da Parigi, Alessandro Nizegorodcew
Sdraiato sul letto in uno degli hotel più brutti in cui sia mai stato, mi appresto a scrivere il diario di bordo finale da Parigi. Domani mattina alle 10.55, infatti, decollerò verso la Capitale. Il mio quarto Roland Garros si chiudi qui, con una delle giornate tennistiche più emozionanti che la mia carriera giornalistica ricordi. Torniamo alle prime ore del giorno…
L’appartamento che ogni anno mi viene gentilmente prestato da amici dei miei genitori deve essere liberato con un giorno di anticipo. Stamattina la giornata inizia con la pulizia totale della casetta: sgrassatore in una mano, aspirapolvere nell’altra, lavastoviglie, lavatrice, ecc… Vado quindi a posare la valigia in albergo e prendo per la prima volta il taxi per andare al circolo. Arrivo, come prevedibile, piuttosto tardi. Marco Mazzoni mi aggiorna tramite whatsapp sul risultato del match di Andrea Arnaboldi contro Marin Cilic. Vivo praticamente in diretta la fase finale, molto emozionante, del primo set, nel quale Arna manca due set point sul 6-5 e cede al tie-break. Arrivo finalmente al torneo e, mentre il canturino è ormai alle fasi finali, decido di andare a pranzo con Marco. Bagel con carne e qualsiasi altra cosa all’interno, devo dire piuttosto buono. Nel frattempo Francesca Schiavone ha perso il primo set contro Svetlana Kuznetsova dopo un tie-break fiume. La sfida è sul campo numero 1, che lo scorso avevano minacciato di abbattere ma che è ancora in piedi, bellissimo e sontuoso.
Finito il pranzo ci incamminiamoa seguire il terzo set della leonessa, che nel frattempo ha chiuso 7-5 il secondo. Nella tribuna stampa di quello che probabilmente è il campo più bello del mondo troviamo l’inossidabile Enrico Milani, Simone Eterno di Eurosport, Antonio Garofalo di Ubitennis e, per le fasi finali, Simone Rovera di Sky. Eterno esclama sul 2-1 Kuznetsova: “Finirà 22-20 o comunque in doppia cifra”. I precedenti in effetti supportano questa tesi.
Il match è probabilmente uno dei più belli ed emozionanti che io abbia mai visto dal vivo, sicuramente nella Top-3 della mia vita da inviato. Francesca è sempre costretta a rincorrere e annulla anche una opportunità del 2-5 alla russa. Sveta si procura quindi un match point ma la Schiavone lo annulla con una rovescio lungolinea in accelerazione che manda in visibilio noi e tutto il pubblico. Il punto successivo probabilmente è ancora più bello, con una volée smorzata di diritto che stappa un emblematico “wow” anche alla milanese.
Nessuna giocatrice riesce più a tenere il servizio. Break e controbreak continuo, la sensazione è che chi riuscirà a portare a casa un turno di battuta darà la mazzata psicologica definitiva all’avversaria. La Kuznetsova serve piuttosto male e piano, ma da fondo tira solo cassapanche e armadi a quattro ante, mentre Francesca prova in tutti i modi a fare gioco, ad attaccare la rete, a spingere con tutti i colpi.
Il match si decide quando finalmente la Schiavone tiene la battuta e nel gioco successivo strappa la battuta alla Kuznetsova grazie a un paio di punti che, senza nemmeno accorgerci, ci fanno saltare in piedi urlando. Emozionante, incredibile, meraviglioso, ma sostanzilamente indescrivibile. Francesca è commossa, il pubblico è tutto per lei. Anche in conferenza stampa (attesa da una miriade di giornalisti), poco dopo, durante una domanda di un collega straniero, gli occhi delle leonessa sono diventati lucidi e qualche lacrima ha fatto capolino. Marco Mazzoni filosofeggia e tutti noi siamo d’accordo: “Queste sono le emozioni per le quali vale la pena essere qui”.
Si scrive, si lavora, il tutto mentre Sara Errani batte in tre set la Witthoeft. La giornata torna a regalare emozioni per l’ultimo match sul campo 17: Simone Bolelli affronta Viktor Troicki. Il Bole, nell’esordio contro Darcis, era stato perfetto e mi attendo una conferma. Il risultato finale sarà 6-2 6-4 6-3 ma il punteggio non spiega pienamente il livello e il dominio del tennista di Budrio. Un solo break subito e 5 realizzati, palle corte di rovescio millimetriche, rovescio incrociati stretti e variazioni tra back spin e top spin, risposte cariche e altre bloccate, oltre ovviamente al turbo-diritto marchio di fabbrica e a 22 discese a rete. Impressionante la prestazione del Bole, che fisicamente è al top della forma e che pare in grandissima fiducia. Corrado Barazzutti e Sergio Palmieri da un lato del campo, la moglie Ximena con Torresi, Galimberti e Infantino dall’altra. I pochi momenti di difficoltà Simone li affronta alla grande e nell’unica circostanza in cui Troicki riesce, nel terzo set, ad effettuare un break, arriva l’immediato controbreak di Simone (grazie a un paio di risposte molto aggressive), giustamente e comprensibilmente gioioso a fine match. Contro David Ferrer, al prossimo turno, sarà però durissima. Peccato perché con altre teste di serie, anche piuttosto alte, giocando così avrebbe avuto più di una chance. Contro Ferrer non parte battuto ma le speranze sono al lumicino.
Dopo la conferenza stampa consegno l’Ace Cube al Bole, con cui continuo un po’ a parlare del match. E’ contento di analizzare vari dettagli, sa di aver giocato un match quasi perfetto.
Mentre uno dei miei idoli Giacomo Calzino (per voi umani Jack Sock) batte Carreno-Busta e ristabilisce il volere divino, organizziamo al volo una cena fuori. Io inizio intanto a salutare tutti i colleghi. Alcuni li rivedrò nei prossimi giorni, altri il prossimo anno. Alla fine si va a mangiare una buonissima carne insieme a Valentina Clemente (CorSport, vera organizzatrice della serata) e il quartetto di Ubitennis composto dal rossonero Davide Zirone, Antonio Garofalo, Laura Guidobaldi e Ciro Battifarano.
Tra argomenti tennistici e non, è soprattutto il momento della foto insieme a Borna Coric, seduto con tutta la famiglia al tavolo dietro di noi. Si torna in albergo in taxi, domani si riparte per Roma. Parigi au revoir…
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