Ieri è stato il Magic Day di Andreas Seppi da Caldaro e quindi voglio iniziare rendendo onore al nostro tennista che con questa impresa ha ribadito alcuni concetti peraltro già noti: che la serietà ed il lavoro pagano quasi sempre anche se con i loro tempi, che qualche volta bisognerebbe andarci cauti a sparar sentenze , che fare il bookmaker non è affatto semplice e lo scommettitore ancora meno (le incredibili quote del match erano Federer 1,01, Seppi 17 contro 1).
Camila invece ha fallito di un soffio l’ennesima vittoria contro una top player ribadendo anch’essa molti concetti già noti:, che mantenere nei momenti decisivi la stessa intensità o addirittura superarsi è ciò che differenzia un campione da uno che lo vuole diventare, che l’esperienza è un importante valore aggiunto specie quando i match diventano lottati, che una partita non è mai vinta (o mai persa dipende dall’angolo di visuale) fino a quando non si stringe la mano all’avversario, ma anche che quando gioca la Giorgi i soldi del biglietto sono ben investiti. Si sono sicuramente divertiti gli spettatori della Margaret Court Arena che hanno assistito alla miglior partita tra le otto della parte superiore del tabellone femminile, e non solo per l’incertezza del punteggio, molto meno noi aficionados per una sconfitta di quelle che bruciano perché Camila è andata vicinissima alla vittoria. La chance maggiore la ha avuta quando sul 64 42 è volata 0-40 ed ha così avuto lo possibilità di giocarsi tre break-point consecutivi che l’avrebbero portata ad avere poi due chance di servire per il match, poi sul 53 in risposta è stata per ben due volte a soli 2 punti dall’aggiudicarsi il match, ; ha comunque potuto servire per il match non sfruttando neppure questa occasione ed a questo punto il tarlo l’ha divorata ed il pericolo scampato ha esaltato una Venere che, quando si è divincolata dalla presa, è stata feroce come una pantera che vede il sangue a partire dal tiebreak che si è aggiudicata con sicurezza.
Quando mi dico convintamente che è persa, sullo 0-2 del terzo set, con la inconscia speranza che dicendo qualcosa questa non accadrà, o potrebbe accadere il contrario di ciò che si è detto (“ He did not say that because he knew that if you said a good thing it might not happen”, Ernest Hemingway da “Il Vecchio e Il Mare”), la bimba cerca di sfuggire al suo destino che sembrava segnato lottando con grandissimo coraggio per provare a riprendere una partita che aveva già visto sua; in un interminabile, palpitante e anche spettacolare terzo gioco del set decisivo annulla con coraggio 8 palle break e si porta sul 1-2. Allora ho sperato che la trentaquatrenne americana potesse avvertire la stanchezza e/o patire un minimo di contraccolpo psicologico, ma Venus dimostrerà in questo frangente di essersi presentata a Melbourne in condizioni psicofisiche eccellenti. non per niente con questo match ha portato ad 8 la sua striscia di incontri vincenti.
Incamera quattro giochi consecutivi per andare a stringere la mano ad una Camila avvelenata con se stessa che guadagna l’uscita stizzita quasi non rispondendo al caloroso riconoscimento che il pubblico australiano le riserva, un comportamento a mio giudizio rivedibile parlando dal divano. E pensare che per oltre un ora di gioco era stata probabilmente la miglior Giorgi di sempre, almeno in rapporto alla qualità ed alla pesantezza di palla dell’avversaria, nei confronti della quale non è mai arretrata di un centimetro, riuscendo quasi sempre a costringerla alla diagonale destra dove si è dimostrata superiore in virtù di un diritto sicuro e spesso pungente che Venus non conteneva. L’approccio mentale alla partita è stato eccellente; Camila è entrata in campo con la consapevolezza di non essere una vittima sacrificale, a certi tratti è parsa persino sfrontata e irriverente, recuperando un break di svantaggio e vincendo meritatamente il primo set.
Anche la fase difensiva ha funzionato egregiamente in questa parte dell’incontro e Venus era costretta ad autentiche prodezze per conquistare diversi punti assai spettacolari. Sicuro anche il servizio con un numero di doppi falli accettabile e fantastica in risposta, pronta a colpire quando Venus non era sufficientemente efficace, ma anche a contenere le bordate dell’americana. Sulla stessa falsariga, ma con una qualità persino superiore la parte iniziale del secondo set quando ormai aveva trascinato il pubblico dalla sua parte come riesce spesso a fare. Poi ho già descritto ciò che è successo.
Ora, come si è soliti fare, si cercheranno i capri espiatori per una sconfitta assolutamente accettabile nella sostanza, meno nella forma in cui è avvenuta, e come già sento dire l’indiziato numero uno, a parte Sergio specie da parte di commentatori prevenuti, ma lì mi addentrerò in un’altra occasione essendo il discorso lungo, complesso e probabilmente inutile, è il doppio fallo. Vorrei chiudere esponendo il mio pensiero su questo argomento cercando di portare dei numeri e augurandomi si possa discuterne con gli abituali e competenti commentatori di questo bellissimo sito. Giorgi ha fatto 16 doppi falli in 16 turni di servizio in una giornata in cui si è detto che ne ha fatti molti. Ora, consideriamone 4 fisiologici, in 16 turni di servizio con una pressione di questo tipo, contro un’avversaria che spara ogni volta che rallenti, li fa anche l’Errani; spero lo consideriate corretto. Concedetemi che sulle restanti 12 seconde, pur se messe in campo, una giocatrice media porti a casa il 50% dei punti, che sono 6, sono stato buono se ci raffrontiamo a coloro che vorremmo diventassero le abituali sue competitor, Serena, Maria, Petra, Ana, tante ragazzine terribili. Quindi possiamo assumere che Camila ha perso 6 punti nel match causa questa che viene considerata, a mio parere erroneamente, una condotta scriteriata. Quello che non è verificabile, ma è frutto dell’opinione legittima di ciascuno di noi, è se mettendo una seconda più sicura SEMPRE (non ovviamente solo in occasione dei doppi falli) ed anche una prima più “ragionata” SEMPRE (sappiamo tutti che meno seconde giochi, meno hai probabilità di fare doppio fallo), la Giorgi guadagnerebbe più o meno di 6 punti sul suo servizio in un incontro di tre set. Questo ritengo sia l’approccio corretto alla discussione. Il mio parere è sottinteso.
Più interessante potrebbe essere il discorso relativo ad una certa ansia che la assale quando la partita diventa più lottata o in occasione di punti decisivi, specie a suo vantaggio; anche ieri molti set point mancati nel primo set, i tre break-point letali, due tornei persi mancando match point ecc.ecc.
Probabilmente è questo l’ambito su cui lavorare maggiormente, come spero sappiano loro che conoscono le dinamiche della questione.
Abbiamo parlato poco dell’avversaria di Camila, Venus Ebony Starr Williams, 7 volte vincitrice di Slam (non dimentichiamolo, per favore), non so neppure quante volte finalista, campionessa olimpica nonché di stile e di classe.
Di lei si sa tutto, anche che gioca a questi livelli seppur affetta da una malattia cronica su base autoimmune con la quale ha evidentemente imparato a convivere.
Le faccio tanti complimenti, non solo per l’incontro di ieri, ma soprattutto per la magnifica persona che è (simpaticissima nell’intervista post partita), riportando uno stralcio della bella canzone che Wyclef Jean ha composto per lei:
Non smettere. Anche se ti scontri con i titani.
Non smettere. Ho visto spaventarsi anche i migliori.
Non si ferma. Il suo servizio è come un fulmine.
Non si ferma. Può essere così esaltante.
Il suo nome è Venus.
Sovrana dell’universo.
Maestra di ogni superficie.
Come è stato scritto, così sarà fatto.
Un saluto a tutti coloro che hanno voluto leggere questa e le precedenti riflessioni, un ringraziamento ai Direttori Alessandri, e un bacione alla mia grafica personale che si è impegnata nelle copertine.
Vamos Camila!
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