parole e foto di Giulio Gasparin (@GiulioGasparin)
Il primo match di giornata, sotto un caldo sole solamente di rado nascosto da bianche nubi che preannunciavano un cambiamento di registro in questo torrido luglio, ha visto protagonista la testa di serie numero uno, l’azzurra Sara Errani, che dopo la finale di Bucarest è volata tra le Alpi salisburghesi alla ricerca del secondo titolo stagionale. La sua avversaria era la tennista ucraina Maryna Zanevska, giocatrice che fa dell’uno-due da fondo la sua arma primaria e che ha aperto l’incontro strappando il servizio alla romagnola. Lo scambio di break si è protratto fino al due pari, quando la Errani ha recuperato sul proprio servizio dallo 0-30 e ha tenuto il servizio, infilando una striscia di quattro giochi consecutivi, che l’hanno portata sul 5-2. Persa la fiducia dei primi giochi, l’ucraina ha chiuso con un game in cui si è consegnata all’azzurra, che ha chiuso con due risposte vincenti di dritto.
Chiamato il coach in campo, avvicinandosi alla sua allieva l’allenatore ha ironizzato: “che vuoi che le dica, che sta giocando di m…?” e al ritorno ha aggiunto: “prenderà un 6-0 e si metterà a piangere…” Nonostante due game facilmente conquistati dalla Errani, però, la previsione dell’allenatore della Zanevska non si è realizzata, avendo la sua allieva ritrovato un game, nuovamente in risposta per andare sul 2-1, seppur il linguaggio del corpo non fosse dei più promettenti. Sorprendentemente però, la Zanevska ha ritrovato la calma e la tattica intelligente di inizio partita, infilando una serie di tre giochi consecutivi. Nel gioco successivo ha però praticamente riconsegnato la parità alla Errani con tre doppi falli consucutivi, ma come in apertura di match l’ennesimo scambio di break ha sancito l’andamento del punteggio fino al 5-4 in favore dell’ucraina, game chiuso da questa nonostante un’evidente tensione, grazie a colpi potenti e penetranti, con cui ha forzato l’incontro al set decisivo.
Il terzo set si è subito trasformato in un incubo per la prima testa di serie del torneo, che ha perso la calma nei primissimi punti e messo a segno troppi errori banali nello scambio, mentre invece la Zanevska ha trovato con continuità colpi a filo rete, bassi e difficili da gestire, ma anche accelerazioni vincenti, soprattutto di dritto, nei pressi delle righe. Spazientita, la Errani a momenti non scaraventato la racchetta a terra una volta scivolata sotto 3-0, mentre Pablo Lozano correva in campo nel tentativo di ridare la calma perduta. I due però non hanno avuto uno scambio di opinioni rilassato e il coach ha lasciato lo stadio, sperando che questo smuovesse una reazione della sua pupilla.
L’ucraina si è comunque issata sul 5-2 e con il servizio a favore si è procurata una prima, che poi sarà anche l’unica, palla match, annullata magistralmente e con tanto coraggio dalla Errani con una risposta di dritto ficcante a cui ha fatto seguire un vincente incrociato stretto. La Zanevska ha cominciato quindi ad innervosirsi, mentre l’azzurra con sapienza ha mescolato le carte in tavola, limitando gli errori che fino a quel momento l’avevano affossata. Trovando il primo game al servizio dall’1-0 nel secondo set, la testa di serie numero uno ha obbligato la sua avversaria a provare a chiudere nuovamente al servizio, questa volta fallendo senza alcuna chance di mettere fine all’incontro. Subentrata tanta frustrazione nella metà di campo giallo-blu, la Errani ha saputo tenere la testa della sua avversaria sotto il pelo dell’acqua e non senza una manciata di momenti difficili, ha poi ribaltato le sorti del match, chiudendolo 7-5 a suo favore.
“Un’agonia così, sto giocando male ed è difficile così,” ha detto l’azzurra pochi minuti dopo la vittoriosa maratona. “Non lo ho cacciato io (Pablo), giustamente se n’è andato via, perché io ero nervosissima e quando sei nervosa di parte il cervello così fai e dici cose che non c’entrano niente, per cui lui avrà cercato una mia reazione andandosene, ma non l’ho ancora visto…”
“Poi oggi tanta stanchezza venendo da là (Bucarest, nda), ma con un po’ di culo l’ho portata a casa. Le condizioni sono diversissime qui, come campo e come palline, ma soprattutto per l’altitudine, perché ti sembra che appena le tocchi quelle partono; è una sofferenza giocare con brutte sensazioni, nell’ultima settimana e mezza ho portato a casa molte partite stando lì e lottando, ma come tennis male, perché mi sembra di poter tirare veramente ovunque.”
Qui sotto, il tradizionale podcast giornaliero, con tutte le parole di Sara Errani ed il racconto della giornata.
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