(Paolo Lorenzi – Foto Nizegorodcew)
di Guido Pietrosanti
Buone notizie dal circuito challenger arrivano dall’altra parte dell’oceano dove Paolo Lorenzi coglie il suo primo successo stagionale, settimo della carriera, nel torneo di Pereira in Colombia. Paolino, che già lo scorso anno era arrivato fino alla finale in questo torneo, ha sconfitto all’ultimo atto il brasiliano Rogerio Dutra da Silva (137 atp) per 75 62, tornando così nei primi 120 del ranking atp. Buon torneo anche per l’altro azzurro Riccardo Ghedin, che è riuscito a raggiungere i quarti di finale, rientrando nei top 300. Da segnlare anche l’ottimo risultato del giovane spagnolo Javier Marti, classe 92, arresosi solo in semifinale a Dudra da Silva. Lorenzi conferma con questa vittoria di essere molto competitivo a livello challenger, dove può ancora trovare abbastanza punti da rientrare nei primi 100 del mondo. Sarebbe davvero un risultato meritato per un ragazzo che da tanti anni gira il mondo alla ricerca di punti e vittorie. Inoltre, l’esperienza dello scorso anno, potrà servirgli per evitare di fare troppe volte il giro del mondo, come fece nel 2010 per la smania di giocare tutti i tornei più grandi, senza voler rinunciare ai tornei per lui più accessibili. La conseguenza fu un eccessivo dispendio di energie, fisiche e nervose, e un rendimento inferiore alle attese.
Anche in Italia, nel challenger di Monza, le cose sono andate piuttosto bene per i colori azzurri. Infatti Alessio di Mauro conferma il suo ottimo inizio di stagione, arrivando fino in finale, dove si è arreso per 26 63 63 ad un ottimo Julian Reister, tedesco di 25 anni, numero 100 delle ultime classifiche. Nessun altro azzurro è riuscito a superare il secondo turno, a conferma che senza il contributo della “vecchia guarda”, i tennisti azzurri non sarebbero così ben rappresentati nel circuito challenger. Di Mauro compirà 34 anni ad agosto e, nonostante tutta la sua buona volontà, non riuscirà a mantenere questo livello ancora per molti anni.
A Recife in Brasile, ha vinto il giapponese Tatsuma Ito (135 atp) in ottima crescita quest’anno e già semifinalista nel challenger di Burnie a gennaio. Ito ha vinto la finale senza nemmeno scendere in campo per abbandono del suo avversario, la giovane speranza brasiliana Tiago Fernandes, classe 93. Fernandes, entrato in tabellone grazie ad una wild card, si conferma lo junior meglio classificato nel ranking atp, alla posizione numero 380. Buoni risultati sono arrivati anche dalle altre WC del torneo brasiliano. Il 93 Sant’Anna ha preso i suoi primi punti atp passando il primo turno mentre il 92 Clezar, numero 601 del ranking, si è spinto fino ai quarti di finale. E questa settimana in Brasile, nel challenger di Blumenau, una WC è andata al giovane 94brasiliano Monteiro, a conferma di una strategia chiara di aiuto ai giovani emergenti.
Anche dal circuito future sono arrivate indicazioni incoraggianti anche se il vincitore del torneo Italy F4 non è stato un giovane di belle speranze ma il 27enne Daniele Giorgini, ormai abituato a vincere future, ma incapace (finora) di ripetersi a livello challenger. Giorgini ha sconfitto in finale per 75 61 il giovane (lui si!) Alessandro Giannessi, alla seconda finale future dell’anno dopo quella in Turchia nel mese di marzo. Giannessi ha sicuramente alzato il suo livello rispetto allo scorso anno e sembra già in grado di stare almeno nei primi 300 del ranking. Buon risultato anche in Chile F2 dove Stefano Travaglia, l’altro giovane azzurro in buona crescita, si è ritirato in semifinale per stanchezza. Nel future Spain F11 è arrivato fino alla finale Matteo Marrai, non più giovanissimo, ma già in grado di giocare nei challenger un paio di stagioni fa. Alcuni infortuni e forse anche qualche scelta sbagliata, hanno poi rallentato la crescita di un giocatore che sembra spesso sul punto di fare il salto di qualità, ma che si ritrova poi a galleggiare intorno alla 400esima posizione del ranking atp. L’esempio dei vari Lorenzi e Di Mauro, oltre che di Galvani, capaci di raggiungere il loro best ranking ben oltre i 27-28 anni potrà servire da stimolo e da esempio per molti giocatori azzurri che, pur non essendo più giovani speranze, stanno ancora tentando faticosamente la strada del professionismo.
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