di Giovanni Cola
Ancora prima che da atleta ha dovuto crescere molto rapidamente come donna. Ana Konjuh, una delle stelle emergenti del circuito Wta, ha solo 16 anni e mezzo ma tanta esperienza maturata in un percorso di vita molto tribolato che però le ha consentito di raggiungere, già da adolescente, una solidità mentale quasi da veterana. A temprarla in modo particolare è stata la malattia della sorella Antonia a cui venne diagnosticata una patologia rarissima dalla quale sembrava quasi impossibile guarire.
L’affetto della famiglia e, ci piace pensare, anche i buoni risultati sul campo di Ana hanno tuttavia creato le condizioni per compiere un autentico miracolo medico che ha letteralmente salvato l’esistenza di Antonia. La Konjuh, nata a Dubrovnik, ma trasferita in tenerissima età a Zagabria, è stata presa sotto l’ala protettiva di Iva Majoli, campionessa croata, vincitrice del Roland Garros nel 1997. Per Ana si tratta di una vera e propria guida, una fonte di ispirazione da cui attingere consigli preziosi dentro e fuori dal campo.
La doppietta Australian Open-Us Open Junior 2013 ha poi regalato alla Konjuh la definitiva consacrazione internazionale e l’attenzione di tanti addetti ai lavori, insieme alla posizione n.1 del mondo di categoria. L’esplosività del suo gioco ha impressionato a tutte le latitudini. Il talento è cristallino e i suoi colpi hanno un margine di crescita ancora molto elevato.
Questa stagione voleva essere quella del grande salto nel professionismo, dopo un buon inizio ad Auckland e le qualificazioni superate a Melbourne, c’è stato però il riacutizzarsi di un problema al gomito che l’ha costretta a sottoporsi ad un intervento chirurgico con conseguente lungo stop di diversi mesi. Ana però non si è scoraggiata ed ha lavorato duro per tornare a mordere il freno nella seconda parte dell’anno. Ha così passato le qualificazioni anche a Wimbledon, dove si è spinta sorprendentemente fino al terzo turno, in cui ha ceduto il passo a Caroline Wozniacki. L’ultimo exploit è molto recente, risale alla scorsa settimana, quando la croata ha raggiunto la semifinale nel torneo Wta di Istanbul, anche in questo caso partendo da qualificata. Il ko le è tuttavia stato inflitto dalla nostra Roberta Vinci che si è in questo modo virtualmente vendicata della sconfitta subita proprio da Ana nel primo match del 2014 ad Auckland.
Altro aneddoto interessante da raccontare: un’altra sorella della Konjuh, Andrea, di cinque anni più grande, aveva iniziato la carriera tennistica in età precoce, anche lei aveva dimostrato di avere le necessarie qualità per sfondare. Una serie infinita di infortuni l’ha però costretta ad abbandonare il mondo dello sport a soli 18 anni. Ora è sposata ed ha un già un bambino. Ana vuole arrivare in alto, anche per riscattare l’incredibile sfortuna patita dalle due sorelle.
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