di Guido Pietrosanti
Un solo torneo challenger è stato disputato nella settimana dal 28 gennaio al 3 febbraio. Si tratta del torneo di Burnie in Australia, dove alcuni giocatori che hanno disputato la stagione australiana precedente agli Australian Open, si sono fermati sperando di raccogliere punti in tornei di livello non molto alto. Altri hanno invece scelto di cominciare la loro stagione proprio dall’Australia, senza però potere o volere disputare altri tornei prima di questo. È il caso degli azzurri Alessandro Giannessi, Luca Vanni, e Andrea Arnaboldi, che hanno affrontato la lunga trasferta australiana senza però riuscire a passare il primo turno a Burnie, anche a causa di sorteggi che avrebbero sicuramente potuto essere migliori.
Chi è riuscito ad approfittare in pieno del livello non eccezionale del tabellone australiano è stato il giocatore di casa John Millman, 23enne in buona crescita, capace di vincere il suo primo challenger già nel 2010 a Sacramento negli Stati Uniti, che grazie alla vittoria a Burnie raggiunge il suo best ranking al numero 158. In Australia Millman ha sconfitto in finale il francese 32enne Stephane Robert, non compreso tra le teste di serie, per 62 46 60.
Come spesso succede a livello challenger, sono stai pochi anche a Burnie i giovani che sono riusciti a mettersi in evidenza. Tra questi, merita di essere citato l’australiano Matthew Barton, classe 91, che si è spinto fino alle semifinali prima di essere fermato da Robert.
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