Nel 1982 Paul McCartney decise di cantare assieme all’icona del soul Stevie Wonder un pezzo che aveva scritto qualche mese prima; fu un successo enorme e ancora oggi è impossibile pensare a loro due assieme senza pensare a Ebony and ivory. Ebano e avorio come i tasti bianchi e neri del pianoforte, ma anche come gli stessi McCartney e Wonder in un appello nemmeno troppo velato all’incontro.
Incontro, quello tra ebano e avorio, che tornerà d’attualità nella serata australiana, quando in Italia saranno le nove di domani mattina, sulla Rod Laver Arena di Melbourne per l’ottavo di finale del torneo femminile tra Venus Williams (il cui secondo nome, tra l’altro, è proprio Ebony) e Agnieszka Radwańska.
Se è vero che quello tra Serena Williams e Muguruza avrà il sapore della rivincita, quello tra Cibulkova e Azarenka sarà l’ottavo tra due tenniste in rinascita e il derby tra le due Madison –Brengle contro Keys-sarà l’assoluto inedito che solo Melbourne può regalare, il match tra Radwańska e Venus Williams sembra quello più contendibile e per questo più interessante.
La giocatrice polacca, che qui difende la semifinale persa malamente l’anno scorso da Dominika Cibulkova, ha finora dominato i suoi incontri lasciando per strada nove game e nessun set nei primi tre turni contro Nara, Larsson e Lepcenko. Proprio nell’ultima sfida contro la tennista americana di origine uzbeka Aga ha incontrato le maggiori difficoltà, se così davvero si possono chiamare, nel chiudere il secondo set 7-5 dopo aver vinto il primo nettamente per 6-0.
La cura Navratilova sembra aver influito ancora poco nel gioco di Radwańska anche se qualcuno avrà notato, proprio nel match contro Varvara Lepcenko, una ricerca del vincente più continua di quanto non sia di solito nelle corde della polacca e che potrebbe essere, appunto, frutto dei consigli della campionessa cecoslovacca per aiutare la sua assistita nel punto più difficile del suo gioco, ovvero la tenuta psicologica nel chiudere i punti importanti: tentare (e trovare) un vincente in più può essere la chiave per concludere prima le proverbiali ragnatele di Radwańska e diminuire le frustrazioni per quel colpo in più, quando non riesce.
Il fatto che, nonostante questo nuovo apporto tecnico, Aga abbia rischiato di portare al terzo set il match contro la Lepchenko è un segnale d’allarme notevole per la polacca in vista dell’incontro con Venus, tennista di certo poco incline al lasciar passare le debolezze delle avversarie.
La maggiore delle sorelle Williams, infatti, arriva a questo incontro proprio dopo un’importante vittoria -in rimonta contro la nostra Camila Giorgi- e non è possibile pensare di vincerla senza annichilirne velocemente le fonti del gioco. Il percorso di Venus fino a quest’ottavo non è stato cristallino come quello della sua avversaria anche se gli unici passi falsi per lei sono stati quelli compiuti contro la Giorgi dopo due vittorie piuttosto agevoli contro Maria Torro-Flor e la giovane connazionale Lauren Davis nei primi due turni.
Il peso specifico delle due teste di serie pende aritmeticamente dalla parte della Radwańska che sarà quindi la favorita di cartello, anche volendo tacere il fatto che è proprio lei quella che sicuramente ha più da chiedere al torneo e a se stessa. Sarà da vedere quanto tutto questo peserà davvero, sul campo, nei colpi della tennista polacca e nella sua capacità definitiva di esserci e chiudere quando servirà. Perché se una cosa è sicura, da ventun anni a questa parte, è che la venere nera non perdona mai.
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