di Enrico Carrossino
Nel secondo turno dell’ATP 500 di Marsiglia Tomas Berdych ha superato in relativa scioltezza 6-3 6-4 il qualificato Edouard Roger-Vasselin, il quale ha comunque ceduto con l’onore delle armi. Entrambi i set sono stati contraddistinti da un certo equilibrio specialmente nei primi giochi, col francese molto bravo al servizio nel mandare fuori giri il ceco grazie a un ottima precisione e sensibilità dei colpi. Ma alla distanza il n° 122 del mondo ha perso vigore e pesantezza negli scambi, il che ha permesso all’avversario di impostare il gioco a suo piacimento e piazzare i soliti traccianti inside-out che gli han permesso di fare semifinale all’ultimo Roland Garros e la finale a Wimbledon.
La partita s’è svolta secondo la classica liturgia del cemento indoor, con la predominanza al servizio, scambi mai superiori ai 10 colpi e sprazzi di serve & volley del transalpino nel finale, la classica mossa di chi si trova in difficoltà ed è costretto a cambiare tattica per sperare di migliorare la situazione. Ma non è bastato, la percentuale di seconde di Roger-Vasselin è stata la chiave del match, perchè se all’inizio nei suoi turni di battuta iniziali sapeva gestire il punto a suo piacimento alla lunga è calato, vuoi per l’importanza dell’avversario, vuoi perchè partendo dalle qualificazioni poi è veramente difficile poter tener testa, ancor più che fisicamente, mentalmente a un top 10.
Il 27enne francese tuttavia ha dimostrato di avere una discreta mano e buoni fondamentali, anche se la mancanza di peso e velocità della palla a questi livelli è determinante. E alla sua età ormai il viale del tramonto è vicino al suo inizio, improbabile aspettarsi di più da questa partita e non solo. Capitolo Berdych: il ceco è passato come da pronostico in due set, ma ha solamente svolto il compitino indispensabile per non prendere un’insufficienza. “E’ intelligente ma non si applica” è l’affermazione che gli si affibbierebbe se fosse uno studente. Quando c’era da aumentare il livello di gioco ha saputo farlo abbastanza bene, ma risalta sempre quella “pigrizia” quando occorre spremersi e sforzarsi di più per aggiudicarsi il punto. Non a caso quando può colpire da fermo è quasi ingiocabile, ma se niente niente pure un giocatore di challenger come l’avversario odierno gli mette delle palle un po’insidiose, il Nostro va fuori giri e commette degli errori non forzati che contro avversari di maggior caratura significano sconfitta quasi sicura, e non è un caso infatti che coi top 10 il suo saldo sia molto negativo e l’esplosione avvenuta solo l’anno scorso tra Parigi e Londra nonostante qualità, in particolare con servizio e dritto, di valore assoluto. Per ora va bene cosi, ma già da domani serve di più. Fai i compiti Tomas.