di Alessandro Milani
Abbiamo avvicinato questa settimana il giocatore napoletano Giacomo Pirozzi, rappresentante della neopromossa squadra di serie A1 del TC Le Rocce di Catania, che ci ha fatto interessanti confessioni sulla sua breve ma poi non cosi tanto carriera. Giacomo, classe 1986, ha avuto un best ranking di 1020 Atp nel maggio 2008 e in Italia è classificato 2.2
Ciao Giacomo, innanzitutto com è andato il vostro match di domenica in Serie A1?
“Io e Vinciguerra abbiamo vinto il doppio decisivo in trasferta contro Anzio per 11-9 al supertiebreak, portando la squadra sul 4-2. E’ stata una grande vittoria, che ci ha permesso di essere al momento secondi nel nostro girone. Merito anche del grande gruppo che si è creato in squadra.”
Parliamo ora un attimo della tua stagione 2010. Soddisfatto della tua annata?
“A livello Open sono soddisfatto della mia stagione, visto che ho raggiunto tre finali e quattro semifinali, mentre a livello internazionale no, perchè è comunque un grosso investimento e se non arrivi subito a ridosso dei primi 200 si fa fatica. Non c’è ritorno economico ed è difficile esprimersi al meglio. Ho avuto enormi problemi fisici in passato, che mi hanno costretto a stare fermo più di un anno tra una cosa e l’altra. Solo quando quest’anno mi hanno operato alle tonsille e ho cominciato a giocare con piu continuità.”
E’ proprio per questo che da junior non hai giocato molti tornei a livello internazionale?
“Si. A livello junior non ho giocato molto, proprio a causa di tutti questi problemi fisici. Avevo sempre la febbre e non potevo giocare tornei all estero. Ho cominciato a giocare tornei internazionali quando ero con Zugarelli a Roma. Attualmente mi alleno invece al TC Napoli e devo dire che mi trovo molto bene anche perché penso che sia in zona l’unica struttura veramente all’altezza.”
Tu sei di Giugliano, un famoso comune in provincia di Napoli. Com è la realtà tennistica dalle tue parti?
“Io sono cresciuto in una realtà difficile, che è quella del mio paese. Dovrò sempre ringraziare questo sport e il fatto che adesso sto parlando di serie A e di tornei con te. E’ una cosa bellissima, perché significa che grazie allo sport la vita migliora e si cresce diversamente e con dei valori sani. Io spero di essere un esempio per i tanti giovani che vivono in queste realtà difficili. Questa realtà però ti trasmette uno spirito di lotta incredibile che io chiamo “fame” e ogni volta che scendo in campo sento di tirar fuori. Io non sono un giocatore forte tecnicamente, ma grazie a questo spirito di lottatore ho avuto la possibilità di battere nella mia finora breve carriera molti giocatori superiori a me tecnicamente. Spero oltretutto che nei prossimi anni il tennis si possa sviluppare anche nelle mie zone, visto che nel raggio di 10 km non si vede ancora un campo da tennis.”
Grazie mille Jack per averci rilasciato questa interessantisima intervista e in bocca al lupo per la serie A e per la prossima stagione 2011.
“Grazie a voi per avermi dato la possibilità di raccontarvi la mia esperienza e la mia realtà.”