Hai appena sconfitto Salvatore Caruso nel secondo match della tua giornata; cosa pensi di lui e in generale del movimento italiano?
È stata una bella prtita; conosco Salvatore, mi ci sono anche allenato un paio di volte e devo dire che mi piace molto, oltre ad avere molti margini di miglioramento. Solido di rovescio, con il dritto spinge bene, non perde campo; e poi è un lottatore, mi piace. Avevo alle spalle anche la partita al terzo con Rufin stamattina, oltre ai postumi dell’influenza della scorsa settimana, ma credo di aver reagito bene. Quanto al movimento italiano, direi che non va malissimo; non abbiamo un giovane come Kyrgios o Coric che stanno cominciando ad avere ottimi risultati, ma i vari Donati o lo stesso Caruso mi sembrano dell’ottimo materiale su cui lavorare, oltre ad avere la testa sulle spalle.
Sei uno degli italiani più esperti; hai un consiglio da dare ai ragazzi emergenti?
La cosa fondamentale è continuare ad avere fame, anche in momenti duri. Non perdere la voglia di migliorare e lavorare, perché solo con la costanza i risultati arrivano.
Dopo tutti questi anni di circuito, continui a cercare di migliorare in qualche reparto del tuo gioco?
Per forza; il livello medio del tennis si alza continuamente, quindi bisogna quando mi alleno cerco sempre di sviluppare un quid in più in ogni ambito, proprio per non perdere terreno, anche dopo una stagione negativa come l’ultima che ho passato.
A proposito della tua stagione; sulla scia di un 2014 per nulla esaltante, anche questi primi mesi di anno nuovo sono stati un po’ avari di soddisfazioni. Credi ci siano dei motivi in particolare?
Lo scorso anno è stato molto negativo per questioni psicologiche; la carica e gli stimoli erano venuti meno, non avevo più la mia solita voglia. Non è stato un problema di gioco, semplicemente non mi divertivo. Questa nuova stagione, anche se iniziata male, mi ha portato nuova linfa; anche se ho perso svariati incontri di troppo, mi sento sereno e questi due match di oggi mi servivano, per riprendere fiducia.
Questo che hai appena raggiunto a Napoli è il primo main draw Challenger in quattro mesi, da Casablanca a Gennaio; pensi possa essere una buona base per un rilancio?
E’ un torneo che mi piace questo, l’ho giocato tante volte e mi regala ottime sensazioni. Non mi sento affatto di dire che sto giocando bene, ma sono uscito da due incontri in lotta, sto bene si fisicamente che mentalmente e questo mi permette di affrontare il tabellone principale con un pizzico di grinta in più.
A Quimper hai vinto in doppio; con questo fanno diciannove titoli in trentatré finali totali, un bottino invidiabile. Pensi che la specialità del doppio possa essere una buona soluzione per riciclarti, una volta detto basta con il singolare?
Non saprei dirti in questo momento; il doppio mi piace molto e mi da grosse soddisfazioni, ma per adesso il singolo resta la mia priorità. Quando smetterò di sentirmi competitivo in singolo potrei anche non avere la voglia di rimettermi in discussione esclusivamente in doppio; allo stato attuale, sono concentrato sulla mia risalita nel ranking, poi si vedrà.
Un’ultima domanda, collegata alla questione della risalita; hai obiettivi particolari per il prossimo futuro?
Il mio desiderio resta quello di riottenere una posizione più dignitose di quella attuale, almeno per entrare nei main draws dei Challenger; come minimo direi di tornare nei primi duecento del mondo, quindi vincere più partite possibile già a partire da questa settimana.
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