di Sergio Pastena
Ci sono giocatori che hanno il braccino cronico: sono dotato di grande talento, avrebbero le potenzialità per riuscire ad emergere e a togliersi qualche soddisfazione, ma finiscono sempre col cadere a un passo dal traguardo. Due esempi classici, in questo senso, sono quelli di Florian Mayer da Bayreuth e Feliciano Lopez da Toledo, accomunati dal fatto di fermarsi sempre (nel primo caso) o quasi (nel secondo) sul più bello: questa settimana non si sono smentiti.
Partiamo dal tedesco, il caso meno grave: a Monaco ha trovato un tabellone tutto sommato accessibile, senza incontrare teste di serie fino alla finale. Vittoria agevole contro Darcis, qualche difficoltà con Gabashvili, scontro duro nei quarti contro Dimitrov, risolto al terzo set: nella semifinale tra genialoidi contro Petzschner il buon Florian ha prevalso in due set ritrovandosi ad affrontare Nikolay Davydenko. Il russo, per inciso, aveva dato mostra di una buona condizione nel corso del torneo, eliminando Cilic, ma ovviamente non era sembrato neanche il lontano parente del Nikolay “Play Station” dei bei tempi (come testimonia la sudata vittoria al terzo set contro il qualificato Reister). Pronti, via e Davydenko si aggiudica il primo set, ma Mayer reagisce e porta a casa il secondo. A quel punto con l’inerzia del match dalla sua parte e il supporto del pubblico di casa sembrava fatta, invece è arrivata puntuale la sciolta: 6-1 per il russo che torna alla vittoria, quarta finale persa per il tedesco.. Tra gli italiani Starace passa due turni prima di arrendersi a Petzschner e Bolelli dà segnali di vita, impegnando al primo turno Cilic e aggiudicandosi il torneo di doppio in coppia con Zeballos.
A qualcuno potrà suonare strano il fatto che abbiamo definito “meno grave” il caso di Mayer quando a Belgrado Feliciano Lopez ha perso in finale da Novak Djokovic, risultato scontatissimo. In realtà è una questione di smash, precisamente dello smash che Lopez si è trovato ad eseguire sul 5-5 del primo set in occasione di una palla break: Djoker aveva rimandato alla meno peggio la palla dopo uno scambio eseguito benissimo dallo spagnolo (back di rovescio, palla corta e “piazzata” nell’angolino dopo la controsmorzata del servo), ma Lopez non ha avuto la lucidità di osservare il piazzamento dell’avversario e ha sparato uno smash fiacco addosso a Djokovic, che ha ringraziato e lo ha infilato con un passante da campione. Perso il successivo tie-break Lopez si è disunito e il match non ha avuto più niente da offrire. Per lo spagnolo due finali vinte su sette in totale. Belgrado è stato anche il torneo che ci ha regalato la gioia di vedere Filippo Volandri tornare ad alti livelli: il livornese si è sbarazzato di Lajovic, Marchenko e Granollers prima di cedere proprio a Lopez in semifinale al termine di una partita onorevole. Punti che sono ossigeno puro in vista della cambiale del Foro Italico.
Chiudiamo con Estoril: in Portogallo si è avuta l’ennesima conferma, casomai ce ne fosse bisogno, che Juan Martin Del Potro sta tornando e mette paura, Soderling e Verdasco possono testimoniarlo. L’argentino ha lasciato per strada un set solo nel primo turno contro il qualificato portoghese Pedro Sousa, cosa imputabile più a un rilassamento che ad altro, ma da quel momento in poi è stato perfetto, annichilendo Verdasco in finale con un 6-2 6-2 che non ammette repliche. Al Roland Garros sarà testa di serie , con grande sollievo degli altri big. Conferma sulla terra per Raonic, che arriva fino alla semifinale, mentre a rappresentare l’Italia c’era Flavio Cipolla, bravo a qualificarsi prima di cedere al beniamino di casa Gil.
Leggi anche:
- None Found