Vavassori’s Corner

da Parigi, Alessandro Nizegorodcew

Forza Wave! Sei un toro, sei un guerriero”. Davide Vavassori, sulle tribune del campo n.8 del Roland Garros, non smette mai di incitare il figlio Andrea Vavassori, che affronta Miomir Kecmanovic (n.37 ATP). Wave ha superato le ‘quali’ di slancio e disputa il suo secondo main draw Slam. Lo scorso anno aveva perso in tre set a Wimbledon contro Tiafoe

Il primo set è equilibrato, sul 4-3 per il serbo Davide esclama: “proviamo il jolly, rispondi vicino al campo sulla sua prima”. Arriva qualche buon punto, ma Kecmanovic si salva. Il primo set scappa via (5-7), così come il secondo (2-6). Andrea è nervoso: “Non parlarmi ora, mi confondi”. Ha la sensazione di potersela (doversela?) giocare, ma Miomir di rovescio è “un muro in movimento”, per dirla con le parole di Davide. Nel terzo il serbo va avanti, Wave lotta, corre tantissimo, attacca, difende. Non molla di un centimetro. Arriva senza fiato a prendere l’asciugamano: “Non ho mai giocati 5 set, ma almeno uno lo voglio vincere”, sospira sotto voce.

Davide Vavassori osserva Andrea dagli spalti del campo 8
Davide Vavassori osserva Andrea dagli spalti del campo 8

Il punteggio recita 7-5 6-2 5-5 per Kecmanovic. Wave si trova sotto 0-40, ma realizza una mini rimonta clamoroso. “Forza toro”, arriva forte la voce di papà Dave. Kecmanovic si procura 4 match point nel tiebreak, Vavassori li annulla tutti con un tennis da cineteca. Il serbo scuote la testa. “Forza Wave! Fai il tuo gioco. Fai bene le cose semplici”. Davide conosce il figlio, sa quando parlare e quando stare zitto. Quando dare suggerimenti tattici e quando incitare. Ogni tanto si beccano un po’, come in qualsiasi rapporto padre-figlio, ma Andrea ascolta sempre. Anche quando sembra fare il contrario. Wave vince il tiebreak del terzo 10-8. “Mi sto incrampando”, dice Andrea, “ti è già successo in passato e ne sei uscito”, risponde Davide.

Nel quarto set Wave realizza il break e vola 3-2, ma dopo una serie di vicissitudini si gioca un altro tiebreak. Stavolta è un dominio azzurro. Sul 3-1 Kecmanovic serve forte al corpo, o quasi. Wave si toglie la palla dalla pancia col rovescio (a sventaglio, per capirci) e trova un vincente da urlo. “Risposta da doppista”, spiega Davide, “e meno male che alcuni ci dicono che il doppio non serve a nulla, di lasciar perdere”. 7-3 Vavassori, si va al quinto set.

Si passa dalla strenua alla lotta alla pura e semplice epica: subito break Kecmanovic, che rischia di portarsi 3-0 pesante. Ma Andrea non molla. Vince un game importante. Urla, incita il pubblico. Gioca in maniera sempre più offensiva. È un set devastante. Wave ha i muscoli che soffrono, i crampi ci sono, ma resiste. Intanto il serbo non se la passa molto meglio. Si avvicino a bordo campo. Davide non può vedere la scena. Andrea si avvicina e spiega: “lui sta vomitando”. ‘Wave’ recupera il break sul 4-5 annullando un altro match point. Rovescio in top di pregevole fattura. Si gioca da 5 ore. “Lo dicono anche le mia gambe”, esclama Davide indicando le proprie cosce color rosso peperone. A Parigi il sole picchia forte. Sul 6-5 per Andrea, Kecmanovic serve per rimanere nel match. 0-15, poi 0-30 con un lob di rovescio che è pura poesia. Si arriva a match point per Wave, ma per una volta il braccio trema un po’. Risposta di rovescio (non banale) in rete.

Siamo al super tiebreak. E se è vero che Kecmanovic di match 3 su 5 ne ha giocati tanti, è pur vero che l’esperto di tiebreak a 10 punti, in campo, è Andrea Vavassori. “I super tiebreak mi hanno insegnato come giocare nei momenti importanti”, mi raccontava Wave nei giorni delle ‘quali’. Profetico. Andrea sale 4-2 ma Kecmanovic infila un parziale e si porta 6-5 in proprio favore. Davide sentenzia: “Forza Andrea! Ora gioca libero. Divertiti”. E così sia.

Sul 9-8 Andrea fa quello che tutti si aspettano, Kecmanovic compreso. Lo sa, Miomir, ma nulla può. Serve and volley con kick da sinistra a uscire, volée di dritto a campo aperto. Vittoria. Andrea si butta a terra. Si alza, stringe la mano all’avversario e poi allarga le braccia arrivando, pian piano, verso papà Davide. Andrea piange, Davide anche, l’abbraccio è l’essenza del lavoro e della passione. È il tennis. È vita. È lo sport nella sua massima accezione.

Andrea Vavassori firma autografi - Foto Fraioli/Sportface
Andrea Vavassori firma autografi – Foto Fraioli/Sportface

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