di Lorenzo Cialdani
Con l’età che avanza, le ferree regole ATP in materia di Masters 1000 possono condizionare non poco la stagione dei numerosi over 30 presenti nella Top100 del circuito, obbligandoli a partecipare, qualora fossero presenti nella entry list del torneo, a tutti i tornei in programmazione di tale categoria, con lo “0” nella casella dei punti che potrebbe seriamente rischiare di sbilanciare il confronto con i giovani fisicamente più integri.
L’ATP ha ratificato una nuova norma che, a partire dal 1° gennaio 2015, permetterà ai tennisti che rientreranno in determinati canoni di saltare un torneo 1000 nel corso della stagione non incorrendo nel sopracitato problema degli zero punti.
La regola, precisamente la sezione 1.08, presente nel regolamento e recentemente implementata, dice che i tennisti potranno sostituire i punteggi precedentemente fuori dal conteggio totale dei punti ATP, con lo “zero” dei tornei “mille” saltati, fino ad un massimo di tre, uno per ciascun requisito soddisfatto tra quelli identificati dalla Commissione ATP:
- Aver compiuto, al 1° gennaio dell’anno in corso, il 31esimo anno di età
- essere professionisti da almeno 12 anni (si prende come riferimento il primo anno di attività professionistica nel quale un tennista ha preso parte ad almeno 12 tornei con punti ATP in palio)
- L’aver disputato, sempre la 1° gennaio, un minimo di 600 partite tra i professionisti, tra tornei maggiori, Challenger e Futures
Hanno la possibilità di usufruire di questa nuovissima regola ben 10 tennisti tra i primi 100 del mondo, ovvero Roger Federer, David Ferrer, Feliciano Lopez, Tommy Robredo, Fernando Verdasco, Mikahil Youzhny, Lleyton Hewitt, Radek Stepanek, Jarkko Nieminen e Tommy Haas.
Con le acque intorno a Chris Kermode, Presidente Esecutivo dell’ATP, che si fanno sempre più agitate, questa nuova norma “salva veterani” può sicuramente far discutere, soprattutto in un’era che sembrerebbe richiedere una maggiore attenzione sui problemi affrontati dai giovani viste le grandi difficoltà nello scalare una classifica molto livellata. La rilevanza ottenuta dai giocatori più anziani aveva fatto temere un impoverimento del valore generale del circuito, con il ricambio generazionale che sembrava lasciare l’amaro in bocca, almeno prima dell’avvento dei vari Coric, Zverev, Kozlov ecc., e anche se adesso le aspettative restano comunque alte e le pressioni aumentano esponenzialmente torneo dopo torneo, questa nuova traccia data dall’associazione del tennis maschile è volta sicuramente a preservare talenti sul viale del tramonto, divenendo senz’altro più sensibile alle necessità di chi vive da oltre un decennio in giro per i campi di tutto il mondo, con il risultato ulteriore di scombinare nuovamente le carte in tavola, sia per le organizzazioni per i tornei maggiori, sia per le gerarchie di un mondo del tennis sicuramente in continua evoluzione.