di Riccardo Bisti (Ufficio Stampa Challenger Bergamo, Foto Antonio Milesi)
Il kazako vince un curioso incrocio tra ex connazionali contro Illya Marchenko. “Sono rimasto concentrato, se molli per un attimo è finita. In Ucraina non sono contenti della mia scelta? E’ la loro opinione, non posso farci niente. Bergamo? Uno spettacolo”
Ha esultato come se avesse vinto un torneo ATP. E’ normale: giocare contro un ucraino non sarà mai banale per Aleksandr Nedovyesov, almeno da quando ha deciso di giocare per il Kazakistan. Gli ucraini non l’hanno presa troppo bene, ma lui va avanti per la sua strada. E’ convinto di poter camminare a testa alta. In una battaglia dura, aspra e “cattiva” si è imposto su Illya Marchenko in quello che – fino a pochi anni fa – sarebbe stato un derby ucraino. E un pizzico di livore, in effetti, si è percepito. Nedovyesov vola in finale al Trofeo FAIP-Perrel dopo una bella vittoria, maturata col punteggio di 6-4 3-6 7-6. Una battaglia tremenda, combattuta fino all’ultimo punto. Ha vinto Nedovyesov ed è giusto così, perchè ha saputo adattare il suo tennis alle circostanze. Lo ha fatto meglio di Marchenko, che è potente, ruspante ma un tantino monocorde. Dopo aver perso il secondo set (ha incassato il break da 30-0, in un game rovesciato da uno strepitoso passante in corsa dell’ucraino), ha cambiato il suo gioco e ha utilizzato spesso un rovescio in slice che ha tolto il ritmo all’avversario. E’ salito 2-0, si è fatto riprendere ma nel tie-break è stato più bravo. Giusto così, anche perchè aveva avuto un matchpoint sul 5-4. “Lo slice? Di sicuro era una delle mie tattiche prima del match. Dovevo evitare di lasciare spazio a Illya, variare più del solito. Tuttavia, direi che la chiave del match è stata la mia concentrazione. Sono rimasto attento per tutta la partita. Su un campo come questo, molto veloce, se perdi la concentrazione e vai sotto, poi diventa molto difficile recuperare”.
Che Nedovyesov si sia calato appieno nella nuova mentalità lo si vede dal suo borsone, personalizzato con la scritta “Aleksandr” accanto alla bandiera del Kazakistan. Per coglierlo in contropiede, gli chiediamo quanto è stata dura giocare contro un connazionale. Niente da fare: “Contro un ex connazionale, per dirla tutta. Prima della partita ho parlato al telefono con mio padre e mi ha detto che sarebbe stata una partita più mentale che tecnica, visto che io e Illya ci conosciamo molto bene. Siamo cresciuti insieme e abbiamo giocato per la prima volta una dozzina d’anni fa. In semifinale non vorresti mai perdere contro nessuno, figurarsi con uno come lui. Si, per me è stato davvero difficile”. A quanto pare, gli ucraini non hanno preso troppo bene la scelta di giocare per il Kazakistan. “Si, è possibile – dice Aleksander – ma a me va benissimo. E’ stata una mia scelta personale. Prima di prenderla ho fatto un ragionamento interiore, ho pensato se fosse giusto o meno. Alla fine mi sono detto che avrei potuto e l’ho fatto. I miei genitori e tutte le persone che mi stanno vicino supportano la mia scelta e tanto mi basta. Se qualcuno non è d’accordo è la loro opinione, io che ci posso fare?”. Per lui sarà la quinta finale challenger in carriera, la prima lontano dall’est europeo. Finora ci è arrivato a Samarcanda (perdendo) e a Praga, Szczecin e Kazan (vincendo). Difficilmente aveva visto un pubblico del genere in un challenger. Per la semifinale c’erano almeno 1.500 persone, forse qualcosa di più. “Vero. Non me l’aspettavo, soprattutto perchè l’incontro si è giocato piuttosto tardi. Se viene così tanta gente alle 18.30 è davvero bello, un grande aiuto per la popolarità del tennis. A me piace molto”.
In finale se la vedrà con Benoit Paire: il francese, forse il giocatore di maggior prestigio presente al PalaNorda, non si è fatto distrarre dalla wild card ottenuta all’imminente torneo ATP di Marsiglia e continua ad alzare il suo livello, giorno dopo giorno. Nella seconda semifinale si è imposto con un doppio 6-4 su Jurgen Zopp in una partita giocata su ritmi altissimi. Un break per set è bastato per intascare una finale preziosa per morale e classifica. Si sono visti sprazzi del tennis che un paio d’anni fa lo hanno portato tra i top-30 ATP. Tra l’altro, Benoit si è calato benissimo nel clima di Bergamo, una simbiosi che potrebbe tornargli utile in finale. In precedenza si era concluso il tabellone del doppio, con il successo della coppia svedese-tedesca comporta da Andreas Siljestrom (che portava il suo nome scritto dietro la schiena) e Martin Emmrich. I due si sono imposti sulla coppia tutta polacca Koniusz-Kowalczyk. E’ finita 6-4 7-5: per loro è l’ottavo titolo in coppia, il sesto in un challenger. Grande gioia per Emmrich, che a breve si sposerà con la collega Michaella Krajicek, cui ha fatto una romantica richiesta di matrimonio proprio in campo, lo scorso giugno a ‘s-Hertogenbosch.
Domenica c’è il gran finale. Lo spettacolo-introduzione, con la presenza della soprano Elena Bertocchi e del tenore Diego Cavazzin. Il concerto inizierà alle 15.30 e sarà seguito da una spettacolare presentazione a cura dello staff di AnimaVera. A seguire, Paire e Nedovyesov scenderanno in campo per un match molto atteso. Un match da tutto esaurito.
TV: Diretta su BG24. STREAMING: new.livestream.com/ATP e www.atpbergamo.com
TROFEO FAIP-PERREL (42.500€, Play-It)
Semifinali Singolare
Aleksandr Nedovyesov (KAZ) b. Illya Marchenko (UCR) 6-4 3-6 7-6(3)
Benoit Paire (FRA) b. Jurgen Zopp (EST) 6-4 6-4
Finale Doppio
Martin Emmrich-Andreas Siljestrom (GER-SWE) b. Mateusz Kowalczyk-Blazej Koniusz (POL-POL) 6-4 7-5