Articolo e Foto di Roberto Bontempi
Roma, 21 aprile 2010. Un magnifico sole primaverile, pubblico numeroso, personaggi folcloristici e tanto, tanto tennis. Sono questi gli ingredienti che ormai da molti anni fanno del challenger da 30.000 euro organizzato al TC Garden di Roma, un appuntamento imperdibile per gli appassionati romani e non solo.
In questo mercoledì dedicato agli ottavi di finale si sono visti diversi incontri combattuti e spettacolari, alcuni dei quali proverò a raccontarvi.
Ungur b. Guez 1-6 6-4 7-6 (la più lunga)
Dopo due match a senso unico, quelli vinti da Ramirez-Hidalgo (7) e da Daniel Kollerer (3) rispettivamente su Millot (6-2 6-0) e Veic (6-1 6-2), una prima grande battaglia tennistica l’hanno giocata David Guez e Adrian Ungur. Il rumeno dal rovescio d’oro, tesserato in Italia per il TC Crema, è uscito vincitore in rimonta dopo tre ore di lotta all’ultimo punto. Partito male e ceduto facilmente un primo parziale pieno di errori, Ungur si è rimesso in carreggiata nel secondo riequilibrando le sorti della sfida. Nel terzo, però, Guez è parso più continuo nel rendimento e, complice il nervosismo del rivale, si è portato avanti 5-2. A quel punto però il rumeno semplicemente ha rifiutato la sconfitta: ha iniziato a spingere di più da fondocampo ed ha recuperato i due break di svantaggio trascinando l’incontro al tie-break dove, grazie alla sua maggiore classe, si è imposto per 7-3.
Brands b. Bracciali 4-6 7-6 6-2 (il match dei rimpianti)
Peccato. E’ andato davvero vicino il nostro Daniele Bracciali a battere la testa di serie numero 2 del torneo Daniel Brands. Il tedescone dal servizio intrattabile oggi è parso piuttosto vulnerabile e Daniele ha perso davvero un’ottima chance di cogliere il primo successo prestigioso dal rientro per quel maledetto infortunio alla spalla. Bracciali, uscito dalle quali, è partito benissimo con un tennis vario e tatticamente lucido si è portato in vantaggio strappando il servizio al numero 86 ATP. Via via, però, Daniele si confondeva le idee e si faceva prendere dal nervosismo. Nonostante questo, grazie agli involontari aiuti forniti da Brands, alla fine Braccio riusciva a mettere in cascina un parziale caratterizzato da 5 break su 10 giochi. Nel secondo set il discorso si ribaltava: era il tedesco a portarsi 3-1 poi al servizio sul 5-4 con due palle set a disposizione. In quel frangente Brands si disuniva, commetteva un paio di doppi falli e permetteva ad un Bracciali sempre più insofferente di ritornare in gioco. Il set approdava ad un tie-break dove risulterà decisivo un unico punto conquistato contro il servizio dal tedesco, che se lo aggiudicherà per 7-4. Da quel momento in campo ci sarà un solo giocatore, e non sarà il nostro. Brands recupera fiducia, servizio e regala meno, conquistando il match dopo due ore e mezza.
Mayer b. Arnaboldi 6-2 6-3 (c’è poco da fare)
Quando si affronta un avversario più forte e deciso a vincere non c’è troppo spazio per le recriminazioni. E non ha molto da recriminare il nostro Andrea Arnaboldi che si è dovuto arrendere in poco più di un’ora alla testa di serie numero 1 Florian Mayer. Non sono bastati gli incitamenti della bella ragazza bionda dall’accento vivamente spagnolo che seguiva a bordocampo le vicende del nostro giovane tennista: le variazioni di gioco e soprattutto l’anticipo dell’attuale numero 45 del mondo sono sembrati un ostacolo tecnicamente insormontabile per le caratteristiche di gioco del nostro, che si sarebbe trovato più a proprio agio con qualsiasi altro iscritto al tabellone. Comunque Arna non ha mollato una palla e si è impegnato al massimo come sua buona consuetudine.
Machado b. Ancic 4-6 6-4 7-5 (la più bella)
Un’altra grande battaglia, forse la migliore per contenuti tecnici, l’hanno disputata, sul centrale, il portoghese Rui Machado e il campione sfortunato Mario Ancic. Il ragazzo croato, ripetutamente fermato dalla mononucleosi e sprofondato oltre la 400esima posizione in classifica, era una delle stelle della manifestazione ed ha onorato con il massimo impegno l’invito offerto dall’organizzazione. Ha lottato, Mario, con l’umiltà dei campioni veri. Vinto il primo e perso il secondo entrambi di misura, nel terzo set Ancic si è trovato sotto per 4-1. Le parabole arcigne del piccolo rivale iberico sembravano a quel punto fiaccare definitivamente le velleità offensive del croato. Ma Mario non si arrendeva. Attingeva le forze nelle oscure profondità che appartengono solo ai grandi e recuperava issandosi addirittura sul 5-4 a proprio favore. Il pubblico che assiepava le gradinate in ogni ordine di posto si scaldava. Ma non era sufficiente. Il portoghese urlatore non aveva alcuna voglia di mollare e, sul 5-5, complice qualche svarione dell’ex Super Mario, gli strappava la battuta decisiva. Sul 6-5 e servizio succedeva di tutto: due match point annullati con coraggio dal croato e due palle break a suo favore sfumate per poca lucidità, consentivano al portoghese di chiudere, dopo quasi tre ore emozionanti.
Altri Risultati:
Volandri b. Klizan 64 46 61
Del Bonis b. Gil 46 63 61
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