Parma è sempre stata una città eccellente in ambito sportivo. Nel 1985 è stata campione d’Europa in due diverse discipline, la pallavolo e il baseball (e c’erano riusciti fino allora solo Madrid, Mosca, Bucarest, Brno e Milano e dopo si sono aggiunte solo Barcellona e Kazan). Poi negli anni novanta c’è stato il grande calcio di Nevio Scala, di Melli, del “sindaco” Osio e di Faustino Asprilla che ha portato Parma ad essere conosciuta e apprezzata in tutto il Mondo.
E poi siamo arrivati ai giorni nostri con le vicende societarie del Parma Calcio che occupano le prime pagine di tutti i media nazionale ogni giorno con notizie che vanno dal grottesco al drammatico, ma il declino dello sport era già iniziato da molto tempo.
Prima è stata la gloriosa pallavolo, per tanti anni a contendersi con Modena non solo lo scettro d’Italia, ma anche quello dell’Europa, dopo tanti fallimenti e una autoretrocessione è definitivamente scomparsa. E anche in campo femminile i diritti sportivi sono stati ceduti ad un’altra società.
Poi il rugby, da due squadre nella serie principale fino al 2010, ora sono finite in serie B e ora appunto la crisi senza fine del calcio.
Ma la Parma sportiva per fortuna non è solo fallimento, gestione “allegra” e decadimento sportivo, esiste anche una Parma sportiva che investe bene sui giovani e sta crescendo sia come numeri che come risultati. Stiamo parlando del TC Castellazzo, un grandissimo centro sportivo immerso nel verde alle porte della città che ospita soprattutto tennis, ma anche equitazione, squash, nuoto, calcetto, oltre ad avere una grande palestra e un’area fitness.
Andiamo a vedere le strutture e ci accoglie Andrea Cenci, responsabile organizzativo degli sport giovanili del Circolo e preparatore fisico degli atleti, che ci guida all’interno della struttura. Si attraversano vialetti e tanto tanto verde per passare da un campo all’altro. Mentre camminiamo Andrea ci descrive i numeri del Castellazzo: “Ci sono 880 soci attualmente, in costante aumento, il nostro punto di forza è la scuola tennis in cui sono iscritti 160 tra ragazzi e ragazze dai 6 ai 24 anni, un centinaio fanno tennis amatoriale, mentre attualmente abbiamo una sessantina di agonisti, 40 ragazze e 20 ragazzi, per i quali ovviamente c’è un percorso di allenamento molto particolare e personalizzato”Poi continua orgoglioso a snocciolare i numeri e i risultati recenti del circolo “Abbiamo complessivamente, tra ragazze e ragazzi, 24 squadre che fanno competizioni nazionali, in ogni fascia di età, siamo quarti nel ranking nazionale federale, nel 2011 abbiamo vinto lo scudetto con la prima squadra maschile che adesso milita in A2, lo scorso anno la squadra femminile è arrivata alle semifinali nazionali e ha vinto lo scudetto nell’under 14 femminile. Il nostro obiettivo è andare avanti anche nella serie A con giocatori cresciuti nel circolo, permettendo solo un innesto esterno. Lo scorso anno hanno esordito anche giovanissimi provenienti dal nostro vivaio, credo sia stata per loro una grande occasione di crescita.” Passeggiando nei vialetti si incrociano decine di ragazzini, alcuni molti piccoli sovrastati dal borsone con la racchetta, molti salutano Andrea, una ragazza si lancia ad abbracciarlo affettuosamente, lui mi spiega “Era molto che non tornava, è stata in Canada, qua siamo tutti una grande famiglia, il nostro obiettivo è proprio quello di fare in modo che i ragazzi si sentano sempre a casa, non devono temere il distacco dalle famiglie quando andiamo a fare le trasferte.”
Passiamo velocemente davanti ai 10 campi in terra rossa, 8 dei quali coperti dal grandi palloni che verranno tolti in estate e arriviamo alla struttura che ospita i 4 campi in moquette destinati agli allenamenti agonistici e faccio la conoscenza dei maestri che seguono i giovani ragazzi nella preparazione.
Giuseppe Montenet è il responsabile del settore agonistico maschile, è molto soddisfatto del lavoro che sta portando avanti nel circolo: “Abbiamo almeno 4 ragazzi di interesse nazionale, Matteo Curci, Riccardo Trascinelli, Edoardo Rizzi e il giovanissimo Filippo Botti, ma oltre a loro c’è un ottimo movimento di ragazzi che si avvicinano al tennis. Ci vuole molta pazienza nel tennis, qualcuno ha troppa fretta di arrivare subito a vincere in tornei importanti, ma chi ha la volontà di lavorare con calma e dedizione seguendo le nostre indicazioni alla fine si sta togliendo tante soddisfazioni.” Il settore femminile è seguito da Chiara Govoni per il mini tennis (dai 6 ai 9 anni) e da Alessandro Tombolini, responsabile del settore agonistico femminile, che è la sezione che sta dando i risultati più importanti a partire dallo scudetto ottenuto dalle ragazze dell’Under 14 e dalle ottime prestazioni che stanno ottenendo Isabella Tcherkes Zade, Carlotta Nonnis Marzano e Elsa Terranova a livello di Under 16 nei tornei ETA. Alessandro Tombolini, il maestro che segue personalmente le ragazze nella fascia 14-16 anni non può che essere soddisfatto del suo gruppo. “Sì, abbiamo creato davvero un bel gruppo di ragazze serie e preparate, sempre disposte a lavorare con costanza e impegno e i risultati ci stanno dando ragione. La vittoria dello scudetto nazionale è stato il giusto premio a tanto lavoro e ormai le nostre ragazze sono conosciute in tutta Europa, abbiamo raggiunto due finali ETA nel doppio con Isabella e Carlotta e la stessa Isabella ha raggiunto la semifinale nel recente torneo a Taverne in Svizzera, prima o poi arriverà per loro anche una vittoria, ne sono convinto.”
Però Alessandro ci tiene a dire che c’è ancora molto da fare, che il percorso di crescita del suo gruppo è solamente agli inizi e la direzione da prendere è quella della gestione di tenniste che si avvicinano al professionismo “Sulla tecnica stiamo lavorando molto bene da tempo, abbiamo bravissimi preparatori atletici come Andrea Cenci e Marco D’Acquisto, mi piacerebbe che entrasse nello staff anche un nutrizionista, l’aspetto alimentare è essenziale nel tennis di oggi”
Poi quando gli chiedo gli obiettivi della stagione, vedo che vorrebbe restare cauto ma in cuor suo spera in qualche grande risultato “L’obiettivo principale è sempre quello di lavorare bene, di crescere umanamente e tecnicamente, certo poi se vengono le vittorie fa sempre piacere e genera entusiasmo nel gruppo. Poi vorrei far esordire Isabella in un torneo Pro, credo che ormai abbia un livello tale per cui almeno le qualificazioni siano ampiamente alla sua portata.”
Ed eccola Isabella Tcherkes Zade, 14 anni e 9 mesi, papà russo e madre slovacca, mancina, rovescio bimane, lunga chioma bionda, potenza esplosiva nei colpi. Ha contribuito in modo fondamentale alla vittoria dello scudetto nel campionato italiano a squadre under 14 e soprattutto al raggiungimento della semifinale nella serie A1 della prima squadra quando è stata fatta esordire a sorpresa. Quello è stato il primo passaggio fondamentale nel “tennis degli adulti” e lei lo sa bene “la serie A penso sia stata una delle esperienze più significative per la mia crescita sia dal punto di vista tennistico che mentale, perché mi sono confrontata con persone molto forti sia fisicamente che mentalmente e sono riuscita a dare il mio contributo”. Isabella continua a vincere tornei Macroarea (l’ultimo un paio di settimane fa proprio davanti al pubblico amico del Castellazzo), ma ormai è nota in tutta Europa dove sta ottenendo ottimi risultati nei tornei ETA, nell’ultimo disputato in Svizzera è arrivata alle semifinali “i tornei TE li trovo molto divertenti, sai, le trasferte tutti insieme, nuovi posti, nuove esperienze e comunque il fatto di confrontarsi con delle coetanee provenienti da tutta Europa, molte delle quali con un livello di gioco veramente alto” Sui modelli da seguire e sugli obiettivi ha le idee molto chiare “Il gioco che preferisco è quello della Radwanska, ma il mio tennis assomiglia di più a quello della Sharapova, quest’anno vorrei vincere un ETA e arrivare ad essere 2.5 nel ranking nazionale.”
Quando le chiedo di parlarmi delle compagne di allenamento, dei preparatori e dell’ambiente è ancora più decisa “l’ambiente è piacevole e con le persone che mi seguono sono molto in sintonia, anche con le compagne mi trovo molto bene dato che passiamo la maggior parte del tempo insieme anche fuori dal tennis spesso mi vedo con Carlotta e con le altre ragazze”
Ed eccola Carlotta Nonnis Marzano, 14 anni e mezzo, compagna di doppio di Isabella, in coppia hanno vinto di tutto in Italia a livello giovanile e sono arrivate due volte in finale in tornei ETA, anche lei ha le idee chiarissime sulla bontà dell’ambiente in cui si allena “Ormai il Castellazzo è diventato come casa mia perché ci passo la maggior parte del mio tempo e la cosa più bella in quel circolo sono le persone, gli amici e gli allenatori perché ti aiutano ad andare avanti anche nei momenti più duri”. Che per lei il circolo tennis sia una seconda casa me lo fa capire poco dopo “spesso riguardo i miei video di quando ero piccola e iniziavo a giocare a tennis, mi fa molta tenerezza ricordare quei tempi, ed è incredibile vedere come siamo tutte cambiate, ma soprattutto vedere quanto sono riuscita a migliorare sia tecnicamente che caratterialmente che fisicamente, me ne rendo conto, e quindi capisco che sto facendo le cose nel modo giusto”. Chiedo anche a Carlotta i suoi obiettivi e anche con lei la risposta è precisa “Il mio obiettivo per metà anno è quello di riuscire a passare 2.8 a giugno e di riuscire a continuare a fare punti ETA in modo da ottenere una classifica sempre migliore entro fine anno. Invece più in generale l’aspetto su cui mi sto concentrando maggiormente è quello di allenarmi sempre bene senza perdere tempo e aumentandone sempre di più l’intensità” Provo a stuzzicarla un po’ chiedendole se non fosse in fondo un pochino gelosa dei successi di Isabella, ma in una frazione di secondo scoppia in una grande risata sincera “Assolutamente no perché oltre ad essere la mia compagna di allenamenti, è la mia migliore amica e sono felice quando lei riesce a vincere e a ottenere risultati importanti. Siamo cresciute insieme e penso che io e lei in squadra siamo le migliori (ride ancora) …, no comunque quando lei vince io sono sempre stra-contenta non sono mai stata gelosa, anzi sono davvero la sua prima tifosa e poi più è brava, più abbiamo possibilità di vincere assieme in doppio, magari partendo proprio dal prossimo torneo che andremo a fare a Rijeka in Croazia”.
Capisce che sto per finire le domande e vuole aggiungere “Comunque ci tenevo a ricordare il mio allenatore Alessandro Tombolini perché tutto questo, cioè i miglioramenti, le vittorie e tutto il resto che ho menzionato prima sono possibili solo grazie a lui che mi aiuta ogni secondo”
Ecco Elsa Terranova, 16 anni appena compiuti, anche per lei la serenità dell’ambiente è fondamentale “Con le mie compagne mi trovo bene, ci sono delle incomprensioni ovviamente ogni tanto, ma siamo molto unite e quando andiamo all’estero a fare dei tornei riesco a conoscere pregi e difetti delle altre ragazze perché si vive assieme 24 ore al giorno e quindi ci si conosce meglio, è un po’ come essere in una seconda famiglia.”
Prima di lasciare il Circolo incontro il Maestro Angelo Casini, il decano dell’associazione, che mi mostra orgoglioso le gigantografie delle foto delle squadre che hanno vinto varie competizioni in tutti gli anni di attività del Circolo: “Io sono tra coloro che hanno fondato il Circolo nel 1972, quando abbiamo deciso di trasformare un podere con una vecchia casa colonica in un moderno ed efficiente circolo sportivo, da allora ho visto tante persone, ma soprattutto tanti ragazzi avvicinarsi al tennis e agli altri sport, molti di loro erano bambini e li abbiamo visti diventare uomini, qualcuno si è perso per strada, ma molti hanno convinto familiari ed amici a unirsi a noi, lo stanno facendo ancora in tanti per fortuna e i soci sono sempre di più”. Gli chiedo se si aspetti l’esplosione definitiva di qualche allieva o allievo del circolo nel mondo del tennis professionistico e la sua risposta non è proprio la più prevedibile ma riassume bene l’atmosfera che ho vissuto in questa giornata trascorsa al TC Castellazzo di Parma “Certo mi piacerebbe vedere uno dei nostri diventare un top player, ma credo che sia ancora più importante lavorare sulla base, un grande giocatore potrebbe avere un talento naturale innato, avere tanti bravi giocatori di tutte le età vuole dire che stiamo lavorando nel modo giusto.”
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