Il lunedì alle 23.00 per alcuni tennisti è un orario particolare. Alcuni mettono la sveglia qualche minuto prima, altri il promemoria e altri ancora hanno l’allarme automatico del cervello che indica un momento X. E’ l’ora in cui scadono le iscrizioni per i Challenger e gli Atp che cominciano 3 o 6 settimane dopo. In alcuni periodi dell’anno è più facile prendere delle decisioni, in altri è più complicato. In questo periodo, ad esempio, c’è una quantità di tornei impressionante ogni settimana, le opzioni sono molte di più e per trovare la soluzione migliore c’è da ragionarci un po’ su.
Qualche settimana fa mi trovavo al ristorante con altri giocatori ed era un classico lunedì alle 22.30. Era il momento di scegliere. Da una parte c’erano 2 Challenger europei e le qualificazioni all’Atp di san pietroburgo e dall’altra vi erano i 3 Challenger asiatici e le “quali” di Kuala Lumpur. Io ero più propenso a restare in Europa per qualche settimana. Al telefono avevo il mio caro amico Lucone (Vanni) che mi spingeva, spronava, lottava per andare insieme nella trasferta asiatica. Io non ne volevo sapere, anche perché l’anno prima avevo sofferto tantissimoa causa del caldo.
Come avete visto nelle ultime settimane, Luca e il nostro allenatore hanno avuto la meglio e io ho fatto le valigie per la Cina. Non che ci sia andato contro voglia eh… Nel 2014 avevo anche fatto buoni risultati in questi tornei, ma volevo evitare quell’aria umida dei paesi orientali.
Sta di fatto che a Shanghai ho raggiunto i quarti in singolo e la finale in doppio. Il club dove si gioca questo Challenger è lo stesso del Masters 1000 che comincia tra qualche settimana. E’ semplicemente una messa a punto per il torneo che verrà. Solo che il campo centrale non viene utilzzato.
Ci siamo quindi spostati a Nanchang, dove ho perso in semifinale con il tedesco Gojowczyk. Nei primi tre turni avevo giocato buone partite, anche piuttosto dure fisicamente. Il giorno della “semi” è arrivata la pioggia. Ci è toccato il campo coperto. Il tedesco è stato sicuramente più avvantaggiato a giocare indoor, ma io avevo buone sensazioni e sapeno che il mio gioco di gambe non doveva temere la velocità e le accelerazioni del mio avversario. Ne è uscita fuori una partita pazzesca. 205 punti da incorniciare, 1 ora e 55 ad un livello che non mi aspettavo così alto. Purtroppo ho perso 7-6 al terzo con alcune occasioni sfumate, ma sinceramente non avrei potuto fare di meglio, non avrei potuto dare più di quello che ho dato.
L’ultimo challenger è stato quello di Kaohsiung (Taiwan). Il posto più caldo e umido che abbia mai conosciuto. Quando parlo con amici o altri giocatori, qualunque posto vada lo considero fresco in confronto a questo… Ho vinto un solido primo turno, perdendo quindi al secondo (6-4 al terzo set) contro il giapponese Ito, testa di serie numero 5. Ho avuto una partenza un po’ lenta nel primo set, subendo all’inizio del terzo parziale un break che non sono più riuscito a recuperare.
Appena finito quel match, guardando il mio borsone nello spogliatoio, mi trovavo di fronte ad un altra scelta da prendere.
Tornare a casa o andare a fare le quali dell’Atp di Kuala Lumpur. Sono partito 3 settimane fa con la possibilità di raggiungere il best ranking, ora ci sono abbastanza vicino ma non l’ho ancora superato. E’ una piccola cosa, sono solo numeri, non mi cambia più di tanto ma in fondo lo scopo della vita è superare gli ostacoli e i propri limiti. Perché non provarci?!?!?!
Kuala Lumpur sto arrivando 🙂
Alla prossima..
Fabs
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