(Max Puci e Andrea Villa)
di Andrea Villa
È con grande curiosità che ho deciso di partecipare alla clinic di Massimo Puci; speravo venisse di nuovo a Milano, dopo averlo mancato in Novembre durante il simposio organizzato a Milano 3. Sentire un altro coach internazionale era l’occasione per aggiungere ancora qualcosa, conoscere una maestro di successo, magari portando a casa qualche prezioso consiglio. Appena arrivato al Cus Milano sono stato accolto da Massimo con grande cortesia, dandomi subito l’impressione di essere una persona gentile ed educata, così cordiale da offrirmi il primo caffè della giornata, gesto che ha poi rivolto a tutti gli insegnanti presenti. È raro trovare tanta affabilità tra “lavoranti della racchetta” spesso divisi tra loro e diffidenti, gelosi delle individuali convinzioni, quasi fossero segreti da celare con astuzia. Il Prof. Carlo Rossi ha fatto gli onori di casa, dato che insieme a Luca Bottazzi si occupa della scuola tennis del centro, una struttura a ridosso dell’Idroscalo, il piccolo lago artificiale vicino all’aeroporto di Linate. Puci ha preso la parola usandola con semplicità, senza troppi preamboli, non magnificando il proprio lavoro con il suo giocatore più famoso, Andrey Golubev, ma mostrando quali siano gli esercizi che gli hanno dato nel tempo maggiori riscontri.
Per fortuna quattro maestri hanno portato altrettanti piccoli tennisti, rendendo ogni dimostrazione reale, efficace quanto i correttivi proposti. Partendo dall’uso di alcune tavolette speciali, ha illustrato come si possa anche durante il riscaldamento migliorare l’aspetto puramente tecnico dei colpi: pochi minuti già di notevole interesse. La mattina è scivolata via tra diritti e rovesci eseguiti nei pressi della rete, alla ricerca di ottima differenziazione, esplosività, e precisione, con gli allievi ben felici di ascoltare i suggerimenti di Puci. È difficile sulla carta descrivere ogni situazione analizzata, raccontando con esattezza le tante sfumature tirate fuori. Dopo la pausa pranzo volèè, smash, servizio e qualche fondamentale schema tattico strategico, alcuni un po’ penalizzati dal campo simile ad una lastra di ghiaccio! Senza dubbio assistere di persona rende meglio l’idea di quanto sia personalizzato il metodo di un coach di livello mondiale; tuttavia mi sono restate nella mente considerazioni sul lavoro del maestro, da confrontare con quelle di altri insegnanti più o meno conosciuti. Puci ha insistito molto sul dovere di tornare ad essere insegnanti, e non semplici sparring, di non avere verità pronte all’uso in tasca, ma una visione frutto di esperienze diverse, maturate all’estero e in Italia, non solo allenando Andrey Golubev. Sorrideva mentre raccontava di quante persone ora gli portano ragazzi per essere visionati, come se all’improvviso fosse diventato il messia! Curioso anche sentire che nella struttura dove allena non ha voluto piscina, bar e ristorante, ma solo “freddi” distributori, per non cedere alla tentazione di confondere ricreazione con agonismo. Ho fatto bene! Spendere la domenica per aggiornarsi, per imparare qualcosa di nuovo non è atteggiamento diffuso tra i maestri, soprattutto tra quelli che si vantano di esercitare nei circoli più importanti. Spero presto di avere la possibilità di raccogliere l’invito di Massimo, recandomi a Bra per approfondire, per capire meglio, respirando l’aria che uno dei migliori coach italiani sta tentando di cambiare nel tennis di casa nostra!
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