Di Daniele Sforza
Ancora una volta vi porto a viaggiare con me in una dell’ex repubbliche sovietiche, l’Armenia. A raccontarvi la sua storia c’è Ani Amiraghyan, tennista 22enne di Yerevan che in carriera si è già resa protagonista di diversi tornei Itf, spesso anche in Italia. Ani, classe ’93 ha raggiunto in passato (nel 2012) il best ranking al n.422 mentre già in questo inizio di stagione ha ottenuto discreti risultati, inclusa una finale ad Antalya (torneo da 10 mila dollari). Dalle esperienze in Fed Cup, a quelle in giro per i tornei Itf e alle difficoltà che si provano a giocare ed allenarsi in un paese senza una grande tradizione tennistica come l’Armenia, ci racconta tutto la gentilissima tennista.
Come hai iniziato a giocare a tennis? Quando hai capito che poteva diventare parte della tua vita?
Quando ero piccola, a 4-5 anni, mio padre mi ha portato per la prima volta sui campi da tennis e ho praticato questo sport per qualche settimana. Tuttavia mio padre stesso non voleva farmi continuare per questa strada visto che comunque non avevamo buoni allenatori nella nostra nazione e così non ho più giocato per un periodo. A 8 anni guardavo un match di Agassi in tv e da quel momento convinsi mio padre a portarmi sui campi da tennis. Non ricordavo nemmeno quelle poche volte a 4-5 anni in cui avevamo giocato, ma è nata così la mia passione. Dopo due mesi avevo già vinto il mio primo torneo e fin da subito mi sono innamorata di questo sport, quindi ho pensato che questa poteva diventare la mia professione.
Quanto è stato difficile iniziare e continuare a giocare in Armenia? Ci sono strutture e allenatori per praticare questo sport a livelli alti? La Federazione sta facendo qualcosa?
Purtroppo la situazione è davvero difficile, io non so cosa fare e mi sento un po’ con le mani legate, inoltre ci dovrebbe essere uno sponsor che ti aiuti nel caso in cui i tuoi genitori non siano ricchi, ma questo non accade. In Armenia abbiamo veramente degli ottimi club, abbiamo una grande palestra, campi perfetti ma nessuno con cui allenarsi o nessuno che ti aiuta … ci sono tante cose che la federazione dovrebbe fare.
Il proprietario dei campi che è anche a capo della federazione, è una persona molto ricca ma non è interessato al tennis … ci sono tanti bambini che giocano a tennis ma quando si tratta di arrivare al tennis professionistico quanti ce ne sono? Lo potete ben vedere osservando il ranking …
Come ti senti ad essere la n.1 nel tennis del tuo paese?
Sono davvero contenta di essere la numero 1 nel mio paese, tante persone mi riconoscono, nelle strade, nei cafè, mi salutano e mi incoraggiano, l’anno scorso sono stata anche protagonista del programma televisivo Ballando con le Stelle (ovviamente in Armenia) ed è stato anche lì fantastico. Sono stata chiamata dal programma e dopo aver parlato con loro ho deciso di partecipare, sono stati mesi davvero belli e ho fatto tante nuove amicizie.
Hai giocato tante volte in Fed Cup per la tua nazione, che emozioni si provano? Quali sono i tuoi ricordi più belli?
Si, sono sensazioni fantastiche. Ricordo la Fed Cup in Yerevan qualche anno fa, aveva piovuto tutto il giorno quindi avevano spostato il match indoor e il centrale era davvero bello, sembrava uno stadio, c’erano tantissime persone con le bandiere e tutto il resto a fare il tifo e ricordo questo match davvero con piacere, c’è stato un grande supporto da parte della mia nazione, dalle persone che conosco, dagli amici. Anche lo scorso anno, vincendo contro il Montenegro, in Montenegro, è stata una bella soddisfazione tanto che anche l’Itf aveva scritto della nostra vittoria.
Vivendo in Armenia è difficile spostarsi per i vari tornei? Nel corso degli anni sei stata anche in Italia, che ricordo hai di questo paese?
Amo l’Armenia, amo la mia città, davvero non puoi immaginare quanto mi piaccia stare qui, purtroppo c’è un ma: è davvero difficile per un tennista spostarsi per i tornei, costa tanto ed è questo il motivo per cui sto pensando di cambiare luogo. Sull’Italia, dopo aver detto che amo l’Armenia, è difficile dire qualcosa. Credo sia la mia nazione preferita, sono sempre stata benissimo, sia a Todi (per due anni sono stata qui vincendo il doppio e facendo finale in singolare) che a Viserba di Rimini, vicino al mare e un posto davvero magico.
Il 2012 si può considerare la tua stagione migliore vista anche l’ingresso nelle top 500, che ricordi hai?
Si, sicuramente il 2012 è stata la mia stagione migliore, ricordo la finale del primo 15.000 dollari vinto, ero felicissima e tornata a Yerevan tutti i giornalisti mi chiamavano per fare interviste perché erano entusiasti visto che ero/sono l’unica persona a giocare per questa nazione. Spesso infatti ci sono tante persone che sono armene ma non giocano per l’Armenia, giocano per la Russia (ad esempio Margarita Gasparyan) o per l’Argentina (vedi Nalbandian) o per gli Stati Uniti (Agassi).
Hai già disputato diversi tornei ad Antalya, con ottimi risultati inclusa una finale, poi sei stata costretta al ritiro nell’ultimo match, come stai? Cosa pensi di Antalya e di questi resort che organizzano tornei per diverse settimane consecutive?
Ovviamente sono contenta per questo inizio di stagione, ora sono infortunata ma il mio ragazzo mi sta incoraggiando e mi rende positiva, inoltre senza mio padre questo non sarebbe stato possibile. Antalya è “ok”, io vado lì solo per fare punti, non tanto per il posto o per l’organizzazione, non la migliore sicuramente rispetto ad altri tornei, come quelli italiani ad esempio.
Esperienze importanti per un tennista di seconda fascia sono sicuramente i match delle competizioni nazionali, quanto sono importanti economicamente?
Quest’anno c’era anche la possibilità di giocare la Serie B (con l’Angiulli a Bari) purtroppo per problemi burocratici riguardanti il fatto di non essere europea non giocherò qui. Le competizioni nazionali sono davvero importanti per un tennista per finanziare i tornei e infatti quest’anno giocherò ancora una volta la Bundesliga.
Che obiettivi hai per il futuro?
Il mio obiettivo non riguarda il tennis, infatti come donna quello che voglio è avere una famiglia.
Che parole useresti per descriverti? Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Sono una persona positiva, piena di energia in ogni momento della giornata. Amo bere caffè con gli amici, stare con loro, fare shopping e camminare per le strade della città di sera. Mi piace sognare, mi piace immaginare me stessa in un futuro prossimo…
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