da Roma, Alessandro Mastroluca
Ha giocato alla pari con Thiem, ha espresso un ottimo tennis ma non è bastato. Bolelli, in campo con l’outfit tricolore, ha perso tutti i punti importanti. Semplicemente, nelle occasioni che hanno deciso la partita, l’austriaco ha fatto sempre la scelta giusta. E alla fine, alla prima partecipazione a Roma, si è meritato il secondo turno contro Simon.
Il 76 76 dà la misura della prestazione di Simone, che nel primo set ha servito col 72% e perso solo cinque punti con la prima. Ha scelto con costanza la traiettoria esterna: chiara l’idea complessiva di partita dell’azzurro che cerca di aprirsi il campo per provare a chiudere col secondo colpo sul lato debole o in contropiede. Thiem, che ha nuovamente cambiato racchetta a inizio anno in cerca di un modello che gli consentisse di spingere di più senza risultare rigido, imposta il gioco sulla diagonale sinistra. Privilegia le scelte centrali al servizio, e con quel movimento corto e difficile da leggere col suo colpo forte riesce a muovere bene l’avversario. Bolelli però è bravo a usare il topspin per alzare un po’ le traiettorie sulla diagonale forte dell’austriaco e su un Centrale pieno per due terzi porta al tiebreak un primo set senza break e senza l’ombra di una palla break. L’approccio, però, è tutt’altro che positivo. Si gioca il primo punto al servizio con la prima palla corta del set, che però esce alta, lunga e attaccabile: il minibreak è inevitabile. Simone allunga 4-1 ma prima del cambio campo recupera il minibreak sul primo vero regalo di Thiem che, con l’azzurro al centro della rete, dà fin troppa profondità al passante lungolinea di rovescio. E’ esattamente lo stesso errore che commetterà Bolelli, avendo però meno spazio da sfruttare, che subisce il nuovo strappo per il 5-4 Thiem. L’austriaco dà sfoggio anche delle sue qualità di difesa nel punto che porta al set point e viene a chiudere col dritto stretto in cross.
Ancora più eloquente l’inizio di secondo set, con Bolelli che manca cinque palle break nei primi due turni di risposta. Inizia il parziale con un doppio fallo, ma al secondo gioco va subito 0-40. L’unica vera occasione la manca alla prima occasione (risposta larga), poi è Thiem a salvarsi alla grande (5 punti di fila) prima col dritto lungolinea poi con un serve and volley estratto a sorpresa da un repertorio ancora tutto da definire nella gestione del posizionamento e nell’esecuzione dei colpi sotto rete. Sceglie la prima palla break a sfavore, Bolelli, per giocare una palla corta letale, ma l’impressione è che dei due sia l’austriaco a poter salire di più, mentre “Bole” è già più vicino al suo massimo (vedere per credere la risposta d’impatto di solo polso di rovescio dell’austriaco nel terzo gioco).
Anche nel quarto gioco, Simone ha un’occasione per portarsi avanti di un break, sul 15-40, con la possibilità di rispondere sulla seconda dell’avversario. Ma tira fuori un ibrido, né rovescio col polso bloccato né chop d’attacco, la peggiore risposta del match nel punto potenzialmente più importante della partita. Thiem stampa l’ace al punto successivo e al quinto game completa il break con un paio di punti da applausi per chiudere, prima un passante liftato di dritto in cross poi un perfetto lungolinea di rovescio.
Dopo un’altra palla break sprecata sulla seconda dell’austriaco, alla settima occasione Bolelli piazza la risposta vincente che lo riporta nel match sul 5-5. Ancora una volta, però, apre il tiebreak con un gratuito e lancia il 7-5 di Thiem, che ha mostrato il miglior tennis della sua stagione, ai livelli di Miami dove è arrivato per la prima volta in carriera nei quarti di finale in un Masters 1000. A Bolelli, che a Roma non è mai andato oltre il terzo turno e a Madrid la scorsa settimana ha toccato le 100 vittorie in carriera, resta la sensazione di essere tornato alla pari con i top players. Ma tra giocare alla pari e vincere la differenza ancora si vede, si sente, si tocca.
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