Giornata al Challenger di Lugano

Filippo Volandri
di Gianfilippo Maiga
Ieri 8 giugno si sono disputati diversi incontri di primo turno al Challenger di Lugano : singolari tutti di alto livello, con almeno uno senz’altro degno di un torneo major, se si pensa che sul Centrale sono scesi Potito Starace e Robin Haase, quest’ultimo capace di vincere il challenger di Furth settimana scorsa e ex 56 del mondo.
Ho avuto la possibilità di assistere a qualche partita .
Gabashvili – Souza
Sul campo è entrato un tennista inizialmente molto diverso da quello estremamente solido visto al Roland Garros. Il numero 88 al mondo, sebbene sempre in grado di imprimere alla palla buone accelerazioni soprattutto con il dritto, è apparso da subito insolitamente falloso, al punto da permettere al suo avversario di aggiudicarsi il primo set. Nelle frazioni successive è stato invece capace di alzare il livello del suo tennis, strappando a Souza in ciascuno 2 break decisivi.
Va detto che il giovane (1988) avversario non era uno sprovveduto: n 117 atp, vive un buon momento di forma e ha recentemente raggiunto i quarti al challenger di Alessandria
Volandri – Andujar
Sul Centrale ieri Volandri ha dovuto attingere a tutte le sue risorse per portare a casa questo incontro, conclusosi a suo favore 10-8 al tie break del terzo set!
Nella prima partita Volandri era quello dei giorni migliori: il solito rovescio straordinario, ma anche un dritto perentorio e un servizio preciso, se per le note ragioni non potente, gli consegnavano il set con un 62 eloquente.
Nella seconda frazione, con Andujar a sua volta per la verità meno falloso, si rivedeva il Volandri esitante di altre apparizioni, senza un gioco incisivo (26 a favore di Andujar).
Il terzo set sfiorava lo psicodramma, non solo per un certo numero di break e contro break che portavano l’incontro al tie-break, ma anche perché sul 65 per Volandri (servizio Andujar) nello stesso tie-break un giudice di linea chiamava out una palla di Andujar. Con Andujar che stava raccogliendo le sue cose (!) il giudice di sedia, dopo accurata ispezione, faceva ripetere il punto. Gran sangue freddo dell’azzurro, che non ha perso calma e concentrazione, salvando uno o due match points nel tie-break.
Con la vittoria al Challenger di Roma e il superamento del primo turno in questo torneo, lasciato l’anno scorso salvo errore prematuramente, Volandri è ora pronto a rientrare nei top 100: sembra un giocatore, se non ritrovato pienamente, certamente sulla via della guarigione.
Starace – Haase
Haase, dopo il lungo stop che lo aveva fatto precipitare oltre il n. 600 atp, sta recuperando posizioni (ora è 150) ed è in salute, come dimostra la citata vittoria a Furth.
Ciononostante, contro lo Starace di oggi, (peccato il Roland Garros), pochi possono spuntarla facilmente.
Se la palla gli arriva sul dritto, o se Starace riesce a “run around the backhand”, sono dolori, e questo è noto.
Per questa ragione Haase ha cercato per tutto l’incontro di costringere Starace a prolungati scambi sul rovescio, (tattica non particolarmente originale, ma utilizzata da tutti i suoi avversari), scoprendolo però quanto mai centrato e solido anche da quella parte.
Anche se il punteggio è serrato (64 64), Starace non ha mai dato la sensazione di poter perdere: ne è prova indiretta l’ultimo game, servizio Starace, in cui Haase ha giocato solo colpi “di frustrazione”, apparendo scorato.
Se si arrivasse ad una finale con Wawrinka l’esito finale, questa è la sensazione generale, non sarebbe scontato.
Wawrinka – Crugnola
La partita, unica afflitta dalla pioggia, non ha purtroppo avuto storia, (61 62).
Crugnola, che ho avuto modo di vedere molte volte in passato, ha avuto pochi sprazzi del suo miglior gioco, lamentando condizioni non adatte a lui, mentre Wawrinka, che l’anno scorso aveva sofferto molto nei turni iniziali del torneo (poi vinto), sembrando quanto mai contratto, appariva questa volta sciolto e sicuro di sé, (troppo, mi ha poi detto Marco, adombrando il dubbio se Wawrinka sia un po’ ruvido o solo un introverso).

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