(Tatiana, Jessica e la piccola Elisa Pieri)
da Lucca, Paolo Angella
Il Tennis Club Lucca è molto più di un lavoro per Ivano Pieri, è molto più di una passione, è una vera e propria seconda casa. Lo abbiamo capito andandolo a trovare nell’ultimo sabato prima di Natale, di un caldo dicembre, quando le famiglie sono solite riunirsi per comprare gli ultimi regali o finire gli addobbi natalizi. Ivano era al Tennis Club con tutta la sua grande famiglia al completo a presentarmi una normalità, che può sembrare strana solo a chi non lo conosce.
Arrivo al Tennis Club situato nella frazione di Vicopelago con l’amico Mauro Teglia, esperto di tennis toscano. Il Circolo non ha grandi indicazioni e insegne, evidentemente non hanno bisogno di farsi pubblicità, ma è molto vivo anche in inverno. I campi coperti e riscaldati sono pieni, qualcuno gioca anche all’aperto. Il campo da calcio e la piscina immagino saranno pieni in estate.
Cerchiamo Ivano, che dovrebbe allenare le figlie Jessica e Tatiana in uno dei palloni riscaldati. E’ nell’ultimo, un campo in sintetico, piuttosto veloce. Arriviamo mentre stanno svolgendo un test sulla velocità nello scambio di dritto. L’obiettivo è fare 230 palleggi in cinque minuti. Ci riescono dopo qualche tentativo fallito di poco. Mentre le ragazze, stremate, rifiatano un attimo, prima di continuare la sessione di allenamento facciamo le presentazioni e scambiamo qualche parola per rompere il ghiaccio, anche se Ivano dimostra subito la sua grande cordialità e, da bravo padrone di casa, ci invita a girare pure nel circolo, come se “fossimo a casa nostra”.
Nella pausa dell’allenamento iniziamo a chiedere a Ivano del programma di allenamento invernale delle “bimbe”, come le chiama affettuosamente lui.
La preparazione invernale sta procedendo secondo i tuoi piani previsti oppure avete avuto intoppi?
Per fortuna non ci sono stati intoppi. Stiamo facendo tutto secondo il nostro programma. La preparazione è un po’ differenziata per Jessica e Tatiana. Jessica si è fatta male a Bratislava, a novembre, nell’ultimo torneo che ha giocato e quindi abbiamo deciso di lasciarle dieci giorni di riposo assoluto per recuperare al meglio e poi abbiamo iniziato le otto settimane di preparazione preventivate. Tatiana, invece, parte la prossima settimana con la federazione per una serie di importanti tornei Junior e quindi doveva essere pronta prima.
Quindi che programma hai previsto per le due ragazze per i primi mesi dell’anno?
Jessica probabilmente inizierà con il 10.000 di Stoccarda per riprendere la confidenza con le partite ufficiali e poi credo che alzeremo il livello iscrivendola a tutti i tornei ad alto prize money. Sicuramente farà 25.000 dollari, ma si iscriverà anche a 50.000 e 100.000 dollari, poi vedremo se riuscirà ad entrare in tabellone.
Obiettivi ambiziosi quindi…
Secondo me il suo livello è quello. Nei primi sei mesi dell’anno ha poco da difendere come punti e quindi credo che sia giusto puntare in alto, si fa sempre in tempo a tornare indietro a fare i 10.000. Se riesce a giocare bene credo che possa salire parecchio in classifica in poco tempo. E’ un rischio, con sorteggi sfortunati potrebbe fare pochi punti e non muovere la classifica prima delle cambiali che dovrà restituire da agosto in poi, ma c’è anche la possibilità che invece arrivi in fondo in tornei importanti e riesca addirittura ad entrare nelle qualificazioni di Wimbledon, il nostro obiettivo deve essere quello…
Jessica ascolta e si mette a ridere “Certo, come se fosse facile...”. Ivano non fa una piega: “Devi recuperare 200-250 posizioni, vinci un 25000 dollari e fai una finale in un 50000 e ci sei dentro….”
Poi corregge leggermente il tiro: “E’ chiaro che è un obiettivo difficile. Fino al trecento al mondo di solito sono ragazze o che non riescono a superare quel livello o giovani in ascesa, in tutti i casi tenniste al livello attuale di Jessica. Il problema è invece quando facendo tornei da 50.000 e da 100.000 dollari troverà sicuramente anche ragazze stabilmente in WTA, che, per qualche motivo, hanno perso un po’ di posizioni e ora devono ripartire da qual tipo di tornei. E’ chiaro che se trova la Schiavone sarà difficile batterla.”
Il programma di Tatiana invece parte subito col botto..
Sì, Tatiana parte il 27 dicembre, assieme a Federica Bilardo, Rosanna Maffei e Maria Vittoria Viviani per una importante tournée in Sudamerica con la Federazione. Faranno quattro tornei molto importanti tutti di grado 1 in Costarica, in Venezuela, in Colombia e in Equador. Per lei l’obiettivo è arrivare a giocare gli Slam junior. Per ora parte indietro in classifica, ma nel mondo Junior si fa presto a recuperare, contano solo i migliori 6 tornei in singolo e doppio. Facendo bene questi quattro tornei, praticamente è dentro. E’ anche vero che in questi ultimi anni, il livello Junior è altissimo, le prime dieci Junior valgono la 100 del mondo. Poi è chiaro che diventa difficile mantenere la posizione, ma non mi meraviglio affatto di trovare la Kasaktina, la Ostapenko nelle prime cento del mondo. Sono ragazze che se la giocavano con Jessica.
Vedo che per entrambe le tue ragazze preferisci partire con obiettivi alti, per poi eventualmente correggerli
Credo sia giusto. Io le vedo giocare tutti i giorni, secondo me hanno il gioco per poter competere ad alti livelli, che in questo anno per Jessica sarebbe appunto entrare stabilmente nelle 300 e per Tatiana arrivare alle prime 20 al mondo Junior.
Sei un papà – allenatore esigente allora…
Ma no, io non sono troppo esigente, cerco di essere abbastanza obiettivo conoscendo le loro potenzialità. Non devo nemmeno stimolarle troppo, lo fanno già da sole. Al limite le massacro un po’ durante gli allenamenti come avete appena visto…
Risata generale, poi riprende Ivano: “Eh, ma non ti credere che mi ascoltino sempre, non più tardi di ieri, a Tirrenia, Tatiana mi ha mandato a quel paese davanti al tecnico federale, che si è messo a ridere e mi ha chiesto come mai non reagissi. Ma che ci vuoi fare, se si mettono in testa una cosa è dura farle cambiare”
La pausa è durata fin troppo e le due ragazze riprendono ad allenarsi sotto le direttive di Ivano facendo volee e smash a rete ancora per una mezz’oretta. La sessione di allenamento in campo per Jessica e Tatiana finisce, loro vanno a fare preparazione fisica in palestra e Ivano ci invita nel suo ufficio per fare l’intervista.
Gli chiedo subito di raccontarmi i suoi inizi come allenatore e parte a raccontare con grande orgoglio quando ha iniziato a lavorare con i ragazzini. “Io ho fatto il corso per diventare Maestro Nazionale quando ancora non c’era il percorso attuale, ovvero maestro di primo grado, secondo grado e poi maestro nazionale; c’era un bando, ho partecipato e l’ho vinto. Fra l’altro un corso con maestri diventati molto importanti nel mondo del tennis, Pambianco, Castrichella, Paolisso, Bianchi, Capodimonte, Arena e molti altri. Tra i docenti ricordo il compianto Roberto Lombardi. Io ho avuto la grande fortuna di potermi aggregare come tirocinante ai tecnici federali che seguivano i giovani nelle competizioni internazionali. E’ stata un’esperienza straordinaria, che mi ha fatto davvero innamorare di questo sport.”
Chissà quanti aneddoti…
Ne ho un armadio pieno. Venite che ve lo mostro.
Ivano non stava scherzando, entriamo nel suo ufficio al circolo, apre l’armadio e estrae una cartellina ben riposta in un angolo. Sulla copertina, la scritta in stampatello “RICORDI” impressa a pennarello nero indelebile. Dentro tutta una serie di ritagli di giornali, di vecchie foto, alcune ormai rovinate dal tempo e tanti, tanti tabelloni di tornei giovanili dei primi anni duemila, dove Ivano era solito cerchiare o evidenziare le tenniste e i tennisti che lo avevano colpito. I nomi sottolineati da Ivano sono quasi tutti finiti nel tennis che conta, Vika Azarenka, Agnieszka Radwanska, Dominika Cibulkova, Sabine Lisicki, Timea Bacsinszky, Caroline Wozniacki, Raluca Olaru, Saisai Zheng, ma anche Cilic, Del Potro e tanti altri.
Ivano ci racconta orgoglioso che “non cerchiavo o evidenziavo mai la prima testa di serie o ragazze già famose, perché mi piaceva cercare di scoprire nuovi talenti, spesso ci ho beccato”
La sua carpetta dei ricordi è qualcosa di straordinario anche per le foto dei bambini che poi sarebbero diventati tennisti famosi e importanti. Ovviamente ci sono anche tante foto di Jessica e Tatiana piccole vicino a tenniste famose o semplicemente sui campi di allenamento o dei primi tornei.
Raccontaci qualche episodio di quegli anni che ti è rimasto nella mente.
Ce ne sarebbero tanti, vi racconto questo: eravamo a Colonia, io ero sempre in veste di tirocinante al seguito dei tecnici federali, circolo bellissimo, tantissimi campi, uno accanto all’altro. Io ero a seguire le partite dei nostri ragazzi in un campo decentrato. Mentre giocavano sentivo urli disumani dal campo accanto ancora più decentrato, vado a vedere che succede e vedo una ragazzina bionda, piccolissima, alta poco più della rete, che corre come una pazza per tutto il campo e ributta di là tutto quello che l’avversaria, alta trenta centimetri più di lei, tirava. Cerco il nome, Dominika Cibulkova. La cerchio subito nella mia fotocopia del tabellone. Perse quella partita, ma la sera stessa dissi ai maestri che erano con noi che quella “piccoletta” sarebbe arrivata in finale in uno Slam, mi presero in giro, ma ho avuto ragione io.
Tutti episodi positivi o anche qualche momento difficile?
Ci sono anche episodi che non avrei mai voluto vedere. Non mi scorderò mai ad Assen la scena di Anna Tatishvili piangente perché aveva perso una partita e suo padre invece di consolarla, l’ha picchiata selvaggiamente davanti a tutti. Una scena davvero straziante. Episodio successo anche con Timea Bacsinszky. Io avevo le bimbe ancora piccole, ma mi sono giurato che non le avrei mai toccate con un dito, né per il tennis, né per nulla altro.
Poi hai iniziato a viaggiare come allenatore di Jessica e Tatiana…
Anche per quegli anni ho tanti aneddoti da raccontare che potremmo stare qua ore. Vi racconto quella volta che eravamo al Tennis Europe Under 14 di Correggio. Jessica e Belinda Bencic erano le uniche due dodicenni presenti e allora abbiamo fatto amicizia e passavamo tutto il tempo assieme. Il papà della Bencic mi propose di farle allenare assieme. Non riuscivo a credere a quello che faceva fare a quella ragazzina dodicenne. Noi iniziavamo ad allenarci alle 9.00 del mattino, lei arrivava che aveva già fatto due ore di corsa, atletica e muro. Finivamo alle 11.00 di allenarci sui campi, noi stanchissimi andavamo a mangiare, lei no, riprendeva a correre. Appuntamento alle 14.30 sui campi, tennis e poi atletica per tutte fino alle 18.00. Finito tutto? Manco per niente, il papà Bencic ci ha portato alla sua macchina, ha aperto il baule e ha tirato fuori i pattini in linea, li ha messi alla figlia, se li è messi lui e via a fare dieci chilometri sui pattini dopo una giornata pesantissima. Non so davvero come poteva reggere quei ritmi quella ragazzina. Di certo quel tipo di allenamento ha dato i suoi frutti vedendo dove è arrivata ora.
Ivano torna a rovistare nell’armadio dei ricordi, ci sono anche foto e ritagli di giornali di quando giocava a calcio nelle giovanili della Lucchese. Trova degli appunti e si ricorda che nel pomeriggio ha l’incontro con i genitori dei ragazzi della scuola tennis. Già, perché Ivano Pieri è il direttore del centro e si occupa di tutta la gestione organizzativa della scuola e dei corsi. Ci racconta che “riesco ad allenare Jessica e Tatiana, ma quasi mai a seguirle personalmente nei tornei, perché al circolo c’è troppo da fare. Ho 53 ragazzini dell’agonistica e un centinaio della SAT e devo seguirli tutti da direttore della scuola. Comunque sanno sempre bene da sole come comportarsi. In ogni caso nei tornei importanti vanno con altri maestri della scuola come Matteo Canal o Cristiano Cerri.”
Mentre Ivano continua a cercare qualche documento da mostrarci irrompe nella stanza a tutta velocità Elisa, la terzogenita di casa Pieri, quattro anni, un vulcano biondo pieno di energia che sprizza da tutti i pori. Ivano la prende in braccio e la coccola un po’, lei vuole andare “a giocare a tennis con Tati e Jessy”, il papà le spiega che hanno finito e che sono in palestra. La piccola Elisa non ci pensa su e parte di corsa, direzione palestra. Ivano, se prima, quando parlava dei ricordi, aveva gli occhi illuminati, ora che gli chiedo della famiglia arriva quasi a commuoversi “siamo sempre qua, tutti assieme, Elisa appena riesce si piazza in mezzo, non disturba gli allenamenti, semplicemente prova a fare quello che faccio fare alle sorelle, la tengo qua volentieri anche per far respirare un po’ mia moglie ora che abbiamo anche l’ultima nata, Nicole, sei mesi, che ha un po’ scompaginato i programmi familiari, ma è davvero una gioia avere una bella famiglia numerosa”
Facciamo un po’ di conti per capire se sarà possibile anagraficamente avere quattro sorelle Pieri in classifica contemporaneamente e se sarebbe un record, che arriva la signora Cristina con in braccio Nicole, e sforzandosi di restare seria afferma seccamente: “Non ci penso proprio, temo che Elisa sia già stata rovinata, ma Nicole non farà assolutamente tennis, qualsiasi altro sport ma non tennis” Risata generale e riprendiamo a chiedere a Ivano delle figlie maggiori e del loro tennis
Il 2015 di Jessica è stato straordinario sotto molti punti di vista, della crescita di gioco, di risultati e di punti, te lo aspettavi?
Sinceramente sì. Io la vedevo tutti i giorni e sapevo bene quale fosse il suo livello. In passato ha avuto tanti infortuni che hanno sempre interrotto la preparazione in momenti nevralgici della stagione. Io sapevo che non appena fosse stata a posto fisicamente poteva esplodere.
Qualche delusione c’è stata però anche in questo 2015 …
Se lo chiedi a lei ti dirà sicuramente la Summer Cup. Era in forma, potevano sicuramente arrivare alla fase finale, lei poi tiene molto alla Nazionale. Fra l’altro era sicura di giocare almeno una partita perché la capitana Antonella Serra Zanetti aveva chiaramente detto alle tre ragazze presenti, Jessica, Bianca Turati e Beatrice Torelli, che per lei erano uguali, non c’era una più forte, sicura di giocare. Invece Jessica è rimasta fuori e c’è rimasta malissimo. Io ho sempre insegnato loro che le scelte di capitani e allenatori vanno rispettate, lei lo sa, non ha fatto polemiche, ma è stata una bella botta psicologicamente.
Anche agli US Open Junior, quando è rimasta fuori di un posto, sarà stata una delusione
Per la programmazione prima degli US Open evidentemente ho sbagliato io a non farle fare un torneo Junior in più e sarebbe stata dentro senza problemi con un solo turno superato, però veramente, mi sono consultato con tanti altri tecnici, ne ho parlato con Rosaria Pacetti della FIT che segue proprio le classifiche. Tutti erano certi che sarebbe entrata con un certo margine con il suo ranking e invece hanno dato wild card a sconosciute, un’indiana dietro ha avuto la SE, nessuna si è ritirata nell’ultima settimana ed è rimasta fuori di una posizione. Però ha avuto l’accredito e ha passato una settimana straordinaria a Flushing Meadow a stretto contatto con i campioni. Pranzava accanto a Federer e Serena Williams, per lei è stata una settimana indimenticabile. Il rammarico è per il fatto che era in formissima in quel periodo e la superficie è la sua preferita e secondo me avrebbe fatto benissimo e poteva arrivare in fondo al torneo.
Sarà l’anno della svolta per Jessica? Quello in cui entrerà veramente tra le più forti?
E’ difficile dirlo, io la vedo giocare molto bene. Di testa è fortissima. Purtroppo a livello fisico è ancora gracilina, certo da quel punto di vista sta lavorando tanto e bene. Rispetto a solo un anno fa è migliorata tantissimo, però si deve irrobustire ancora.
Jessica è entrata nel progetto over della Federazione, diretto da Tathiana Garbin?
Sì, Jessica fa parte del progetto, già ora sta andando 2-3 giorni alla settimana a Tirrenia per allenarsi con lei e con Alice Matteucci. Tathiana Garbin ci ha detto espressamente che vorrebbe avere con lei Jessica per molto più tempo e seguirla a tempo pieno in tutti i tornei, delineando quindi la sua programmazione. Siamo comunque onorati della scelta della federazione che sta puntando su Jessica, quello senza dubbio. Sarà Jessica a decidere cosa fare, io le lascio assoluta libertà di scelta e la aiuterò sempre qualsiasi decisione vorrà prendere. Del resto Lucca e Tirrenia sono abbastanza vicine e in tutti i casi credo ci sarà sempre la possibilità per me di seguirla anche nella preparazione.
Il programma di Tathiana Garbin cosa prevede? Ne avete parlato?
Tathiana Garbin vorrebbe portare Jessica, con Alice Matteucci e forse Martina Trevisan in una tournée sudamericana a fine febbraio. Partirebbe con l’iscrizione al WTA international di San Paolo. Le probabilità di entrare sono quasi nulle, ma intanto potrebbero vedere da vicino il mondo delle professioniste, allenarsi con loro, credo che sarebbe molto utile in tutti i casi. Poi è prevista la partecipazione a tre 25.000 dollari consecutivi fino a metà marzo. Stiamo valutando perché nello stesso periodo potrebbe giocare tornei in Europa sul cemento indoor che sicuramente lei predilige rispetto alla terra all’aperto che è la superficie dei tornei brasiliani.
Parliamo ora di Tatiana. Forse qualcuno si aspettava un po’ di più da lei in questo 2015
Con Tatiana l’errore grosso in questo 2015 è stato mio, perché l’ho convinta a cambiare racchetta e lei non si è più trovata bene. Prima ha provato la Instinct, poi la Speed, sono racchette fantastiche ma lei proprio non si è trovata bene, abbiamo perso sei mesi di lavoro. Alla fine, Tatiana ha scelto la Wilson Blade e ora si trova benissimo.
Anche per Tatiana quindi prevedi un grande 2016?
Anche lei gioca bene, meglio di come giocava Jessica alla sua età. Tatiana deve ancora crescere molto a livello mentale, deve acquisire la mentalità vincente. Anche in questo anno ci sono state tante partite la cui inerzia è cambiata per un punto o due, lei stava dominando, ha sbagliato un colpo ed è uscita dalla partita, ha mollato completamente. Quando imparerà a restare in partita fino all’ultimo punto, potrà veramente vincere tanto. Per me adesso tecnicamente vale le prime venti al mondo junior. La tecnica da sola non basta però.
Ivano è atteso per la sua lezione programmata con un allievo, noi aspettiamo Jessica e Tatiana che stanno finendo la seduta in palestra con il preparatore atletico Michelangelo Lapiccirella che oggi sostituisce Giovanni Del Debbio, ignorando la piccola Elisa che corre sul tapis roulant e poi alza un peso più grande di lei. Facciamo qualche foto di rito e poi prima di salutarci chiediamo alla signora Cristina se abitano distante dal circolo. La barista, che sta ascoltando, interviene “Ma come, mica vorrete far credere che non abitate qua al piano di sopra, deve essere così, siete sempre tutti qua, giorno e notte!” Appunto una vera casa per tutta la famiglia Pieri.
Non ci resta che fare il tifo per queste ragazze e che diventino il futuro azzurro per l’Italia in Europa e nel mondo.
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