cit.). A maggio del 2016 spegnerà trenta candelina sulla torta, per cui il grosso della carriera è ormai alle spalle: riuscirà nell’anno delle Olimpiadi a spingersi ancora più in alto e a conquistare un titolo prestigioso? Difficile ma non impossibile.
BENOIT PAIRE
Ranking atp a gennaio: 135
Ranking attuale: 19
Il francese, oltre che sorpresa, è il candidato ideale per aggiudicarsi il riconoscimento del “comeback of the year”: i cronici problemi fisici lo avevano fatto precipitare fuori dai cento, alle qualificazioni degli Australian Open aveva perso al primo turno contro Ymer e così, pazientemente, si è rimesso in discussione nei Challenger per ricostruirsi un ranking decente. Prendiamoci un po’ di merito: la sua rinascita, per certi versi, è cominciata con il trionfo a Bergamo sul veloce indoor. Da lì in poi, una scalata rapida ed inarrestabile: la vittoria su Fognini al Roland Garros non era un fuoco di paglia, poi sono arrivati il trionfo a Bastad (piegando in finale un osso duro come Robredo), gli ottavi di finale a Flushing Meadows e la finale a Tokyo (battendo in semi l’idolo locale Nishikori). Paire è un personaggio, piace per il suo atteggiamento senza troppe sovrastrutture (sia in campo che fuori): trovasse un minimo di stabilità in più potrebbe anche ambire alla top ten, nella prima parte del 2016 giocherà senza alcun punto da difendere tra Australian Open e Indian Wells.
IVO KARLOVIC
Ranking atp a gennaio: 27
Ranking attuale: 23
Avete presente il 2015 spaziale di Djokovic, quello dei record su record e delle sconfitte rare come la comicità nei film di Neri Parenti? Ecco. Alla genesi del dominio serbo, tuttavia, c’è stata quella partita di quarti di finale a Doha, dove Ivo ha saputo battere il numero uno al mondo in tre set (per poi perdere in semi da Ferrer: la vita è troppo spesso ingiusta). Solo per questo Karlovic, a 36 anni suonati, merita di essere considerato un fenomeno sorprendente: i gravi problemi fisici di qualche anno orsono sembravano averlo messo fuori dai giochi, invece il croato ha chiuso la stagione con un titolo all’attivo (Delray Beach), con diversi piazzamenti importanti (come ad esempio la semifinale ad Halle battendo Berdych nel turno precedente), ma soprattutto con molte partite di alto livello, basti pensare al duello rusticano con Murray a Wimbledon. Passa il tempo, il prossimo 28 febbraio compirà 37 anni, ma Karlovic è ancora una mina vagante in grado di impensierire chiunque. Per quanto tempo durerà?
JACK SOCK
Ranking atp a gennaio: 58
Ranking attuale: 26
La storia di mister calzino (è un nomignolo affettuoso, niente isterismi) merita un’attenzione particolare perché reagire con grinta alle avversità della vita è sempre ammirevole. Un anno fa, più o meno di questi tempi, il tennis non era tra i primi pensieri dello statunitense: il fratello Eric rischiava seriamente di morire a causa di una grave infezione polmonare (Sindrome di Lemierre), ma fortunatamente qualcuno, lassù, ha deciso che per Sock senior non era ancora arrivato il momento. Superato il dramma, Jack ha recuperato faticosamente da un infortunio all’anca: il suo 2015 è iniziato a Indian Wells (subito ottavi di finale), poi ci sono stati il trionfo sulla terra di Houston e la grande partita contro Nadal a Parigi. La finale a Stoccolma e la semifinale a Basilea dimostrano che l’americano, normalmente a suo agio sul rosso, può fare danni anche nei tornei indoor: il 2016 potrebbe essere il suo anno, considerando che come Paire non avrà alcun punto da difendere a Melbourne. Top 15 in arrivo?
HYEON CHUNG
Ranking atp a gennaio: 167
Ranking attuale: 51
Oltre cento posizioni scalate, un dato già di per sé sorprendente. Non faremo l’errore di ricordare per la milionesima volta quella finale a Wimbledon junior persa contro il nostro Quinzi (accidenti, lo abbiamo appena fatto): battute a parte, il giovane coreano ha tutte le credenziali del cavallo di razza, i suoi occhialini alla Edgar Davids sono già un marchio di fabbrica, ma ciò che lo contraddistingue maggiormente dai suoi coetanei è l’evidente sviluppo psicofisico e la grande solidità mentale, dote rara per un teenager. Il suo debutto nel circuito Atp risale al 2013 (Malaysian Open), ma era stata un’apparizione fugace: in questo 2015 Chung, sempre più competitivo nei Challenger, si è ritagliato i suoi primi spazi nel tour maggiore, mettendosi già in mostra contro i più forti (a New York Wawrinka si è servito di tre tie-break per eliminarlo). A vent’anni ancora da compiere (li farà a maggio), è senza dubbio il prospetto più interessante e, allo stesso tempo, sorprendente (ripensando agli enormi miglioramenti conseguiti in pochi anni): da tenere d’occhio.
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