(La compagine di Halle, campione maschile della Bundesliga 2014)
di Luca Brancher
La formula. La serie A tedesca ricalca in un certo qual senso il modello dei più tradizionali campionati di calcio, ben esplicata dal concetto di “girone all’italiana”. Nel campionato maschile ci sono 10 squadre che a partire da inizio luglio, e fino alla metà di agosto, giocano contro tutte le altre partecipanti – alternando, come in Davis, di anno in anno le partite in casa e quelle in trasferte: si gioca la domenica, in due occasioni anche il venerdì. Ciascun incontro prevede quattro incontri di singolare e due doppi, con la formula dei due set tradizionali, più eventuale terzo al super-tie break. Al termine di ciascun incontro alla squadra vincitrice vengono attribuiti 2 punti, mentre in caso di 3-3 (possibile, essendoci un totale di sei incontri), il bottino viene equamente spartito tra le due formazioni. Al termine delle 9 giornate, chi ha raccolto più punti si guadagna il titolo di Campione di Germania, mentre chi finisce agli ultimi due posti retrocede nella Zweite Liga – dove però le squadre sono 16 (due gironi da 8, le prime salgono) e gli incontri da disputare sono 9, 6 singolari e 3 doppi; questo sistema a promozioni e retrocessioni garantisce l’esistenza anche di campionati di livello inferiore, di carattere regionale. A fianco del campionato maschile, ne esiste uno femminile, che però si disputa precedentemente nel corso della stagione (tra maggio e giugno), alla cui serie A partecipano solo 7 squadre, le cui sfide si basano sulla formula dei 6 singolari e 3 doppi. Anche in questo caso, chi colleziona più punti ha diritto al titolo di campione di Germania, mentre le ultime due squadre vengono relegate alla serie inferiore. Marco Crugnola, da noi interpellato, quest’anno ha difeso i colori del Reutlingen, e ci ha raccontato che si parla che in futuro tale formula potrebbe essere modificata, con una Bundesliga che potrebbe diventare a due gironi con finale a conclusione: nel caso, non è una soluzione che verrebbe adottata nell’immediato.
Le squadre. Attualmente in Bundesliga si nota un duopolio molto forte e sentito. Da una parte l’Aachen, dall’altra Halle. I primi hanno vinti 5 delle ultime 7 edizioni disputate, mentre Halle risulta essere l’attuale detentrice del titolo. Altre squadre degne di nota sono il Mannheim, che con le sue 38 partecipazioni risulta come la squadra più presente, ed il Blau-Weiss Neuss, che è invece la squadra più titolata, con 10 allori. Nel femminile, infine, è dal 2011 che a farla da padrona è la squadra di Bocholt.
Classifica Bundesliga 2014
Squadra |
Punti |
Incontri |
Set |
Giochi |
|
1 |
TC Blau-Weiss HALLE |
17 |
45-9 |
95-33 |
626-426 |
2 |
TC Kurhaus AACHEN |
16 |
39-15 |
86-39 |
582-428 |
3 |
TK Grun-Weiss MANNHEIM |
13 |
34-20 |
77-50 |
584-488 |
4 |
ERFURTER TC Rot-Weiss |
12 |
37-17 |
84-53 |
554-486 |
5 |
TC Blau-Weiss NEUSS |
7 |
19-35 |
48-79 |
448-543 |
6 |
BADWERK Gladbacher HTC |
6 |
24-30 |
61-73 |
497-542 |
7 |
Rochusclub DUSSELDORF |
6 |
22-32 |
59-72 |
534-538 |
8 |
HTC Blau-Weiss KREFELD |
6 |
21-33 |
59-71 |
494-528 |
9 |
TV REUTLINGEN |
5 |
18-36 |
41-80 |
440-567 |
10 |
BREMERHAVENER TV 1905 |
2 |
11-43 |
31-91 |
398-611 |
Le rose. Ciascuna squadra è dotata di una rosa composta al massimo da 16 giocatori. Il punto di forza consiste proprio nel fatto che, come ha avuto modo di dirci, oltre allo stesso Crugnola, anche Matteo Viola, quest’anno a Krefeld, non vi sono delle limitazioni sul numero di stranieri adottabili e schierabili. I neo-campioni in carica di Halle, per esempio, avevano in rosa Jarkko Nieminen, Robin Haase, Daniel Gimeno-Traver, Simone Bolelli, Daniel Munoz de la Nava e Ruben Ramirez-Hidalgo – che è una vera e propria bandiera della squadra sassone. Più in generale, sono veramente tanti i giocatori d’alto livello che prendono parte a questa competizione, chiaramente tedeschi, ma anche esteri (oltre ai già citati, Klizan, Janowicz, Seppi, Rosol, Roger-Vasselin, Vesely, Melzer, ecc.). Parlandone col già citato Crugnola, emerge come un vincolo esista solo per le categorie al di sotto della Zweite Liga, che in effetti non assurgono a livello nazionale, dove è possibile tesserare un solo straniero. Già in Zweite i team hanno un’alta percentuale di tennisti locali, questo perché gli sponsor non garantiscono la copertura di troppe spese, mentre in Bundesliga la grossa affluenza di tennisti stranieri rende lo spettacolo veramente di primissimo livello: tutti i maggiori giocatori italiani giocano o hanno disputato questa competizione. Stando all’elenco delle rose reperibili online soltanto 55 giocatori a referto sui 154 totali sono di nazionalità tedesca, dato che ben evidenzia la globalità della competizione. Un esempio lampante della competitività è il fatto che “io, che in Italia sarei il numero 1 della mia squadra, in Germania è facile che sia il numero 3” come ha avuto modo di dirci Matteo Viola.
Gli stipendi. Non stupisce il fatto che un campionato che attira tanti giocatori di questo calibro, abbia una politica sugli stipendi piuttosto attrattiva. Fondamentalmente funziona in questo modo: a ridosso dell’inizio della competizione, che si può collocare alla prima domenica del mese di luglio, viene presa la classifica ATP, ed in base al posizionamento in classifica ciascun giocatore può ambire a percepire uno stipendio (se sei classificato top-50 prendi una cifra, se sei top-100 una un po’ più bassa e così a scalare). Chiaramente questo metodo, che potrebbe definirsi tabellare, subisce delle modifiche, identificabili con bonus in base al numero di partite giocate, oppure al numero di partite vinte, oppure in base alla fidelizzazione di un giocatore verso una squadra. “Se ti conoscono, hai giocato bene, si fidano e sanno che sei un buon uomo-squadra, anche se hai perso classifica possono garantirti una provvigione più alta rispetto ad un altro tennista che magari ha un ranking analogo, ma è alla prima esperienza” ci conferma oltre a Crugnola, anche un altro giocatore che preferisce mantenere l’anonimato, il quale prosegue. “Le squadre di punta, ed attualmente ce ne sono due che come possibilità superano, e di molto, tutte le altre, Halle ed Aachen, potrebbero riconoscere cifre molto alettanti. E’ capitato che una delle squadre di vertice, trovatasi all’ultima giornata senza giocatori perché impegnati nelle competizioni concomitanti, sia arrivata a sborsare 40.000 euro per un singolo match ad un tennista di alto livello, che aveva da poco vinto un torneo ATP”. Questa la punta, ma quali cifre girano in genere? E’ sempre Crugnola a darci una risposta chiara “In media, con le possibili modifiche del caso dovute a bonus vittoria, bonus fedeltà, ecc., si può passare da cifre che vanno dai 1.000 ai 10.000 euro per presenza, probabilmente, ma di questo non sono sicuro, i top-50 percepiranno anche qualcosa in più.”
Gli sponsor. Il fatto che una competizione come la Bundesliga prosperi è dovuto essenzialmente al fatto che vi afferiscono circoli di grandi dimensioni, con grosse potenzialità economiche, e che possono permettersi quindi di affrontare spese di un certo livello. Gli sponsor rivestono comunque la loro parte d’importanza – in campo femminile, da questa stagione, la Fidonia, società di servizi finanziari, foraggia il team campione di Bocholt – ma è il sistema che garantisce una copertura economica d’alto livello.
La cornice. Il punto forte di questo torneo è l’organizzazione della manifestazione stessa. Lo percepiamo dai giocatori con cui abbiamo parlato “Il fatto di organizzare sei match, quattro singoli e due doppi, col terzo set al super tie break, è stata un’ottima pensata: i tempi si rivelano più contenuti, non c’è il rischio che la sfida si allunghi eccessivamente così da mettere magari a repentaglio il rientro a casa oppure l’approdo alla località dove dovresti giocare la settimana successiva già per il giorno stesso, e soprattutto gli stessi organizzatori hanno un modo di stimare i tempi che più si avvicina alla realtà. Ed anche per i tennisti, che si trovano a giocare questa manifestazione alla domenica, magari reduci da una settimana di dure partite, sapere di giocare al massimo due set ed un tie-break è psicologicamente più semplice.”. Lo scopriamo anche recandoci sul sito della competizione, dove è facilmente reperibile un breve questionario, in cui i circoli coinvolti nella manifestazione devono dimostrare di avere tutti i requisiti richiesti a posto. E questi sono tra i più svariati, dal garantire un catering per la squadra avversaria, alla disponibilità di un campo coperto per pioggia, fino ai bagni necessari per ospitare un certo numero di spettatori. E gli spettatori, ovviamente, sono a pagamento, ma pensate che questo sia un deterrente? Nient’affatto “I biglietti variano a seconda del circolo ospitante: ad Halle o Aachen si può pagare un biglietto anche 20 euro, ma gli spalti sono sempre gremiti, lì possono arrivare ad avere 3.000-3.500 spettatori in tribuna, ma è comunque difficile che una squadra di serie A riceva meno di 1.500 visite per ogni impegno settimanale.” Con una semplice moltiplicazione, si calcola che un top-team può avere un introito di circa 60.000 euro a partita casalinga ospitata. Un bel margine di guadagno, a prescindere dagli esborsi per i giocatori.
Osservazioni conclusive. La sensazione, confermata da chi la gioca, è che la Bundesliga sia il torneo più ambito ed amato dai giocatori stessi. Il benessere economico, che è sicuramente un punto di forza, potrebbe risultare quasi un’arma a doppio taglio, perché i grandi proventi a disposizione delle due squadre che spadroneggiano sta rendendo meno avvincente la competizione stessa, ridotta ormai ad un testa a testa, tanto che il calendario viene adeguato di conseguenza, con questo match programmato sempre nelle ultime giornate (nel 2012 era alla nona, quest’anno e lo scorso alla penultima). La ripartizione della Bundesliga a gironi vorrebbe in un certo qual senso preservare quel clima di competitività ad alto livello che si è andato via via disperdendo, ma, su tutti gli alti fronti, questo campionato è da promuovere ad ampi voti. Considerare che la modifica che ha portato alla formula attuale risale alla metà dello scorso decennio, così come l’aver adottato il terzo set al super tie break è conquista recente, conferisce l’idea che, in questi ambiti, i cambiamenti sono il pane, ed adeguare il campionato alle esigenze degli spettatori è la via migliore per non fare morire questa tipologia di competizione, che si è, con gli anni, ritagliata uno spazio importante nella vita degli stessi professionisti.
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