Lo Scofield’s Corner di Fabio si sofferma oggi sulla grande stagione di Paolino Lorenzi, ormai a ridosso dei top-100, sulla finale a Bogotà (in altura) di Riccardo Ghedin e sul giovane canadese Pospisil, un ragazzo da tenere d’occhio, da poco trionfatore in uno dei future sardi di questo finale di annata. Attendiamo anche i vostri commenti!
(Paolo Lorenzi)
di Fabio Colangelo
Paolino, complimenti!
Devo ammettere che Lorenzi ha stupito anche me! Quando scrivevo qualche mese fa che avrebbe potuto chiudere la stagione nei primi 100, ne ero realmente convinto, ma non pensavo che sarebbe riuscito a raggiungere l’obiettivo addirittura con tre mesi d’anticipo. E’ vero che gli manca ancora qualche punto, ma credo che in questi due mesi possa tranquillamente fare i punti necessari, considerando che quando giocherà sarà quasi sempre testa di serie! Paolo ha avuto una stagione veramente straordinaria; vincere tre challenger e giocare due finali, mi ripeto, è veramente difficilssimo nel tennis attuale.
Ora sarà curioso vedere come si comporterà a livello ATP, visto che in questo anno ha giocato solo le quali al Queen’s, oltre a quelle dei grande slam. Personalmente spero, e credo sia in grado, di seguire le orme di un giocatore come Luczack che quest anno, dopo aver vinto tantissimo a livello challenger, sta iniziando a dare continuità ai suoi risultati anche nel circuito ATP e ora è stabilmente nei primi 70-80. Vedremo che risposte ci darà il 2010,intanto tanti complimenti!!
Ghedin, mentalità vincente..
Non posso che essere felicissimo per l’ottimo risultato ottentuto da Ghedin questa settimana, in un torneo peraltro di ottimo livello! Aveva scadenze importanti in queste settimane ed ha dimostrato ancora una volta (dopo la finale di Quito dell’anno scorso) quanto è bravo a giocare in altura, che vi assicuro per chi non è abituato come noi è difficilissimo! All’inizio dello scorso anno ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere molto bene Riccardo in una trasferta di un mese in Canada, dove ho capito che non è affatto un caso che lui sia dov’è adesso! Il clima (temperatura massima -10 gradi e bufere di neve continue) in quella trasferta suggeriva a tutti di starsene rintanati in hotel il più possibile e obiettivamente non stimolava molto l’allegria e la voglia di fare qualsiasi cosa. Invece lui, nonostante 3 primi turni consecutivi (10000$), si allenava con una voglia, una costanza e un intensità che sono arrivato a invidiargli! Era un piacere giocare con lui! Ed ecco perchè sorrido quando la gente mi chiede come sia possibile che lui faccia certi risultati. E’ vero non ha un potenziale da top 100, ma ha tante altre qualità che nel tennis di oggi contano molto di più! Si programma in maniera eccezionale andando sempre a cercare, ovunque siano, i tornei sul veloce o in altura dove lui sa che può rendere al meglio. Ci tengo a sottolineare che non è una ricerca dei tornei “scarsi”, perchè, per esempio, quando ha preparato il Roland Garros era a a giocare i forti challenger europei sulla terra, perchè sapeva che quello era il miglior modo per preparare un Grande Slam! Mi aveva detto che il suo obiettivo stagionale minimo era confermare la sua classifica e nonostante abbia ancora un paio di scadenze importanti, credo proprio che ce la possa fare! E sono sicuro che ne è convinto anche lui!
Le difficoltà di giocare in altura
Dicevo prima di quanto sia difficile giocare in altura per chi non è abituato come noi. La mia unica esperienza in altura risale a quattro anni fa in un challenger in Messico e dopo quel torneo ho giurato a me stesso di non riprovarci mai più. La sensazione era surreale. Giocavamo con palline depressurizzate (le conservo ancora a distanza di anni) e ogni volta che cercavo di spingere la palla, letteralmente non atterrava in campo, mentre appena cercavo di tenere, tiravo praticamente nel mio campo! Fu veramente difficile abituarmi almeno un pò alle condizioni e nonostante tutto si vedeva chiaramente come i sud-centro americani fossero molto più a loro agio. Oltretutto giocare a certe altitudini porta a degli ovvi problemi di respirazione che, a parità di acclimatamento, favoriscono ovviamente chi è meglio preparato atleticamente. Tecnicamente il servizio diventa ancora più importante e, come detto, una buona condizione fisica e mentale possono fare ancora di più la differenza. Ghedin dispone di un buon servizio, di un’ottima risposta e l’ho visto poche volte poco preparato fisicamente e mentalmente. Ecco perchè secondo me in altura riesce a ottenere sempre dei cosi buoni risultati.
Pospisil, talento vero..
Ho avuto la (s)foturna di conoscere Pospisil molto da vicino l’anno scorso, nella mia trasferta canadese. La gioia di aver pescato una WC al primo turno passò in fretta, quando mi accorsi che su quei campi rapidi, nonostante i soli 18 anni, avevo pescato un avversario molto più scomodo di tanti altri. Alto e magro con un fisico ancora da sviluppare, giocava un ottimo serve&volley sulla prima palla e anche da fondo, nonostante fosse un pò falloso, aveva colpi incisivi e perfetti per il cemento! Mi avevano stupito l’ottima mano sotto rete e anche la sua buona capacità di muoversi nonostante l’altezza. Persi in due set e uscito dal campo ho pensato subito che quel ragazzo sarebbe stato solo di passaggio nel mondo dei futures; anche perchè in quelle 3 settimane avevo constatato che la federazione Canadese lavora piuttosto bene e ci sono parecchi giovani interessanti. Dopo quella trasferta l’ho rivisto solo una volta (sulla terra ha ancora molto da lavorare), ho iniziato a seguirlo un pochino e onestamente mi stupiva il fatto che non riuscisse a smuoversi da una certa classifica. Ora sembra che in Sardegna stia giocando molto bene; magari ha iniziato quella maturazione che lo porterà a giocare a livelli che secondo me, soprattutto sul veloce, sono di molto superiori ai futures.
(Fabio Colangelo)
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