da Parigi, Alessandro Nizegorodcew
Andrea Arnaboldi infiamma il Roland Garros. Il canturino ha superato 27-25 al terzo set Pierre-Hugues Herbert in un match che ha sancito un clamoroso doppio record: in una sfida 2 set su 3 mai nessun incontro era durato tanto (4 ore e 30 minuti) né aveva raggiunto un totale game così elevato (71). Domani “Arna” sfiderà l’argentino Marco Trungelliti per cercare la seconda qualificazione consecutiva al main draw del Roland Garros.
“Non ci credo, ancora non mi rendo conto di quanto accaduto – racconta Arnaboldi un’ora dopo l’incredibile impresa realizzata sul campo 7 – è una sensazione bellissima e incredibile. Se ho capito bene sono entrato nella storia con questo match…” Arna ha chiuso il match con una splendida risposta-passante incrociata di diritto. Lo stesso colpo che era uscito di pochi centimetri sul 6-5 al terzo set, in quello che era stato l’unico altro match point ottenuto. “Il diritto di ieri era sicuramente più semplice di quello realizzato sul 26-25. Ma Herbert copre la rete in maniera fantastica ed è veramente difficile passarlo. Sul 26-25 mi sono girato verso il mio angolo e per la prima volta ho esclamato: “Questa volta lo faccio”. E così è stato, me lo sentivo”.
Al momento del match point realizzato era presente in tribuna anche Sara Errani, vero e proprio talismano di Arnaboldi. “Sara era presente lo scorso anno quando mi sono qualificato a Parigi e anche la settimana scorsa a Roma – racconta ancora il canturino -. Siamo molto amici da sempre, dato che ci siamo allenati a lungo a Valencia nella stessa struttura. Sara mi porta sicuramente fortuna…”.
Tornando al match con Herbert e in vista della sfida con Trungelliti, Arna chiosa: “Gli scambi sono stati sempre piuttosto rapidi, quindi fisicamente non sono particolarmente stanco. È stata molto più dura mentalmente, perché non è facile mantenere alta la concentrazione per tutto questo tempo. Adesso devo solamente scaricare un po’ di tensione accumulata e riproporre il mio tennis nella giornata di domani. Cosa mi sento di dire? Il lavoro paga”.
Sorriso stampato in viso, occhi che brillano, coach Fabrizio Albani sembra essere ancora lì, sul campo 7, al momento del match point. “Io credo che Andrea sappia muoversi benissimo in campo, ma che non abbia minimamente idea di cosa si provi a star seduto in tribuna in un match del genere – racconta Albani -. È stato emozionante, non si capiva quello che poteva accadere e da che parte potesse volgere la partita. Credo che entrambi meritassero di vincere, ma Andrea oggi ha dimostrato di essere un giocatore vero. I segnali erano giunti già al Foro Italico, ma io e Roberto Cadonati (mental coach) sono mesi che ci diciamo che è pronto. L’anno scorso, proprio ai vostri microfoni, mi ero sbilanciato dicendo che dopo la vittoria su Zeballos era giunta la svolta. Cosa che in parte è avvenuta, ma probabilmente non era ancora pronto per affrontare il gotha del tennis. Herbert aveva sconfitto Andrea un anno e mezzo fa in Australia per pochi punti, quest’anno la musica è cambiata ed è un segnale importante. La differenza non è nel tennis, anche se è cresciuto tanto anche da questo punti di vista, quanto piuttosto nella consapevolezza di sé”.
A proposito dello step psicologico, interessanti le considerazione del mental coach Roberto Cadonati. “Oggi abbiamo avuto la conferma di un lavoro che stiamo portando avanti da tanto tempo. In campo fa tutto quello che gli chiedo, ovvero tecniche specifiche, applicate con costanza, che lo rendono ancor più solido. Le qualità tennistiche non si discutono, ma il mio compito è quello di riuscire a renderle continue. Andrea è stato bravissimo a mantenere quelle visualizzazioni corrette atte soprattutto a giocare con disinvoltura i turni di battuta. L’incontro di domani per certi aspetti è più rischioso rispetto a quello odierno, perché una vittoria di questo tipo può dare rilassatezza. Dovremo lavorare al meglio stasera e domania affinché Andrea giunga con la tensione giusta alla sfida con Trungelliti”.
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