di Alessandro Nizegorodcew
Ha iniziato da numero 372 del mondo. Ha chiuso nei primi 200, con il best ranking al numero 196. Il 2014 ha regalato parecchie soddisfazioni a Stefano Travaglia, e può davvero diventare la stagione della svolta.
Vorrei cominciare proprio da qui, vorrei da te un bilancio di questo 2014.
Ho iniziato bene, ho vinto due 10k a Sharm el Sheikh: ho scelto la strada della terra perché su questa superficie mi sentivo più sicuro, era da tanto che non giocavo sul veloce. Poi ho continuato a giocar bene, ho battuto anche Goffin (al secondo turno del challenger di Vercelli, NdR), gli ho dato io ritmo (scherza). Ho avuto poi una buonissima settimana al Foro Italico (ha superato le qualificazioni e tolto un set a Bolelli, perdendo 36 76 75 al termine di un match intensissimo al suo debutto assoluto nel circuito ATP, NdR). Poi non so, m’ha preso un po’ alla sprovvista quel risultato, mi ha dato senza dubbio un trampolino di lancio, ma non me l’aspettavo. In estate non stavo fermo un attimo: giocavo la serie A2, sono uscito 6-7 volte al primo turno nei challenger in Italia. Ho ritrovato ritmo nei 15 mila, ho sacrificato due challenger per provare a andare agli Us Open e ci sono riuscito: era uno dei due obiettivi della mia stagione.
Come è stato andare allo Us Open?
Il sogno di tutti è giocare uno Slam. Lì è stato fantastico, l’ambiente molto bello, la città poi non dorme mai… Non ho giocato con nessuno dei giocatori nel main draw, ma stavo lì, li vedevo, spogliatoio, player’s lounge… Un’ottima esperienza.
Come è andata la tournée indiana, a Indore e Pune?
Erano due tornei in altura, con palle Babolat che volavano, c’erano campi un po’ diversi, li avevano rifatti per la Davis, comunque molto veloci. C’erano Bhambri, Devvarman, e tutti gli indiani giocavano serve and volley. Al primo torneo, a Indore, ci sono stati risultati atipici. Per esempio Singh, n.500 circa, ha battuto Kudryavtsev, testa di serie n.2. Lì ho fatto semifinale. Al secondo, a Pune, mi sono infortunato, un principio di borsite al tallone, praticamente non camminavo più. Ho fatto due settimane di terapia a Tirrenia da Parra, ora sto meglio, anche se ci devo giocar su. L’altro obiettivo della stagione era entrare nei 200, e in corsa ci son rientrato (è 196), quindi posso dire di essere soddisfatto della mia stagione.
Già pensato alla programmazione 2015?
Sarà tutta nuova, farò una trasferta diversa dagli altri anni. Ci sono due opzioni per la prima settimana di gennaio: o fare le quali ATP a Doha, o giocare un challenger a Noumea o a Happy Valley. Poi le quali agli Australian Open, un altro slam che metterò nella mia esperienza. Dobbiamo decidere la preparazione dopo Andria, anche perchè i tempi sono stretti, devi partire prima di capodanno.
In cosa ti senti maggiormemte migliorato?
Certamente dal punto di vista del rovescio, è più solido rispetto a inizio anno. Poi ho giocato anche molti doppi. Non sono Bryan, ma sento di essere migliorato nel gioco a rete.
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