di Federico Mariani
Sta arrivando, arriverà! E’ quello che tutti dicono e pensano oltreoceano riguardo a Frances Tiafoe, classe ’98 e maggiore promessa del tennis made in USA assieme al coetaneo Kozlov.
I challenger su terra verde delle ultime settimane hanno dato un assaggio di tennis vero al ragazzo del Maryland che ha saputo rispondere alla grandissima: quarti di finale a Sarasota e semifinale a Savannah palesando una crescita sia tecnica che fisica più che notevole. Da un punto di vista strettamente tecnico, le migliorie più evidenti sono concentrate nel dritto, reso ora decisamente più sicuro, e nel servizio. Il rovescio fulminante, invece, è il colpo che Tiafoe si porta da casa, il suo marchio di fabbrica. Per quanto, invece, riguarda l’aspetto atletico c’è poco da ragionare: il sangue africano che scorre nelle vene ha dotato Frances di un fisico poderoso, superiore per distacco ai pari età.
Ma ciò che più ruba l’occhio vedendo giocare Tiafoe è senza dubbio il modo di stare in campo, di gestire i punti importanti, di trarre il meglio dal suo tennis quando più conta. Il diciassettenne americano ha una personalità innata, ai limiti dell’incredibile per un ragazzo della sua età. “Ho sedici anni, ma gioco come se ne avessi trentacinque” scherza (ma anche no) in un’intervista al Washington Post di qualche mese fa. Ed in effetti, Tiafoe è sostanzialmente nato sul campo da tennis. Papà Constant, dopo essere scappato dagli orrori della guerra nel suo Paese d’origine, la Sierra Leone, all’alba degli anni ‘90 è approdato nel Maryland dove nel gennaio del ’98 è diventato padre di due gemelli, Frances e Franklin, e dove soprattutto ha trovato lavoro come manutentore nello Junior Tennis Champions Center di College Park. Qui Tiafoe Senior ha, di fatto, interceduto col destino facendo sposare il tennis a Frances che si cibava del gioco tutto il giorno tutti i giorni. E’ sempre qui che Frances ha conosciuto a soli otto anni il suo mentore, che tutt’ora è il suo allenatore, Misha Kouznetsov. Dalle parole del coach traspare tutto l’amore che Tiafoe nutre per il gioco e la voglia di emergere. Kouznetsov racconta che alle 20, dopo gli allenamenti, Frances si ferma a provare i servizi quando tutti abbandonano i campi per rincasare, ed il mattino seguente alle 8:15, quando gli altri arrivano al campo, lui è già lì a giocare contro il muro. Frances vuole solo una cosa, “diventare numero uno al mondo”.
Ed i sentimenti che il giovane Tiafoe prova per il tennis sono ricambiati. A 13 anni Frances vince la più importante kermesse per giovanissimi, Les Petit As, a 15 diventa il più giovane vincitore dell’Orange Bowl, a 17 è tra i primi 400 giocatori secondo le classifiche Atp e tra i coetanei solo Rublev occupa una posizione più alta di lui nei professionisti. Nelle ultime due settimane Tiafoe ha battuto avversari di qualche centinaio di posizione avanti a lui nel ranking centrando risultati prestigiosi che, però, non possono che considerarsi solo un primo step verso il tennis che conta. Su di lui si è sbilanciato anche Patrick McEnroe, solitamente restìo nel giudicare giovani promesse, dicendo che ha tutto per sfondare davvero. “Vedo molti giovani giocare bene a tennis, ma quasi nessuno riesce a padroneggiare il gioco come lui”, queste le parole del fratello di Superbrat.
Ora mamma Alphina, anch’essa fuggita dalla guerra civile in Africa, fa i salti mortali dividendosi tra i doppi turni in una casa di cura dove presta i suoi servigi e la scuola che frequenta tre volte a settimana per diventare infermiera. Papà Constant, dopo aver lasciato l’impiego al Tennis Center ed aver tentato con disastrosi esiti di avviare una propria attività, lavora adesso in un autolavaggio di Hyattsville. La coppia lotta per riuscire a pagare ogni mese l’affitto dell’appartamento, ma cerca ugualmente di spingere il sogno del figlio. Ora Frances deve decidere se intraprendere la strada del college e rimandare di qualche anno il suo approdo tra i professionisti. La sensazione, tuttavia, è che i problemi di ristrettezze economiche della famiglia Tiafoe siano estremamente momentanei. Con le sue doti, la sua voglia, la sua fame, Frances è chiamato a risollevare le sorti tennistiche degli Stati Uniti, mai così in basso come in questo momento.
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