Di Michele Galoppini (@MikGaloppini) e Giulio Gasparin (@giuliogasparin)
La nostra terza giornata nella città di Bucarest comincia, finalmente, da bravi turisti. Poiché i match anche oggi cominciano alle tre del pomeriggio, decidiamo di prenderci la mattinata libera e dare un’occhiata in giro. Seguendo il consiglio di un amico di Giulio Gasparin e del tassista che tanto gentilmente, nel tragitto dall’aeroporto all’appartamento, ci ha fatto anche da guida turistica, ci dirigiamo verso il Parcul Herăstrău, un gigantesco e pittoresco parco cittadino, non prima di una rivelatasi piacevolissima fermata al Muzeul Ţăranului Român, il museo delle tradizioni contadine rumene, ricco di antichi manufatti, oggetti di culto, abiti del passato e perfino intere case, mulini e chiese, tutti ovviamente in legno, traslocati nella loro totalità all’interno del grande museo. Tra un piccolo disguido e l’altro, i tempi questa calda giornata di sole si dilungano fino a farci accumulare anche qualche minuto di ritardo sulla tabella di marcia, nel raggiungimento del circolo.
Il primo match che ci accingiamo a seguire, arrivati al circolo appena in tempo, è quello di Roberta Vinci, seconda testa di serie ed ottimamente approdata agli ottavi di finale dopo la vittoria contro la Babos, e Aleksandra Krunic, che ha sconfitto la tarantina proprio a Wimbledon, nel primo turno. Prima di parlare del match giocato, è certamente interessante sottolineare la presenza (a sorpresa?) di Sara Errani sugli spalti, pronta a tifare l’amica Roberta, che apprezzerà il gesto della collega Chiqui, come dichiarato nell’intervista del collega Gasparin, che ha parlato anche della cronaca del match, a questo link.
E mentre sul campo centrale continua l’infinita lotta tra la montenegrina Kovinic e la più conosciuta tedesca Goerges, sul campo appena lasciato libero da Roberta giocano Schmiedlova ed Allertova. Il match ha pochissima storia ed addirittura termina prima che il campo centrale sancisca la sua prima vincitrice di giornata. Il gioco della Schmiedlova, particolarmente adeguato a questa superficie, non trova rivale dall’altra parte della rete per mano della ceca. La Allertova non riesce mai a contrastare la slovacca e finisce per cedere 6-1 6-2 in 54 minuti. Due match sul campo2 per un totale di 29 game giocati, mentre sul campo centrale è ancora il primo match ad allietare il pubblico, match in corso proprio, curiosamente, da 29 game.
È stato un primo set tira e molla quello che ha aperto il derby rumeno tra Sorana Cirstea ed Andreea Mitu. La più giovane delle due è sicuramente quella che ha meglio cominciato il set, portandosi avanti di un break prima di essere immediatamente ripresa. Ciononostante, la classe 91 ha avuto anche la più grande occasione per chiudere il primo parziale, quando la Cirstea, mancando alcune occasioni, si è ritrovata sotto 4-5 in risposta. Ciò non è comunque bastato grazie alla maggiore esperienza della Cirstea, che ha immediatamente compreso il momento di pressione della Mitu, basato il suo gioco su una maggiore solidità e sfruttando la sua potenza esplosiva solo nei momenti propizi, come quando nel dodicesimo gioco ha scagliato un magnifico dritto lungolinea in corsa nei pressi della riga. Aiutata dai numerosi errori della Mitu ha poi chiuso 7-5.
Il secondo set si è aperto sulla falsariga di come era iniziato anche il primo, con la Mitu in pressione, decisa a muovere da un lato all’altro la connazionale, prima di chiudere su una palla più agevole. La tattica ha portato i suoi frutti e in rapidità la più giovane delle due si è avvantaggiata di un doppio break, anche se a quel punto la Cirstea ha abbandonato la tattica attendista del finale del primo parziale e lasciato andare il braccio. Ma per la rivelazione dell’ormai lontano 2009 il problema maggiore si è presentato al servizio, tanto da non riuscire ad ottenere nemmeno un game con la battuta a favore. Chiusosi 6-2 a favore della Mitu il secondo parziale, il terzo avrebbe dunque deciso la quarto di finalista.
Nel terzo e decisivo parziale è stata nuovamente la ragazza classe 91 a partire in vantaggio, ma la risposta della connazionale è giunta immediata questa volta, tanto che recuperato il break di ritardo, la Cirstea si è portata sul 2-1, trovando il primo game al servizio dal 5 pari nel primo. La Mitu però non si è fatta spaventare e ha innalzato l’asticella ad un livello maggiore e, sfruttando anche un calo della sua avversaria, si è portata sul 5-2 trovandosi ad avere una prima palla per chiudere il match. La più esperta connazionale ha comunque trovato il punto e poi il break. Alla seconda occasione per chiudere l’incontro al servizio, però, alla Mitu non è tremato il braccio e tra gli applausi del pubblico ha chiuso l’incontro 5-7 6-2 6-4.
Cirstea si è comunque detta soddisfatta in conferenza stampa, conscia che il nuovo movimento al servizio, cambiato dopo il brutto infortunio alla spalla, sta finalmente diventando naturale e questi match non possono che darle fiducia per il futuro.
Vince una rumena e tocca alla successiva scaldare il pubblico del centrale. Monica Niculescu è tutt’altro che la tipica giocatrice di tennis: dritto in slice, palle corte, lob, volée, difese strenue, scambi anomali e chi più ne ha più ne metta. Sta di fatto che sin dai primi punti del match contro la Pereira si è capito subito che era una serata di grazia per lei. Gli scambi sono lunghi ed appassionanti, le discese a rete sono numerosissime, i servizi non sono troppo potenti ma sempre precisissimi, tanto da ispirare più volte la rumena a correre a rete per un serve&volley che in diverse occasioni è anche risultato vincente. La Pereira prova a capirci qualcosa ed in numerose occasioni riesce anche a star in scia alla rumena ed al suo “incomprensibile” (in senso buono) gioco; nei primi game gioca benissimo anche lei ed infatti il risultato resta in forte equilibrio, e forse è proprio la brasiliana ad avere le maggiori occasioni.
Ma dal 3-2 per la rumena, nel primo set, qualcosa cambia. Il livello di gioco della Niculescu rimane altissimo, mentre la Pereira pian piano si spegne e si perde nelle intricatissime trame di gioco della rumena. Game dopo game il punteggio è sempre più severo, finché non si arriva al 6-2 5-2. Forse Monica sente la pressione, comincia a giocare peggio e meno in spinta, la Pereira tenta di riagganciarla nel punteggio e di occasioni ne ha a iosa. Clamorosamente, se le annulla letteralmente tutte da sola, con errori banali e discese a rete con risultati da dimenticare. E dopo 6 palle break annullate, la Niculescu chiude il match al primo match point 6-2 6-3, col pubblico in visibilio.
Nel momento di maggiore pathos, sul finale del match, la Niculescu non ha solo confuso la sua avversaria, ma anche il pubblico: dopo un errore non forzato della rumena, la Pereira ha rilanciato la pallina dall’altra parte della rete, ispirando la Niculescu ad un rovescio lungolinea “vincente” accompagnato da un pugnetto (un po’ troppo tardi). E due punti più tardi, dopo un errore della Pereira a rete, la rumena ha scagliato la racchetta di rabbia a terra. Un po’ di drama, lo si sa, non fa mai male!
Nell’ultimo match di giornata Alexandra Dulgheru ha dovuto infine arrendersi al dolore già palesato nel match di ieri, lasciando spazio alla georgiana naturalizzata statunitense Anna Tatishvili. La rumena è scesa in campo con il ginocchio destro evidentemente fasciato, ma ha comunque dato vita ad una serie di game di alta qualità, fino al quarto gioco, quando ha cominciato a risentire di un forte dolore al ginocchio sinistro, causa del ritiro sul 5-2 per la Tatishvili.
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