La giornata inizia con la sveglia puntata alle 4:55. Mi trovo in un hotel di Buenos Aires, di ritorno da una vacanza passata tra Patagonia e Terra del Fuoco. Il volo Aerolineas Argentinas che porterà me e la mia compagna a San Paolo è previsto per le 7. Lasciamo puntuali l’Argentina ed arriviamo all’aeroporto di Guarulhos a San Paolo alle 9:30 come previsto. Il tempo di riprendere l’auto che avevo lasciato nel parcheggio e mi dirigo verso l’hotel affrontando il consueto traffico infernale di questa megalopoli sudamericana.
L’hotel che ho scelto si trova strategicamente a 10 minuti a piedi dal Esporte Clube Pinheiros, circolo dove la classe alta di San Paolo si ritrova per fare sport e che dall’anno scorso è sede del Brasil Open sostituendo il palazzo dello sport di Ibirapuera, dove il torneo si svolgeva al coperto. Oggi sono in programma le semifinali di un tabellone che ha visto rispettati i pronostici. Si affrontano infatti le prime 4 teste di serie del torneo: lo spagnolo Albert Ramos-Vinolas (2) contro il portoghese Joao Sousa (4) e l’altro spagnolo Pablo Carreno Busta (1) contro l’uruguaiano Pablo Cuevas (3), già vincitore delle ultime due edizioni del torneo.
La giornata prevede anche le semifinali di doppio, nella seconda delle quali la coppia azzurra formata da Bolelli e Fognini affronta quella verdeoro composta da Dutra Silva e Sa.
Arrivo al circolo e sbrigo le formalità di accredito prima di recarmi sul centrale. Il cielo sopra San Paolo alterna un torrido sole a delle nuvole che danno sollievo agli spettatori. In campo è battaglia tra Ramos-Vinolas e Sousa: quest’ultimo sembra avere la meglio sullo spagnolo che appare provato e meno lucido nelle giocate rispetto all’avversario. Sousa, dopo aver vinto al tie-break il primo set, sembra in controllo del match andando avanti 2 volte di un break e servendo per il match sul 5-4. Qui accade di tutto, lo spagnolo si conquista 3 palle break consecutive, che Sousa è bravo ad annullare. Il portoghese si issa fino al match point. Partita finita? Tutt’altro! Ramos-Vinolas sventa il pericolo e strappa il servizio all’avversario.
Il match gira totalmente, ora è Sousa che appare provato e frustrato per l’occasione mancata. Lo spagnolo sente di avere il match in pugno e chiude il set 7-5 strappando nuovamente la battuta al portoghese. Il terzo set è un monologo della testa di serie numero 2 che chiude la contesa per 6-2 senza particolari difficoltà.
Il secondo match tra Carreno Busta e Cuevas si fa preferire sul piano tecnico e ne risulta un match più divertente. Il merito è principalmente del giocatore sudamericano, che varia il gioco spostando l’avversario soprattutto con l’uso del magnifico rovescio ad una mano di cui dispone. Cuevas si porta rapidamente sul 4-1 con 2 break, Carreno Busta tenta di rientrare recuperando un break, ma l’uruguaiano si dimostra più solido e chiude il set col punteggio di 6-3.
A fine set Cuevas si prende un “toilet break” ed esce dal campo. Vi rientra, ma sembra aver lasciato lo smalto del primo set negli spogliatoi. Lo spagnolo ne approfitta issandosi rapidamente sul 2-0 ed una palla per un ulteriore break, che Cuevas sventa. La partita torna in equilibrio, che viene sancito dal break di Cuevas che agguanta l’avversario sul 4-4. La logica conclusione del set è quindi il tie-break. Qui si rompe l’equilibrio che aveva caratterizzato il parziale con Cuevas che vola sul 6-1 (da incorniciare il punto del 2-0) e chiude al secondo match point disponibile.
Cuevas, che aveva iniziato l’anno in maniera disastrosa (un turno passato a Sydney, seguito da tre eliminazioni al primo turno a Melbourne, Buenos Aires e Rio de Janeiro), si trova nelle condizioni di diventare il primo giocatore a vincere per 3 anni di fila il Brasil Open (a quota 3 vittorie, ma non consecutive, c’è già Almagro).
Terminata anche la seconda semifinale, faccio un giro per il circolo e incrocio Bolelli e Fognini che si apprestano a riscaldarsi su un campo adiacente alla struttura che ospita la players lounge. Il clima tra i due è molto disteso e scherzoso, si vede che sono ottimi amici. I due palleggiano a ritmo sostenuto, impressionante la velocità di palla e la facilità nel colpire da parte dei due soprattutto sulla diagonale del dritto. Terminata la rifinitura, sul circolo si abbatte un nubifragio che fa sospendere la prima semifinale di doppio tra la coppia neozelandese/brasiliana Daniell-Demoliner e quella argentina composta da Bagnis e Duran.
È ora di cena e ne approfitto per recarmi con la mia compagna all’adiacente shopping Iguatemi, ricca di negozi di grandi marche, una sorta di via Montenapoleone al coperto.
Nel frattempo il gioco riprende e io torno sul centrale giusto in tempo per assistere alla fine del match che era stato sospeso e nel quale Daniell e Demoliner hanno sconfitto i rivali per 6-3 7-6. Tocca ai nostri portacolori Bolelli e Fognini affrontare la coppia brasiliana formata da Dutra Silva (per tutti “Rogerinho” qui in Brasile) e Sa. La partita in un primo momento è equilibrata, i nostri si fanno preferire ottenendo le prime palle break del match sul 3-3 sventate bene dal servizio di Sa.
Qui la partita prende una piega decisiva in quanto i brasiliani conquisteranno anche i successivi 6 giochi soprattutto grazie alla propria abilità nel conquistare i punti decisivi portandosi sul 6-3 4-0. Infatti dei 7 game consecutivi vinti dalla coppia verdeoro, i primi 6 sono giunti tutti al 40-40 e tutte e 6 le volte hanno avuto la meglio. La partita è ormai compromessa, sull’1-4 i nostri vedono un ulteriore game sfumare dalla situazione di parità. Non c’è più nulla da fare, Dutra Silva e Sa vincono meritatamente e si garantiscono la finale.
La mia prima esperienza al Brasil Open, dopo 3 anni consecutivi al Rio Open termina qui. Domani il programma prevede la finale di doppio alle 14 e quella di singolare alle 16. Troppo tardi per me che dovrò guidare per 500 km.