“Affacciamoci alla finestra di Flushing Meadows e prepariamoci a vedere il sangue” disse Jimmy Connors, e proprio il sangue ha lasciato sul campo il diciasettenne originario di Rieti, Riccardo Balzerani, che partendo dalle qualificazioni é arrivato fino agli ottavi di finale.
La virtù di Riccardo consiste infatti nel lottare e vincere le partite che deve portare a casa, afferma il suo coach Sebastian Vazquez alla Tennis Training di Foligno.
Balzerani prima di accedere al tabellone principale ha vinto due incontri, nei quali non aveva buone sensazioni in campo, grazie alla sua resistenza mentale.
Il cambiamento di marcia, racconta sempre Vazquez, é avvenuto nel primo turno del main draw durante il terzo set contro il francese Bittoun Zoukmine, nel quale Riccardo é riuscito finalmente ha esprimere il suo miglior tennis, comandando con il servizio e il dritto.
Nel secondo turno contro il solido Olivieri, numero 11 al mondo itf, la superficie ha sicuramente aiutato Riccardo, il cui gioco pulito e lineare si adatta sicuramente meglio alle superfici veloci rispetto a quello più “sporco” e ricco di rotazioni dell’argentino.
Negli ottavi di finale, Balzerani stava per compiere l’ennesima impresa della settimana portandosi avanti di un set e di un break contro la teste di serie numero 11 Raisma, quando ha dovuto subire la rimonta ed il sorpasso dell’estone nel secondo e nel terzo parziale.
Abbiamo voluto approfondire l’esperienza newyorkese e le sue emozioni al termine del percorso Junior, per affacciarsi al mondo dei Pro.
Poco prima della tua partenza per New York le zone a te più care sono state colpite da un violento terremoto, cosa ha provocato in te questo terribile avvenimento?
“Ero a giocare l’itf Piombino quando è successo… E’ stato il mio compagno di stanza a darmi la brutta notizia appena sveglio, all’inizio non ci credevo, sono rimasto davvero scioccato, siccome sono zone in cui conosco bene tutto e casa mia si trova a pochissimi chilometri da Amatrice. Certamente ha alterato tantissimo il mio stato d’animo, oltre al tennis, non si può ignorare ciò che ci circonda”.
Tornando al tennis, che atmosfera si respira a New York rispetto agli altri Slam? Cosa ne pensi della superficie?
“Giocare agli Us Open è fin da subito eccitante, infatti l’Hyatt, l’hotel ufficiale del torneo si trova in pieno centro a Manhattan e ritrovarsi in una città così bella ed affascinante come New York è una sensazione impagabile. Il circolo è davvero enorme, la superficie è piuttosto lenta e il rimbalzo regolare, ciò mi ha permesso di ragionare e prendere bene lo spazio prima di colpire”.
Con l’ultima partita agli Us Open si chiude per te il ciclo Junior, quali sono i ricordi che custodirai nel tuo cuore alla fine di questo cammino?
“Gli anni dell’attività Junior sono anni particolari ed affascinanti, anni in cui ho conosciuto persone da tutto il mondo, le quali mi hanno fatto crescere come persona. L’ultimo anno è stato ovviamente il più bello, sono riuscito a disputare tutti gli Slam, obiettivo che ogni juniores fissa all’inizio del percorso, quindi sono molto soddisfatto del mio percorso Junior”.
A New York era presente a sostenerti Sebastian Vazquez, su cosa stai lavorando insieme a lui ed al tuo coach Fabio Gorietti?
“Stiamo lavorando sulla componente mentale dell’allenamento piuttosto che su quella tecnica, curando esclusivamente l’intensità e la concentrazione in campo”.
A Foligno sono presenti giocatori come Thomas Fabbiano e Luca Vanni. Allenandoti con loro trai un beneficio maggiore a livello mentale o di gioco?
“Il ritmo da fondo campo e la velocità di palla sono in grado di reggerli, il problema consiste nel mantenere quel ritmo e quell’intensità nel tempo, di conseguenza credo che mi serva di più dal punto di vista mentale”.
Hai condiviso il percorso Junior con i tuoi coetanei Dalla Valle, Fonio, Summaria. Pensi che sia importante far parte di un gruppo per ottenere risultati sempre migliori?
“Fino all’anno scorso ero a Tirrenia, quindi si era e si é creato per forza un gruppo in cui ci stimoliamo. Da quando mi alleno a Foligno però lavoro e mi concentro principalmente su me stesso, devo dire che così mi sento più tranquillo”.
Per esaltare le tue caratteristiche di gioco, prediligerai una programmazione sul veloce in futuro?
“In realtà non ho ancora deciso niente per il prossimo anno, devo ancora parlare con i miei allenatori a riguardo. Comunque credo che alternerò terra e veloce, per me ora giocare su terra o sul veloce è la stessa cosa”.
Quali obiettivi hai invece per la stagione in corso?
“Mi pongo il solo obiettivo di raggiungere il miglior ranking possibile da qui a fine anno…poi si vedrà!”.
Ringraziamo Riccardo per la sua disponibilità nel rilasciare l’intervista con la speranza che le sue doti da lottatore, che si palesano sia dalla fermezza delle sue parole che da quelle del suo coach, lo portino a raggiungere tutti i suoi obiettivi, ricordandogli che nella vita un vincitore é colui che non si è mai arreso.