di Piero Emmolo
Due le tappe della settimana. Il circus fa sosta in America, rispettivamente nel paese panamense e in Canada. Affermazioni del rientrante Pere Riba e del tennista “downunder” Samuel Groth, che inaugura la sua bacheca personale di titoli nel singolare.
PANAMA CITY (40000$, CLAY) Nell’omonima capitale dello Stato centr’americano ad imporsi è stato lo spagnolo Pere Riba in finale sullo sloveno Blaz Rola, in crescita costante in questa prima tranche della stagione del challenger tour. Per l’iberico settimo sigillo nel tour cadetto, l’ultimo dei quali risalente all’appuntamento italiano di Todi nel 2013. La finale ha visto Riba prevalere solo alla terza partita, con lo score complessivo di 7-5 5-7 6-2. Il cammino del finalista è stato impreziosito ancor più dalla vittoria in semifinale contro il numero uno del seeding, Albert Ramos, soccombente alla maggiore regolarità delllo sloveno, vittorioso per 6-3 7-6. Conferma l’indole di giocatore discontinuo lo slovacco Martin Klizan, accreditato della seconda testa di serie ma fermatosi solo al secondo turno contro l’albiceleste Guido Andreozzi. Provvidenziale affermazione per Riba, già top 100 in passato, condizionato negli ultimi mesi da un infortunio all’anca che ne ha ostacolato la regolare attività agonistica. Durante il lungo stop, il catalano non ha tuttavia perso occasione per esprimere il proprio disappunto sugli ultimi casi di doping che hanno coinvolto giocatori di livello del circus ATP. Tutt’altro che circostanziale e diplomatica la risposta dell’iberico alla domanda sulla presunta differenza di trattamento sanzionatorio della WADA, massima organizzazione mondiale antidoping, nei confronti di alcuni giocatori piuttosto che di altri. Riba auspica infatti una perequazione nella comminazione della durata degli stop, a prescindere dall’appeal tennistico o dal fascino mediatico del tennista coinvolto. Emblematici, in tal senso, la diversità dei “ban” (anche se inerenti casi parzialmente differenti) inflitti al croato Cilic, due mesi, e all’americano Odesnik e al bulgaro Kutrovsky, due anni. Due gli italiani nel main draw, entrambi campani. Il partenopeo Lorenzo Giustino s’è arreso al primo turno contro l’austriaco Haider Maurer col punteggio di 7-5 7-5. Il trentaduenne di Cervinara Potito Starace è stato invece estromesso al secondo turno dal futuro finalista Blaz Rola con lo score di 6-3 7-6.
RIMOUSKI (40000$, HARD) Prima affermazione nel challenger tour per l’aussie Samuel Groth, che si è imposto in finale sull’outsider Ante Pavic per 7-6 6-2. Dopo svariati titoli nel circuito ITF, l’australiano assesta la prima zampata nel mondo challenger nella disciplina del singolo, rispettando i favori del pronostico contro il meno quotato avversario croato. Fuori al primo turno il promettente canadese Filip Peliwo, per mano del nipponico Hiroki Moriya. Il giocatore del paese della foglia d’acero sta lentamente ricercando la consacrazione nel mondo dei pro, dopo che nel 2012 aveva richiamato l’attenzione degli addetti ai lavori per un’impresa che aveva rievocato i fasti dell’immenso volleatore svedese Stefan Edberg. Filip era infatti riuscito a centrare la finale in tutti gli slam juniores dell’anno, dando adito a paragoni scomodi oltre che tennisticamente sacrileghi con il due volte vincitore all’All England Lawn Tennis. Subito fuori le tre wild card (delle quattro totali) assegnate dagli organizzatori ai giocatori canadesi. Per il ventiseienne di Narrandera 80 punti che lo proiettano ancora più vicino al best ranking personale di numero 157 ATP, raggiunto proprio nel gennaio scorso.