di Giovanni Cola
L’esempio di Flavia Pennetta è un qualcosa che va oltre lo sport. Potremmo quasi definirla una “lezione di vita” nei confronti di coloro che si scoraggiano, che non credono più nei propri mezzi e nelle reali potenzialità di cui dispongono. Sollevare il trofeo di Indian Wells per lei è stato il coronamento di un lungo percorso, spesso fatto di tanta sofferenza ma contraddistinto da una tenacia di ferro che non l’ha mai abbandonata, neppure nei momenti più ardui. Una dimostrazione di forza da standing ovation.
La finale che l’ha vista trionfare sul cemento del deserto californiano è durata concretamente poco più di un set a causa dell’infortunio di Agnieszka Radwanska al ginocchio sinistro. 6-2 6-1 il perentorio score conclusivo da consegnare agli annali e da raccontare ai nipotini. I problemi fisici della polacca però non possono in alcun modo sminuire la splendida settimana dell’azzurra che si è aggiudicata così il titolo più prestigioso della sua carriera, un Premier Mandatory, eliminando con grande merito, una dopo l’altra, due delle prime tre giocatrici del mondo. Uno stato di forma scoppiettante che lascia presagire tante altre soddisfazioni nel medio termine. La 32enne brindisina è nel pieno della sua maturità tecnica e tattica. Un’esplosione difficile da contenere al momento per chiunque si trovi dall’altra parte della rete.
Anche oggi è subito parsa in controllo del match, ha sfondato nel primo parziale ripetutamente col rovescio lungolinea e ha reso innocua la fitta rete di scambi da fondo della Radwanska che è stata molto più fallosa del solito, imprecisa anche se indubbiamente condizionata in maniera significativa dal ginocchio già fasciato prima di scendere in campo. Il primo medical time out è stato chiamato da Agnieszka all’inizio del secondo set. E’ sembrato immediatamente palese che non avrebbe potuto continuare ad essere competitiva contro una Flavia lucidissima e successivamente molto concentrata nel non farsi condizionare da un’avversaria menomata.
A fine gara la brindisina è stata lungamente congratulata dal suo coach Navarro, il principale artefice dei suoi notevoli miglioramenti, e gavettonata da un incontentibile Fabio Fognini che ha fatto un tifo sfrenato nel box per tutta la sfida.
Un successo che entra nella storia del tennis azzurro, una gioia seconda forse solo all’apoteosi di Parigi di Francesca Schiavone nel 2010. Da domani la Pennetta sarà la nuova n.12 del ranking, un traguardo insperato soltanto pochi mesi fa. Il tricolore può volare alto nel cielo limpido di Indian Wells. Ma siamo certi che non sarà l’unico Centrale di prestigio in cui il nostro vessillo riuscirà a garrire al vento. Un vento che, per il tennis di casa nostra, soffia sempre più in poppa.
Leggi anche:
- None Found