da Andria, Daniele Sforza
Alzarsi dal letto è una delle cose più difficili che si possano fare nella propria vita, quando però ti aspetta una giornata del genere (quella che vi racconterò) diventa tutto più semplice, anche perché a svegliarmi sono i messaggi di due tennisti/e che hanno la capacità di farmi morire dalle risate, qualunque cosa dicano.
Così dopo aver fatto un’abbondante colazione (vedrete il perché) partiamo alla volta di Andria, questa volta solo io e mio fratello.
Arriviamo al campo giusto in tempo per assistere al match tra il giovane italiano Matteo Donati e lo spagnolo Enrique Lopez-Perez. Ci sistemiamo al solito posto (tribuna laterale) e seguiamo il match. Donati annulla subito due palle break, grazie a una notevole percentuale di prime (costante per tutta la partita intorno all’80% più o meno) e si porta sul 4-4. Qui Donati serve e sul 30-15, viene chiamata “in” una palla fuori di Donati, seguono le proteste di Lopez-Perez. Stessa cosa sul 5-5. Lopez si innervosisce, e comincia a risentirne il suo gioco. Donati ne approfitta e ottiene il break, portandosi a casa il set. Nel frattempo io “tiro madonne”, scusatemi il gergo, per la sconfitta assurda di una giovane tennista allo sbaraglio che perde mancando due match point, giocando un game da 30 minuti (si non sto scherzando) dopo essere stata avanti 5-3 al terzo e tante mille altre cose che sono stufo di ripetere a me stesso. Ancora un errore dell’arbitro ad inizio secondo set e ancora tante proteste di Lopez-Perez che a questo punto stacca la spina e lascia strada a Donati, vincitore con il punteggio di 7-5 6-1. Donati è apparso davvero in fiducia al servizio e con il dritto mentre Lopez-Perez ha martellato dall’inizio del match con il dritto e ha dimostrato a rete un’ottima copertura con delle volée pregevoli, da ottimo doppista quale è.
Donati esce dal campo abbastanza felice e lo fermiamo negli spogliatoi per una breve ma interessante intervista.
Neanche il tempo di rientrare sul centrale del palasport che Matteo Berrettini e il georgiano Basilashvili, classe 1992, sono già in campo, pronti per iniziare il match. Ci posizioniamo ma dopo appena un game vediamo Filippo Baldi spostarsi per sedersi vicino a Umberto Rianna e Sergio Palmieri, direttore degli Internazionali BNL d’Italia. Li raggiungiamo sempre sulla stessa tribuna per sostenere il giocatore romano classe 1996.
Il giocatore georgiano non sembra al massimo della forma e commette qualche errore di troppo, mentre Matteo è solido con il servizio, caratterizzato da un lancio di palla molto alto; da fondocampo regala davvero poco anche se pare inferiore al georgiano, che quando prende il campo sembra ingiocabile. Matteo annulla due set point sul 5-4 sul proprio servizio e riesce a portare a casa il game, inutilmente perché poi verrà brekkato e lascerà il set al georgiano.
Il secondo set inizia con Basilashvili in controllo, ottiene il break nonostante un ace per annullare la palla break da parte di Berrettini e allunga verso la vittoria. Dal nulla invece, Matteo reagisce e ottiene il break a 15. La situazione si ribalta, Matteo comincia a prendere campo e a mettere pressione a Nikolaz, soprattutto con delle ottime risposte, e così il georgiano deve, con 3 miracoli, annullare le tre palle break sul 4-4 che avrebbero mandato Berrettini a servire per il set. Sul 6-5 Basilashvili, con Berrettini al servizio, il giovane italiano mette a segno 2 ace e due servizi vincenti dallo 0-30 e arriva al tie break. Qui, il georgiano prende in mano il match di “testa”, vincendo tutti gli scambi importanti e chiudendo per 75 76(4).
Aspettiamo la fine della conversazione a 4, tra Vincenzo Santopadre, coach di Matteo Berrettini (nella foto a sinistra), che aveva seguito il match insieme a noi, Rianna e Palmieri. Fermiamo di conseguenza Matteo e qui di seguito parte dell’intervista che uscirà prossimamente.
Il Match di oggi è il tuo secondo match nel circuito challenger. Come ti sei trovato a giocare contro il tuo avversario, Nikolaz Basilashvili, che è quasi un top 200?
“Sicuramente è una grande esperienza, lui gioca molto bene su queste superfici indoor e gli scambi sono molto pochi. Nel primo set rispondevo poco e si giocava molto sul servizio, nel secondo c’è stata piu partita. Ero sotto di un break, l’ho recuperato e ho avuto 3 palle break sul 4-4. Sicuramente ho giocato una buona partita di livello e lui è un avversario ostico su queste superfici”.
Nello spogliatoio c’è anche Nikolaz Basilashvili quindi poniamo anche a lui qualche domanda
Usciamo dagli spogliatoi e ancora una volta il match è pronto ad iniziare. Questa volta si affrontano Jan Mertl, classe 1982 e Alessandro Bega (foto a destra), classe 1992.
I pronostici vertono verso i tre set e questa volta ci prendiamo. Il match scorre via con Mertl che sembra in controllo, si porta prima 4-3 senza avere quasi mai problemi al servizio, a cui Bega non riesce ancora a rispondere bene. Ottiene il break in quel gioco in modo abbastanza casuale, possiamo dire a causa del nervosismo di Mertl. Il ceco richiama le persone che sono a custodia delle porte per non far entrare le persone, ma le persone in questione… continuano ad aprire le porte durante gli scambi. Mertl minaccia quasi di ritirarsi. La situazione paradossalmente si ripete ancora, almeno un 5-6 volte, con Mertl sempre più furioso e nervoso. Riesce a portare a casa il primo set ottenendo il contro break subito dopo e chiudendo poi 6-4. Nel secondo set è ancora il nervosismo a farla da padrone, Bega si lamenta con se stesso per i troppi errori, anche se il suo livello di gioco è abbastanza buono (riesce comunque a fare partita pari con il ceco, anche da fondocampo). Mertl invece continua a lamentarsi con tutti poiché gli spettatori (quei pochi), camminano a bordo campo tranquillamente durante gli scambi. Così quando Bega porta a casa il secondo set, Jan esce dal campo senza dire niente a nessuno, lascia la racchetta, va negli spogliatoi (presumibilmente a spaccare qualcosa) e rientra nel campo dopo un paio di minuti. Non si sa come, perché chiunque al suo posto si sarebbe irritato, riesce ad ottenere il break in apertura di set e tenerlo per il resto del match, chiudendo la partita con un 64 46 64.
Nel nostro programma a questo punto era previsto intervistare Bega, lo fermiamo e lui, irritato per la brutta sconfitta, visto che poteva portare a casa la partita, ci dice di farla più tardi giustamente. A questo punto è un momento di pausa e ne approfitto per restare sul centrale a parlare con qualche amico. Vediamo Rianna concedere interviste e lo fermiamo per fargli qualche domanda riguardo il solito argomento, Adelchi Virgili. Ci dice, scherzosamente, ormai si parla solo di Virgili e Fognini (per le bravate), gli altri non contano!
Veniamo a conoscenza dei forfait per problemi fisici di Sela (infortunatosi ieri) e Dustov (di cui non sappiamo niente visto che era sui campi poco prima) e anche in questo caso partono parole di disappunto.
Nel frattempo mando gli audio delle interviste ad Alessandro, sento altre cause perse del tennis (si le conosco tutte io) e torno a sedermi sugli spalti perché a breve dovrebbe iniziare il match di Stefano Travaglia contro l’austriaco Reissig, prima dell’inizio vediamo Alessandro (Bega, ndr) e gli richiediamo la disponibilità per l’intervista, lui accetta ed eccola qui:
Hai giocato un match abbastanza interessante, hai giocato bene soprattutto nel secondo set, poi nel terzo hai subito quel break all’inizio che ti ha sostanzialmente fatto perdere la partita, altrimenti poteva finire in maniera diversa.
Si, sono partito un po’ teso, infatti sono andato sotto di un break all’inizio del primo set e poi piano piano mi sono sciolto e ho giocato meglio, poi nel terzo ho subito un break facendo due errori evitabili sul 40-40 e Mertl ha servito molto bene e non sono più riuscito a riprenderla.
Cosa pensi della stagione appena finita? Hai giocato abbastanza bene in quest’ultima parte di stagione?
Non sono soddisfatto, solo in quest’ultima parte sta un po’ andando meglio. Ho avuto problemi al polso , ora sto meglio e ho iniziato a giocare bene da un mesetto. Giocando bene mi sento in fiducia e ottengo buoni risultati.
Obiettivi per l’anno prossimo?
Prima di tutto proverò a continuare a giocare come in quest’ultima parte di stagione e a ritrovare continuità, poi i risultati verranno.
Con questo torneo hai finito la stagione?
Probabilmente giocherò un altro futures tra due settimane e poi concluderò la stagione
Dove ti alleni?
A Milano all’Harbour club e mi trovo molto bene.
Su che superficie preferisci giocare?
Preferisco giocare su cemento, ecco anche il motivo per cui sono andato a giocare all’estero piuttosto che in Italia.
Intanto inizia il match di Stefano Travaglia che non sembra esprimere il suo miglior tennis e anzi sembra in difficoltà di fronte al “grande” austriaco. Stefano annulla tre palle break con il servizio e poi ottiene il break portando a casa il set.
Nel secondo set, Travaglia comincia sempre annullando due palle break, sfruttando un servizio abbastanza in giornata. Sul 2-2 30-15, servizio Travaglia, accade uno dei più bei momenti di giornata: Travaglia tira un dritto quasi vincente, la palla è fuori ma l’arbitro la chiama buona. Reissig sconsolato si ferma, guarda la riga e scherzosamente salta, sorridendo con i due pollici delle mani in su. Anche da queste piccole cose si vedono le persone, oltre che i tennisti. La partita scorre tranquilla fino al 5-5, poi qui Travaglia piazza la zampata vincente, al terzo break point e porta a casa il match per 6-4 7-5.
Usciamo dal campo, quasi distrutti visto che abbiamo mangiato solo taralli e fermiamo Steto dopo la vittoria. Ecco le sue dichiarazioni
Cosa puoi dirci a riguardo del match odierno?
Ho giocato bene, ho servito bene, ho annullato 4-5 palle break con il servizio. Non ti so dire ora quanti ace ho fatto ma ne avrò fatti almeno 5-6 (7, ndr), ho servito una buona percentuale, il campo è abbastanza veloce però è così anche per il tuo avversario quindi devo cercare di dare il meglio durante il mio match. L’obiettivo è vincere perché perdere non piace a nessuno.
Cosa ti aspetti da questo torneo?
Guarda, questo è l’ultimo torneo della stagione, quindi è come se fosse il primo, il quinto, il decimo, cerco di giocare come ho fatto durante tutta la stagione, cerco di dare il meglio ogni giorno e cercherò di vincere sia singolo che doppio, partita per partita.
Ci avviamo verso la macchina e torniamo a casa, programmando il ritorno per domani, per seguire i match pomeridiani.
Nota a margine. Nel caso in cui il Dj del torneo leggesse questo articolo. Posso capire il motivo della ripetizione a go-go della canzone di Kesha “Die Young”… Sarà bella però il titolo…
Leggi anche:
- None Found