di Giuseppe Ortale
Stasera abbiamo intercettato Claudio Pistolesi, impegnato negli States a seguire Alla Kudryavtseva. Il coach Atp/Wta romano ha risposto a qualche nostra curiosità.
Ciao Claudio, adesso ti trovi negli Stati Uniti, ma la vittoria dell’Italia nei quarti di finale di Davis fa notizia oltre oceano. Vittoria targata Fabio Fognini o di tutta la squadra?
Beh la squadra vince o perde insieme ma è ovvio che la differenza l’ha fatta Fognini battendo Murray, anche perché la sfida sarebbe finita 3-1 per la Gran Bretagna.
Murray sulla terra ti convince o Fabio gli è al momento una spanna sopra?
Murray contro Fabio rischia su ogni superficie ma sulla terra va sotto, come si è visto.
La stagione sulla terra entra nel vivo con Montecarlo alle porte come primo appuntamento “hot”; dietro Nadal sulla terra chi vedi in crescita?
Fognini.
Lo reputi pronto ad entrare nei primi 10?
Sicuramente, del resto è numero 13, mica tanto lontano. Mi ha impressionato rispetto al passato la sua stabilità mentale nelle partite che contano.
Claudio per chi non lo sapesse, negli States qual è la tua attività?
Sono appena tornato da Charleston (Wta). Ora sto allenando Alla Kudryavtseva e sto preparando la mia attività futura che annuncerò più avanti. Nel frattempo mi piace molto fare formazione di coaches attraverso la GPTCA.
Durante la tua lunga carriera prima da tennista e poi da coach, hai potuto ammirare e toccare con mano diversi tipi di cultura sportiva. Quale luogo, quale struttura e organizzazione ti ha impressionato di più?
Sono rimasto molto colpito dagli Usa perché nello sport conta il merito; anche in Scandinavia mi sono trovato bene, ma a pensarci bene anche nei paesi dell’Est oppure in Argentina la cultura sportiva è sana. Negli Usa c’è un livello più alto perché si vive di sport. In Italia lo sport è uno specchio fedele, quasi sempre, dellla nostra classe politica degli ultimi 20 anni.