da Londra, Matteo Torrioli
Ma allora questi biglietti si potevano trovare, bastava prenotarli un anno e mezzo prima ed essere sicuri di avere le ferie. Ieri, davanti a Casa Italia, subito dopo l’arrivo di Roberto Molmenti, abbiamo vissuto il vero spirito olimpico regalatoci dai tifosi italiani. Uno, infatti, era stato da poco a vedere Wimbledon e, quest’oggi, andrà a godersi la finale di fioretto femminile a squadre praticamente in prima fila. Quei biglietti che ha valgono ora e li ha comprati con diciotto mesi d’anticipo: complimenti. L’altro, invece, molto più giovane, stava con degli amici e non credeva ai suoi occhi: poteva vedere gli atleti da vicino. “Ma c’è Savani? E la Furciniti? Montano è passato?”. Insomma, li conosceva tutti e quando li vedeva passare gli brillavano gli occhi. Forse abituato al divismo dei calciatori, non si aspettava che tutti, ma proprio tutti, si fermassero per le foto o anche per una semplice chiacchierata. “Domani ci sono le ragazze del fioretto, poi vorrei vedere pure la pallavolo. Lea Lo Bianco è proprio brava”. Un vero e proprio appassionato di sport, dote che ha stupito anche i suoi amici che non se lo aspettavano così preparato. Anche noi, a dire la verità, siamo rimasti sorpresi, perché questo giovane ragazzo di Catania sapeva molte più cose di alcuni nostri colleghi.
A proposito dei colleghi. L’Italia non sta vincendo molto in questa Olimpiade ed è normale che quando arriva un oro i giornalisti si accalchino per essere i primi a piazzare il microfono o la telecamere. Purtroppo c’è qualcuno che, memore di chissà quali fasti, pretende che siano gli atleti ad andare da lui o che sia qualcuno a portarglieli. Forse dentro Casa Italia si vivono troppi momenti di “assalto alla diligenza” ma da qui a pretendere i tappeti rossi ce ne passa. Ieri mi è poi capitata una cosa curiosa dentro al Media Centre. Mentre stavo facendo un collegamento con Roberto Parretta, una signora, giornalista presumo, si è alzata da un desk per dirmi che la stavo disturbando, quando a pochi metri c’era una comitiva di colleghi brasiliani che stava festeggiando il passaggio del turno del loro judoka. Vabbè, di prima mattina non tutti si svegliano con il piede giusto. Infine, una piccola nota sul pomeriggio di Molmenti. La cosa più brutta per un tifoso è il sapere di non poter fare niente per aiutare i propri beniamini: sbagliato. Ieri, davanti al maxi schermo di Casa Italia, insieme ad altri tifosi ci siamo intensamente concentrati per far si che quelli scesi dopo Molmenti sbagliassero, colpissero le porte o facessero degli errori madornali. Detto fatto dato che il fortissimo Kauzer ha preso la penalità praticamente ad inizio gara, compromettendo tutto il suo percorso. Una gufata potente, da veri professionisti, che ci ha permesso di cominciare ad esultare anzitempo e di battere le mani quando è arrivata l’ufficialità: l’Italia è tornata a vincere.
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