di Sergio Pastena
Se è vero che, ormai, ha senso misurare la carriera di Roger Federer soltanto in termini di record, al termine di questa settimana possiamo dire che lo svizzero ha ampliato la propria collezione, riprendendosi un primato che aveva momentaneamente perso: con la vittoria di Cincinnati, infatti, King Roger ha conquistato il ventunesimo Masters Series della carriera. Un traguardo tutt’altro che scontato se pensiamo che, un anno fa, aveva due titoli di distanza dallo spagnolo alla vigilia della stagione sulla terra. Invece, un po’ per il Djokovic deluxe che nel 2011 batteva Rafa anche sul rosso, un po’ per il 2012 straordinario dell’elvetico, il bilancio è tornato in parità.
Il tabellone di Federer, ad onor del vero, non è stato di quelli da incubo: Bogomolov, Tomic, Fish e Wawrinka superati senza perdere per strada un set. La finale con Djokovic, tuttavia, ha pienamente legittimato il successo, non foss’altro per l’impressionante 6-0 del primo set, ottenuto in soli venti minuti. Va detto che il serbo, che non subiva un bagel in apertura dal 2005 contro Safin, praticamente non era entrato nel match, sparacchiando doppi falli a ripetizione. Federer, però, era ingiocabile al servizio e tale è rimasto nel secondo parziale, quando Nole ha opposto una resistenza decisamente maggiore, finendo però col perdere al tie-break. Un Federer che ha giocato alla grande, mostrando una condizione smagliante: anche troppo, si potrebbe dire, per essere a quindici giorni dall’inizio di uno Slam. A New York non sarà altrettanto facile.
Torneo positivo anche per Stanislas Wawrinka che, capitato nel quarto più debole con Ferrer e un Berdych ancora in condizioni approssimative, ha approfittato dell’occasione battendo lo spagnolo e superando nei quarti un Raonic comunque convincente. Dall’altra parte saltava la semifinale Murray-Djokovic perché lo scozzese si faceva battere da un ritrovato Chardy: a trarre vantaggio della situazione Del Potro, che però in semifinale poco ha potuto contro un Nole fino a quel momento impeccabile. Capitolo Italia: Seppi ha fatto il suo, battendo Haase e offrendo una buona resistenza a Djokovic per un set, meno bene Fognini che, come da pronostico, ha ceduto subito a Florian Mayer.
Questa settimana servirà a molti big per tirare il fiato in vista degli US Open. In programma c’è un solo torneo, quello di Winston-Salem, che vedrà comunque in campo un bel po’ di nomi interessanti: Tsonga, Berdych, Isner, Dolgopolov e Roddick le prime teste di serie. Attenzione anche a Querrey, in fase di rilancio, così come a Nalbandian, da cui non si sa mai cosa aspettarsi. Nessun italiano in tabellone, stessa cosa per le qualificazioni: l’azzurro si rivedrà in campo a Flushing Meadows.
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