da Londra, Matteo Torrioli
L’avevamo capito e l’abbiamo lasciato fare. A volte alcune informazioni le ottieni senza neanche chiederle. Certo, dopo un po’ serve un sollecito ma quando c’è qualcosa di cui lamentarsi, tutte le lingue si sciolgono. Ali Saddique, l’autista che ha accompagnato me ed Alessandro Nizegorodcew dall’aeroporto di Heathrow nel cuore di Londra, non appena ha saputo che eravamo giornalisti, ha cominciato ha raccontarci dei problemi che i comuni mortali hanno avuto con l’Olimpiade. “Sono olimpiadi per i ricchi” continuava a ripeterci Ali il quale avrebbe dato qualsiasi cosa per andare a vedere le gare d’atletica. “Ci sto provando, tenterò fino all’ultimo ma è molto difficile”. Il sogno di veder scattare Usain Bolt ce l’hanno in molti, figuriamoci chi vive a Londra da sempre. “E’ un’occasione che capita una volta nella vita” ripeteva Ali. A metà del viaggio, neanche troppo lungo, ci ha spiegato che cosa dovevano fare le persone comuni che volevano andare a vedere qualche evento. “Potevi prenotare un certo numero di biglietti e sperare che accettassero le tue richieste. Il problema però era semplice. Se ne ordinavi tanti e venivano accettati tutti, dovevi prenderti l’intero pacchetto spendendo tanti soldi. Se invece rischiavi di ordinare pochi ticket, era facile rimanere a bocca asciutta”. Alcuni biglietti, poi, erano inavvicinabili. “Le gare finali dell’atletica costano fino a 1000 pound” una cifra enorme, specialmente per chi fa l’autista. “Nessuno ha pensato ai lavoratori. Per un ricco non è un problema comprarsi venti biglietti e vivere veramente l’Olimpiade. Tempo fa, ad esempio, per risparmiare, ho comprato un biglietto per una partita di calcio. Non sapevo neanche chi avrebbe giocato quel giorno. Alla fine mi è capitato Korea – Gabon. It sucks!” A quel punto abbiamo ritenuto opportuno non chiedergli se fosse calcio maschile e femminile. “Però sono riuscito ad avere i biglietti per il pugilato ed il taekwondo per 250 pound, non male” ha detto soddisfatto. Abbiamo quindi colto l’occasione di parlare con Ali anche di questa famosa Olympic Lane, la corsia preferenziale per i mezzi “marchiati” London 2012. Effettivamente le polemiche degli abitanti di Londra sono comprensibili. In un tragitto di circa 30 minuti dall’aeroporto di Heathrow a Chelsea, abbiamo contato cinque sole macchine ed un pulmino autorizzato. Mezzi che sfrecciavano alla nostra destra mentre noi, a causa della carreggiata ridotta da tre a due corsie, ammiravamo il paesaggio londinese bloccati nel traffico. A proposito, e questo lo dico soprattutto al mio collega Nize. Uscendo dal Media Centre vedevo tanta gente che si accalcava e spintonava per scattare una foto alla torcia olimpica. Grazie alla decennale esperienza nel caos romano, sono rimasto fermo e, magicamente, mi sono ritrovato sul ciglio della strada, in una posizione perfetta per farmi addirittura salutare dal nostro “fulminato”.
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